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Pakistan, prosegue la repressione



Islamabad, 5 novembre 2007 - La repressione va avanti in Pakistan dove da tre giorni vige lo stato di emergenza. A Lahore la polizia si è scontrata con gli avvocati che manifestavano contro il presidente Musharraf, che oggi si è detto pronto ad abbandonare il suo ruolo di capo delle forze armate per diventare un presidente senza divisa. Si è appreso intanto che negli ultimi giorni circa millecinquecento persone, tra cui avvocati, magistrati, responsabili e militanti di partiti politici, sono stati arrestati o posti agli arresti domiciliari. In giornata la polizia si è recata in forze nella tipografia del più importante gruppo editoriale privato del paese con l'intenzione di sequestrare uno speciale dedicato allo stato d'emergenza. Ma dopo aver verificato che nessun supplemento era in stampa le forze dell'ordine hanno lasciato i locali.

Il vice presidente del Consiglio e ministro degli esteri Massimo D'Alema ha espresso “profonda preoccupazione” per la proclamazione dello stato d'emergenza avvenuta in Pakistan ed ha chiesto che siano presto ripristinate le condizioni per il libero esercizio dei diritti civili e politici.
Gli Stati Uniti sono tornati a criticare il loro alleato Musharraf per la decisione di sospendere la costituzione e le garanzie democratica. Ed hanno chiesto il rilascio di tutti i detenuti politici. Una richiesta simile è stata fatta dal segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. Il governo ha però annunciato che le elezioni si terranno come previsto a metà gennaio.

Il rischio di essere abbandonato dagli Stati Uniti e la certezza di una forte impopolarità in Pakistan potrebbero segnare il tramonto politico di Musharraf, ritengono alcuni analisti, che non gli perdonano l'ultimo colpo di mano. "La situazione è molto seria. Il generale Musharraf ha imposto lo stato di emergenza perché spinto dalla disperazione, ma così facendo ha scatenato una crisi da cui non sarà in grado di uscire e che provocherà la sua fine politica".

Altra domanda che alimenta il dibattito è quale ruolo riuscirà a ritagliarsi l'ex primo ministro Benazir Bhutto. Dopo l'imposizione dello stato di emergenza, anche l'accordo politico che era riuscita a stringere con Musharraf è stato rimesso in discussione.

 

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