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Il rapporto annuale su Giustizia, libertà e sicurezza
 

Frattini denuncia i ritardi nel settore
della cooperazione in materia penale


Il quadro di valutazione del Programma dell'Aja mostra sia progressi visibili,
sia difficoltà e ostacoli - Necessario porre fine alla divisione in pilastri dell'Ue

Bruxelles, 3 luglio 2007 - La Commissione europea ha adottato la seconda relazione annuale sull'attuazione del programma dell'Aia che passa in rassegna per il 2006 i progressi delle politiche di giustizia, libertà e sicurezza. I risultati confermano la necessità che la Conferenza intergovernativa ponga fine all'incertezza riguardo alla riforma del trattato sull'Unione europea. Il bilancio globale esposto nella relazione ("quadro di valutazione") è contrastato: i progressi non sono stati della stessa entità in tutti i settori e non è soddisfacente il recepimento degli strumenti da parte degli Stati membri.

Si sono registrati progressi nei settori del "primo pilastro", quali i diritti fondamentali, la cittadinanza, la giustizia civile, la strategia europea in materia di droga, l’asilo e la migrazione, le politiche dei visti e dei controlli di frontiera e la lotta al terrorismo su scala mondiale. Tuttavia, la politica di giustizia, libertà e sicurezza è attualmente frammentata e vi sono stati ritardi nei settori del "terzo pilastro" (cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale):  frequenti difficoltà e ostacoli hanno in effetti frenato i progressi.

Al riguardo il vicepresidente Franco Frattini, commissario responsabile del portafoglio Giustizia, libertà e sicurezza, ha detto che “i progressi compiuti aiutano i cittadini a vivere una vita sicura, in condizioni di salvaguardia dalla criminalità e di godimento di diritti tutelati, ma che troppo spesso le nostre attività sono ostacolate o ritardate dal processo decisionale in uso nel settore della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale”. Frattini si è detto lieto che i leader dell'Unione abbiano raggiunto un accordo affinché la votazione a maggioranza qualificata e la procedura di codecisione si applichino alla massima parte dei settori inerenti alla giustizia, libertà e sicurezza. “Si è posta così fine – ha rilevato - all'artificiosa divisione tra ambiti diversi delle attività dell'Ue, perché queste modifiche conferiscono agli Stati membri, al Parlamento e alla Commissione la possibilità di lavorare insieme per giungere a decisioni più sollecite e responsabili. Confido – ha concluso - che la Conferenza intergovernativa raggiungerà l'accordo e consentirà di progredire affinché tutti i cittadini vivano in uno spazio di giustizia, libertà e sicurezza."

Il quadro di valutazione indica che l'attuazione a livello nazionale d'iniziative concordate in precedenza lascia molto a desiderare. Vari Stati membri non recepiscono gli strumenti giuridici nel loro ordinamento nazionale, o lo fanno in ritardo (di uno o più anni). Per esempio, nonostante l'accordo di tutti gli Stati membri, la direttiva del 2004 sulla libera circolazione dei cittadini Ue e dei loro familiari non è stata recepita nei termini da almeno diciannove di essi. Quanto alla lotta contro la criminalità, numerosi Stati membri non hanno segnalato quali iniziative hanno intrapreso per recepire gli accordi riguardanti, per esempio, il riciclaggio del denaro sporco, i proventi di azioni criminose e la tratta di esseri umani. Tali risultati confermano i motivi di preoccupazione già constatati e ribadiscono le conclusioni che la Commissione ha presentato nella relazione del 2006 sui progressi compiuti nel 2005.

 

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