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Campagna delle Nazioni Unite dal 17 al 19 ottobre
 

Appello ai leader mondiali per porre fine alla povertà
 

New York, 13 ottobre 2008 - Dal 17 al 19 ottobre, in una mobilitazione senza precedenti, si prevede che più dell’uno per cento della popolazione mondiale partecipi alla campagna “Stand up and take action” per chiedere ai propri governanti di mettere fine alla povertà e conseguire e addirittura andare oltre gli “Obiettivi di sviluppo del millennio”. La mobilitazione avviene in un momento in cui si è alla ricerca di centinaia di miliardi di dollari per il salvataggio di banche e istituzioni finanziarie, mentre il vertice straordinario sugli “obiettivi” svoltosi alle Nazioni Unite alla fine di settembre ha potuto soltanto ottenere impegni per 16 miliardi di dollari per lottare contro la povertà. Gran parte dei finanziamenti viene dal settore privato e da organizzazioni non governative, e c’è scetticismo circa il fatto che gli impegni assunti dai governi si traducano in nuovi effettivi stanziamenti

Salil Shetty, direttore della campagna del millennio ha affermato che “fra il 17 e il 19 ottobre i capi di Stato mondiali sentiranno direttamente dai propri cittadini che non è più accettabile restare in disparte mentre 50 mila persone muoiono ogni giorno per cause evitabili. I governanti mondiali hanno appena confermato il loro impegno per raggiungere gli “obiettivi” e d’ora in poi i cittadini li riterranno responsabili del mantenimento delle promesse fatte”.

Per Sylvia Borren, co-presidente dell’alleanza per l’Appello globale all’azione contro la povertà, “la crisi finanziaria si è aggiunta all’impennata nei prezzi degli alimenti registrata lo scorso anno e la fame diffusa che ne è seguita, soprattutto nei nuclei familiari guidati da donne, ha messo in luce più che mai l’ingiustizia della povertà e della diseguaglianza a livello mondiale. Questa azione si basa sulla solidarietà fra uomini, donne e bambini nei paesi ricchi e in quelli poveri; si tratta di assumersi la responsabilità per quanto noi stessi possiamo cambiare, e di richiamare alla loro responsabilità i capi di Stato che non adempiono agli impegni assunti”.

Lo scorso anno 43,7 milioni di persone di ogni estrazione sociale, in città di vari paesi si sono mobilitati contro la povertà in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà”, il 17 ottobre. Man mano che gli effetti combinati della crisi alimentare, della crisi finanziaria e del cambiamento climatico hanno iniziato a manifestarsi, è cresciuta la richiesta di azione, e si ritiene che più dell’1 per cento della popolazione mondiale - 67 milioni di persone - parteciperà quest’anno all’evento. 

L'Appello globale all’azione contro la povertà è un’alleanza della società civile costituita da movimenti sociali, Ong internazionali, sindacati,organizzazioni delle donne, gruppi religiosi e giovanili, associazioni locali e attivisti che lavorano insieme in più di 100 coalizioni/piattaforme nazionali. Nell’appello si chiede ai capi di Stato e di governo mondiali di adempiere alle loro promesse di porre fine a povertà e disuguaglianza. L’appello rivendica soluzioni che affrontino le questioni della responsabilità verso i cittadini, del buon governo e del rispetto dei diritti umani; del commercio equo; di maggiori sforzi e migliore qualità negli aiuti allo sviluppo; della cancellazione del debito; dell’uguaglianza di genere e dei diritti delle donne.

Maggiori informazioni sui siti: www.whiteband.org e www.endpoverty2015.org

 

 

 

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