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L'Antitrust al governo: no ai privilegi per le Poste



Roma, 20 ottobre 2007 – “Occorre modificare il sistema di sostegno all'editoria e ai settori no-profit con il decreto-legge che accompagna la manovra finanziaria 2008 all'esame del Senato, eliminando il sistema delle tariffe postali agevolate che privilegia ingiustificatamente Poste Italiane". Lo chiede l'Autorità garante della concorrenza e del mercato in una segnalazione inviata ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio e ai ministri dell'economia e delle comunicazioni.  

La norma contenuta nel decreto in pratica per l'Antitrust conferma la "grave" distorsione concorrenziale nel mercato. Il decreto legge che accompagna la finanziaria prevede in particolare una stretta sulle tariffe postali agevolate per l'editoria e un emendamento del relatore ridisegna questi tagli facendo pesare di più la stretta sui grandi gruppi e meno sui piccoli. Ma la questione di fondo non cambia per l'Antitrust in quanto si codificherebbe ulteriormente, tra l'altro in contrasto con le linee contenute nel progetto di riforma dell'editoria, una disparità tra le Poste, che possono fare tariffe agevolate in quanto gli sconti sono sostenuti dal bilancio pubblico, e gli altri operatori del settore. Per questo si chiede una modifica da inserire nel decreto legge attualmente all'esame della commissione bilancio di Palazzo Madama.

L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ricorda infatti in una nota che "a Poste italiane viene riconosciuta annualmente una compensazione per le tariffe postali scontate applicate alle spedizioni di prodotti editoriali e per il settore no-profit. Si tratta di un meccanismo che determina una evidente e grave distorsione concorrenziale: operatori  postali diversi da Poste italiane non sono infatti in grado di praticare offerte competitive agli editori e agli enti no-profit per questo tipo di prestazione. Attraverso la normativa vigente, si è quindi sottratto di fatto al mercato uno spazio di attività che di diritto sarebbe liberalizzato".

Non si è fatta attendere la risposta di Poste Italiane da parte del suo amministratore delegato Massimo Sarmi il quale sostiene che "la materia relativa alle agevolazioni tariffarie per le spedizioni di prodotti editoriali costituisce un beneficio concesso agli editori e non a PosteItaliane" osservando che “il decreto legge approvato dal Cdm nel suo intento è costruito al fine di mantenere il corretto equilibrio tra l'esigenza di accompagnare il paese verso la liberalizzazione del mercato, per altro prevista per il 2011, ed il legittimo diritto degli editori di poter assicurare il recapito dei prodotti editoriali su tutto il territorio nazionale".

"In questo senso - conclude Sarmi - il decreto rappresenta certamente un primo passo verso un corretto processo di liberalizzazione che il ddl Levi, attraverso un iter certamente più lungo, porterà a termine. Quest'ultimo infatti non prevede alcuna agevolazione tariffaria in un panorama di totale liberalizzazione al quale tende anche Poste Italiane".

 

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