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LEA MINA RALLI
 

RIFLESSIONI SOLITARIE:
Santa Pazienza

 

Se si ha la fortuna di raggiungere la vecchiaia ci si ritrova a trascorrere molte giornate  nella solitudine più completa e molte riflessioni ci affollano la mente.
Sono le notizie che ci giungono che c’inducono a riflettere sui comportamenti umani  che sono mutati radicalmente con i modi diversi del vivere  odierno e le comparazioni sono inevitabili.

 Soprattutto quando si collegano agli avvenimenti più salienti che ci sono accaduti nel corso degli anni e che conserviamo nel profondo della nostra anima. Meglio se sono stati belli e appaganti, ma sfortunatamente, in numero maggiore sono dolori e tristezze a lasciare i solchi più profondi.
Però i ricordi sono l’unica eredità del passato che non ci abbandonerà mai. E sono nostri!
E’ poi risaputo che nella vecchiezza sono più vivide le rimembranze e per questo e se ne rivivono i contorni che non appaiono più sfumati, ma che ci ritornano veri e palpitanti e che ci sanno turbare come allora.
Persino le sensazioni brevi e delicate come la scoperta del colore di un nuovo fiore o delle ali di una farfalla, la rilettura di un libro o il riascolto di un canto amato, pur tanto lontani nel tempo, ci donano fugaci ebbrezze.
Quasi al termine del nostro sentiero terreno, l’anima se ne appaga ancora e sono la nostra compagnia più gradita.
Una mente illuminata ha detto che la nostra formazione fisica e culturale sarà formata , sin dal principio, da come saranno  alimentati corpo e mente.
Fortunati coloro che hanno seguito una esistenza con sana alimentazione sia nell’uno che nell’altro campo!
I benefici che ne verranno saranno goduti principalmente nella tarda età.
Questo i giovani dovrebbero apprenderlo per tempo e, invece di sfrenare le loro energie nel desiderio di abbreviare i tempi di attesa circa l’appagamento dei loro desideri, dovrebbero esercitare quella “Santa Pazienza “ che nessuno conosce più.