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NOTIZIE DELL’ ASSEFA
(associazione delle fattorie al servizio di tutti)

Foto dell'inaugurazione della scuola con preghiere

Il  18 maggio 2004 è venuta a trovare il gruppo di Roma Vasantha, la direttrice di tutte le scuole dell’ASSEFA in India.  
Avevo riunito alcuni genitori che desideravano notizie dei loro bambini adottati e una parte di coloro che  contribuirono a far costruire la nuova scuola “Andrea Paoletti” in memoria di un ragazzo morto in giovane età. 
E’ stata voluta dai suoi amici dell’università, dai genitori e da tante altre persone che lo hanno conosciuto. 
Le foto danno l'idea dell'ampiezza e della bellezza dell'edificio già in attività.

 

Abbiamo ricordato il nostro fondatore, Giovanni Ermiglia nato il 24 giugno 1905 e morto 13 gennaio 2004, eravamo profondamente addolorati per il suo decesso,  ma siamo sicuri che i suoi progetti continueranno a progredire. Il suo ricordo, il suo messaggio,  il suo esempio ci ispireranno, ci motiveranno e ci aiuteranno a realizzare le sue idee. Io l’ho incontrato  a Sanremo nel 1995. 
Quando mi fu chiesto di costituire un gruppo ASSEFA a Roma, espressi il desiderio di conoscerlo e lui mi invitò a casa sua. Mi offrì una squisita ospitalità. Parlammo a lungo. Aveva una predilezione per l’India, mi disse che era sempre stato vicino agli indiani più poveri e specialmente al loro servizio.  Si era posto l’obiettivo di promuovere la loro realizzazione, restituendo loro la dignità di persone e facendo diventare i villaggi autosufficienti, capaci di sviluppare negli abitanti sentimenti di pace, di amicizia e di reciprocità.  Si confrontava sempre con la realtà. Capii che aveva una enorme  magnanimità  e la capacità di provare affetto anche per i suoi oppositori.
Per me è stato  un  un esempio di rilevante onestà intellettuale, di profonda rettitudine ed aveva una grande disponibilità verso chi lo interrogava.  E’ stato un maestro che mi ha fatto capire quanto era importante prendermi cura degli indiani, rendendomi consapevole della positività del suo modello di sviluppo sociale che si era ingrandito in India. Fui così colpita dalla sua serenità e dalla chiarezza nella sua esposizione che decisi di aiutarlo in quel difficile percorso.
Sicuramente a farmi restare in questa associazione, oltre alle sue parole riguardo alla sperimentazione ed all’applicazione concreta di una precisa idea di aiuto, sono stati i soci del gruppo di Roma,  la Presidente dell’ASSEFA, Itala Ricaldone, i membri del gruppo di Genova, i  responsabili di quello di Alessandria e le segretarie dell’ufficio di Sanremo che  mi hanno aiutato a svolgere il mio compito di Presidente del gruppo di Roma. Quello che Giovanni ha iniziato, voglio tenacemente proseguirlo, perché è un’opera importante per la quale mi sforzo di continuare a vivere per vederla crescere. Ho sempre provato rispetto ed affetto per i miei amici indiani  Loganathan e Vasantha. Ammirazione per tutto quello che fanno per  i poveri,  ispirati dall’insegnamento del Mahatma Gandhi e specialmente dal suo concetto di Sarvodaya  (benessere per tutti) e dalle metodologie pragmatiche di Vinobha. 

