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Bush, sanzioni contro la giunta birmana




Washington, 20 ottobre 2007 - A meno di un mese dalle prime misure restrittive contro la giunta militare birmana, il presidente americano George W. Bush ha annunciato nuove sanzioni contro Rangoon. "I leader birmani continuano a ignorare del tutto la richiesta della comunità internazionale di fermare la loro persecuzione violenta", ha affermato, riferendosi alla dura repressione delle proteste pacifiche che ha portato alla morte di 13 persone e all'arresto di oltre tremila.

Bush ha precisato che l'Amministrazione statunitense continuerà a rivedere le sue politiche e considerare misure aggiuntive, se i leader birmani non metteranno fine alla repressione brutale contro la loro stessa  gente, la cui unica colpa è di desiderare di vivere liberi. "Alla luce delle atrocità messe in atto da questi uomini e i loro complici, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni aggiuntive". Bush ha spiegato che i provvedimenti riguardano altri 11 leader della giunta, inseriti nella lista di coloro cui sono stati congelati i beni negli Usa.

Il secondo pacchetto di sanzioni fa salire così a 25 il numero di esponenti del governo birmano colpiti da misure restrittive (sanzioni contro altri 14 erano state adottate il 27 settembre). Bush ha inoltre emanato un decreto che impone sanzioni contro 12 società e individui in qualche modo legati alla giunta. Il presidente Usa ha infine esortato Australia, Giappone, Indonesia, Filippine e Singapore a esercitare pressione affinché si arrivi a una svolta democratica a Rangoon. Ma l'appello è stato diretto in particolar modo a Pechino e New Dehli.

 

 

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