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L’Onu invia un suo rappresentante in Myanmar



New York, 26 settembre 2007 - Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha deciso di inviare in Myanmar, il suo inviato speciale per la regione, Ibrahim Gambari,  in risposta a una situazione in costante deterioramento, chiedendo inoltre alle autorità del paese asiatico di modulare in modo appropriato la propria risposta all’ondata di proteste pacifiche in corso. Riferendosi alle cronache sull’uso della forza nella repressione, Ban ha osservato che la repressione violenta ha il solo effetto di minare le prospettive di pace, stabilità e prosperità nella regione. In margine ai lavori dell’Assemblea generale Ban si è incontrato con il ministro degli esteri birmano Nyan Win e ha chiesto alla dirigenza del paese di cooperare pienamente con Ibrahim Gambari “per approfittare della disponibilità dell’Onu a prestare assistenza al processo di riconciliazione nazionale attraverso il dialogo”.

Dopo l’audizione al Consiglio di sicurezza di Gambari, il presidente di turno, il francese Jean-Maurice Ripert, ha ribadito in una nota il forte sostegno del Consiglio alla missione di Gambari, sottolineando la necessità del suo libero accesso nel paese per incontrarne le autorità al più presto. Anche l’alto commissario Onu per i diritti umani, Louise Arbour, ha espresso la propria preoccupazione per la situazione dei dimostranti, e ha fatto appello alle autorità birmane affinché permettano l’espressione pacifica del dissenso nel paese e si conformino, nella loro risposta, ai principi del diritto internazionale, che proibisce il ricorso all’uso eccessivo della forza e a tutte le forme di detenzione arbitraria. Louise Arbour ha anche manifestato la propria preoccupazione per quanti sono stati arrestati nelle scorse settimane, e in particolare per la situazione del leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi.

 

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