Li ho conosciuti durante il mio viaggio in India dove ho potuto constatare quanto l’ASSEFA INDIA contribuiva allo sviluppo dei contadini dei villaggi e quanto fosse necessario, al mio ritorno in Italia, aiutarla.
Sarvodaya è un misto di fede e di prassi che interroga chi è abituato a vivere nelle società industriali fra incertezze, angosce, paure, ma anche con esaltanti speranze per un futuro migliore. Giovanni Ermiglia ha aiutato  ciascuno di noi a ripensare al significato delle proprie azioni sociali.
Si confrontò più volte con gli altri fondatori dell’ASSEFA INDIA quando  concepì l’idea delle “Sarva Seva Farms” (le fattorie al servizio di tutti) da sviluppare sui terreni donati dai latifondisti a Vinobha e da lui regalati ai contadini poveri.  Infatti tutti gli arnesi e le sementi per far produrre le terre vennero mandati da Giovanni che da allora in poi fuse la sua vita   con quelle dei braccianti senza terra e dei contadini poveri dell’India. Egli dedicò loro l’ultima parte della sua vita, restando però sempre in un geloso anonimato nell’ambito della sua instancabile azione di solidarietà in seno all’ASSEFA. Modestia veramente eccezionale!
Egli ha saputo agire senza mettere in rilievo il  successo delle sue proposte. Aveva una dedizione assoluta per l’ASSEFA, come se non si potesse neppure concepire di essere distratti da altri pensieri. Pur essendo laico, si è trovato ad essere un esempio per le grandi ispirazioni religiose nel quadro di una nuova ed esaltante società e nel tentativo di individuare una soluzione totale non-violenta. Ha messo in pratica le idee di Gandhi, sull’amore, sulla pace, sulla non-violenza, sullo sviluppo, sull’aiuto ai poveri, sul concetto di condivisione e di concretezza. Ha fatto conoscere e diffuso l’esperienza dell’ASSEFA, basata sulla filosofia del “benessere per tutti” sia in Italia che in altri paesi  europei ed extra europei creando reti di amici e sostenitori che hanno contribuito a diffondere il messaggio di pace e non-violenza attraverso un processo di sviluppo basato sulla partecipazione.
L’ASSEFA è nata in India a partire dalla riforma agraria realizzata da Vinobha Bhave(1895-1983), un discepolo di Gandhi dal quale, dopo la sua uccisione nel 1948, ne raccolse l’eredità. Profondo pensatore e camminatore eccezionale. In 14 anni percorse 50.000 km in India per incontrare i latifondisti a cui chiedeva il dono di qualche acro di terra, ne raccolse così 4.200.000 e li distribuì fra i contadini senza terra. Questi risultarono troppo poveri per comprarsi il necessario adatto a lavorare i terreni incolti da anni e perciò li abbandonavano.

Alla fine degli anni ‘60, il professor Giovanni Ermiglia lasciò l’insegnamento di filosofia, andò in pensione e partì per l’ India,convinto che era giunto il momento di cominciare a vivere una vita vera, con un impegno verso le persone che soffrono la povertà. Aveva ben chiaro che l’indigenza e la fame deprimono la dignità delle persone e compromettono la loro stessa sopravvivenza. Considerò allora che il suo primo dovere fosse di aiutarli. Visitò l’India e si avvicinò al pensiero di Gandhi: ai principi di decentramento, trasparenza, buon governo, partecipazione popolare, democrazia, diritti umani che il profeta propose all’India per il “villaggio globale”.
Da allora Giovanni fece sua questa visione, ne divenne la sua ragion di vita e la condivise con il “Movimento Sviluppo e Pace” di Torino al quale propose di finanziare il progetto di una fattoria in India insieme al movimento indiano Sarvodaya (benessere per tutti). Con una parte della raccolta di fondi della Chiesa di Torino venne messo a sua disposizione un finanziamento (pari ai 65.000 euro di oggi).

