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Benedetto XVI: la Chiesa in Italia non ha mire di potere



Roma, 4 ottobre 2006 - In Italia, "la Chiesa non si propone mire di potere, né pretende privilegi o aspira a posizioni di vantaggio economico e sociale". Lo ha ricordato Benedetto XVI al nuovo ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, che ha presentato oggi le lettere credenziali. "Il suo solo scopo - ha detto il Papa - è servire l'uomo, ispirandosi come norma di suprema condotta alle parole e all'esempio di Gesù che passò beneficando e risanando tutti". La Chiesa cattolica, ha precisato il Papa, "chiede pertanto di essere considerata per la sua specifica natura e di poter svolgere liberamente la sua peculiare missione per il bene non solo dei propri fedeli, ma di tutti gli italiani".

“Tra Italia e Vaticano esistono stretti vincoli di cooperazione e un particolare legame che da tempo unisce l'Italia al Successore dell'apostolo Pietro", ha ricordato il Pontefice. Al nuovo ambasciatore italiano presso il Vaticano, Antonio Zanardi Landi, Benedetto XVI ha ribadito che esistono stretti rapporti tra i due Stati, puntualizzando sul principio della laicità. Il Papa ricorda il principio del Concilio Vaticano II, secondo cui “la comunità politica e la Chiesa sono indipendenti e autonome l'una dall'altra nel proprio campo”. E richiama l'articolo 7 della Costituzione italiana, che "fonda le relazioni tra la Santa Sede e lo Stato Italiano, come ribadito anche nell'Accordo che nel 1984 ha apportato modifiche al Concordato Lateranense. In esso vengono così riaffermate - aggiunge il Papa - sia l'indipendenza e la sovranità dello Stato e della Chiesa, sia la reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e dell'intera comunità nazionale".

 

 

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