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I cantieri di Solidarnosc rischiano la chiusura



Bruxelles, 21 agosto 2007 - "La Commissione europea non vuole certo la chiusura dello storico cantiere di Danzica legato alla nascita di Solidarnosc, ma una profonda ristrutturazione che ne permetta la sopravvivenza a lungo termine". Così Amelia Torres, portavoce dell’Esecutivo Ue, spiega che i cantieri si trovano di fronte alla necessità di adeguarsi alle normative europee, che non permettono aiuti statali diretti, e che quindi sono giunti ad un difficile bivio: restituire i soldi avuti negli anni - strada che porterebbe alla bancarotta - oppure ridurre la produzione e privatizzare parte dell'attività.
Per la Polonia la chiusura dei cantieri rappresenterebbe un danno non soltanto economico ma anche politico, vista la loro importanza simbolica. Lec Walesa, fondatore di Solidarnosc e Nobel per la Pace osserva che “è un gran dolore, una sconfitta personale, perchè i cantieri che sono stati la culla delle nostre vittorie, vengono lasciati al loro destino". Solidarnosc nacque, come primo sindacato libero del blocco sovietico, nel settembre del 1980 in seguito all'ondata di scioperi nei cantieri navali di Danzica. All'epoca i cantieri impiegavano 17 mila operai. Oggi ne restano tremila.

 

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