Così nel 1969 a Sevalour Ramnad District nel Tamilnadu, il professore Ermiglia diede ad un piccolo gruppo di contadini la somma necessaria a intraprendere il lavoro nei 44 acri, con l’impegno di restituire il prestito a rate a partire dal terzo anno. Questo patto ha permesso di niziare il finanziamento di un analogo progetto in un altro villaggio. Questo metodo vige ancora! Gli indiani cominciarono a dissodare il terreno, scavarono 6 pozzi dotati singolarmente di una pompa, costruirono una rete di tubazioni, di canali di irrigazioni e diversi fabbricati. Fu un successo!
A partire da quel momento, vista l’ottima riuscita ottenuta, l’attività si espanse in altri Stati dell’India. Perciò il Movimento Sarvodaya decise nel 1978 di fondare un apposito organismo per assicurare un orientamento unitario e nacque così l’ “ASSEFA INDIA” con uno sviluppo globale e sedi principali a Madurai e New Delhi (oggi a Madras). Giovanni insieme a Loganathan e Vasantha sono stati i fondatori e l’anima della nuova organizzazione.
Per aumentare le finanze dell’ASSEFA egli visitò ministeri, grandi organizzazioni in Francia, Spagna, Regno Unito, Olanda, Belgio, Canadà e Stati Uniti per integrare quelli torinesi che non bastavano più. Infatti dall’agricoltura si era passati alla ricostruzione dei villaggi in modo che gli abitanti diventassero protagonisti del proprio sviluppo comprese le donne e “gli intoccabili”.
Nel 1978 è iniziato anche un programma scolastico ed uno sanitario che è riuscito a ridurre di oltre la metà le morti in età infantile. Sono stati finanziati dalla Comunità Europea e dal Ministero degli Affari Esteri italiano che hanno anche contribuito alla valorizzazione dell’artigianato tradizionale e alla sua commercializzazione nei negozi dei villaggi e delle città. Inoltre sono stati potenziati l’allevamento del bestiame, specialmente quello delle mucche e la costruzione di 3 centrali del latte che arricchiscono specialmente le donne che allevano le vacche.
L’ASSEFA sta crescendo con una esuberanza forse inaspettata! I criteri applicati per queste attività sono per la maggior parte quelli di Gandhi pensati per le campagne dell’India. In particolare nell’educazione delle scuole assumono notevole importanza: l’integrazione dello studio con il lavoro manuale, l’addestramento alla democrazia con le assemblee dei villaggi, delle donne e degli studenti; l’interazione tra scuola e villaggio, tra studenti e genitori; il principio di autosufficienza, l’educazione ad una spiritualità radicata nel proprio territorio, ma aperta al rispetto degli altri. Oltre a Gandhi, gli altri pensatori sono: Vinobha, Tagore,Tolstoj e la Montessori.

Nel 2003 l’ASSEFA riesce ad operare in 5 stati dell’India: Tamilnadu, Karnataka, Bihar, Bihar, Madhya Prades e Rajastan.
Nei suoi 35 anni di attività ha realizzato progetti di sviluppo in 4.228 villaggi coinvolgendo oltre 2 milioni di contadini. Stanno frequentando le scuole ASSEFA 70.000 bambini. Gli scolari adottati a distanza dalle ASSEFA in Italia sono 8.000.
Nel 1985 Giovanni Ermiglia ha fondato a Sanremo l’ASSEFA che ha lo scopo di aiutare l’ASSEFA INDIA finanziandone i progetti, favorendo nel nostro paese la presa di coscienza riguardo alle tematiche dello sviluppo integrato nei paesi poveri.  Nel frattempo nascevano altri gruppi in varie città italiane; così è stata costituita il 15 maggio del 1991 l’ASSEFA ITALIA, che dal 1998 è una Onlus e conta l’appoggio dei diversi gruppi  tra cui Roma. Nel luglio del 2001 è diventata una ONG.
Se volete aiutarci lo potete fare  in vari modi: chiedere di’adottare a distanza un/a indianino/a, oppure partecipare alla realizzazione di un progetto specifico con una donazione Per conoscerci meglio leggete “SARVODAYA” la rivista trimestrale a cui potete abbonarvi con 18 euro all’anno. Guardate il nostro sito http://www.assefaitalia.org oppure al mio E-mail mcchmacl@iol.it 

Infine pubblicizzate l’ASSEFA e le sue iniziative !