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Myanmar, continuano gli scontri



Yangon, 28 settembre 2007 - La polizia birmana ha nuovamente caricato, con spari e manganellate, i dimostranti scesi in piazza per chiedere la fine della dittatura. Anche oggi gli scontri hanno provocato morti, feriti e centinaia di arresti in un paese isolato in cui Internet e i cellulari non funzionano quasi piú e non escono i giornali. Soldati birmani hanno fatto irruzione negli uffici del principale provider di servizi Internet, all'interno del campus universitario. Lo riferisce il sito del magazine Irrawaddy, gestito da dissidenti birmani in esilio. L'irruzione giunge dopo che le manifestazioni di protesta contro il regime e la repressione militare sono state documentate da innumerevoli foto, video ed e-mail inviati ai media stranieri da comuni cittadini. Oggi i collegamenti Internet fra la Birmania e il resto del mondo sono bloccati. Le autorità parlano di un guasto tecnico ad un cavo sottomarino.

Ci sarebbero contrasti all'interno della giunta militare: il numero 2 del regime, Maung Aye, sarebbe contrario a sparare sulla folla, in disaccordo con il capo supremo Than Shwe. E molti militari si sarebbero rifiutati di aprire il fuoco. Nella citta' di Mandalay, la seconda città del paese e luogo sacro per i buddisti dove oggi ci sono state minfestazioni e scontri anche fra gli stessi militari poiché alcuni di loro si rifiutavano di lasciare le caserme. Intanto, la giunta birmana ha concesso l'autorizzazione all'inviato speciale dell'Onu Ibrahim Gambari di entrare nel paese, dove secondo fonti diplomatiche di Yangon dovrebbe arrivare domani da Singapore.

La repressione attuata dall'esercito indigna a ogni latitudine ma sulle modalità di intervento non c'è accordo. Il presidente americano George Bush e il premier britannico Gordon Brown insistono sulla necessità che agisca la diplomazia internazionale. Washington ha chiesto alla giunta di permettere che l'inviato speciale dell'Onu, Ibrahim Gambari, possa incontrare, nel paese, chi riterrà opportuno. L’Unione europea, ha annunciato oggi Palazzo Chigi, sta valutando l'ipotesi di inviare in Myanmar una propria missione per sostenere l'iniziativa dell'Onu. Da Mosca Vladimir Putin avverte che qualunque sanzione contro il Myanmar rischia di essere prematura. Proseguono intanto in segno di solidarietà con la popolazione del paese asiatico si susseguono manifestazioni in tutto il mondo davanti alle ambasciate birmane.

Politiche Europee, il sito si tinge di rosso per la Birmania 

Roma, 28 settembre 2007 - Il ministro per le Politiche europee, Emma Bonino, aderisce alla mobilitazione mondiale a favore della Birmania e colora di rosso la home page del sito www.politichecomunitarie.it "In questa giornata particolare – dichiara - anche noi vogliamo dare come Dipartimento Politiche europee un piccolo segno di solidarietà a questo popolo che sta lottando per la democrazia e la libertà. E' un gesto semplice ma credo significativo di solidarietà e vicinanza a chi in queste ore sta mettendo in gioco la propria vita in difesa dei diritti fondamentali".

 

 

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