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Missione di D’Alema in Medio Oriente



Ramallah, 3 settembre 2007 - "Come ognuno può constatare, noi siamo qui per incontrare il presidente palestinese Abu Mazen e il premier Salam Fayyad e non Hamas". E' quanto ha sottolineato il ministro degli Esteri Massimo D'Alema nel corso della conferenza stampa congiunta con Abu Mazen, questo pomeriggio a Ramallah. D’Alema ha spiegato di aver fatto la sottolineatura "a proposito di forzature che ci sono state sulla posizione del governo italiano", osservando che forse non sarebbe il caso di "esportare discussioni italo-italiane in una terra cosi' lontana". Hamas deve "recedere dal golpe compiuto a Gaza e poi si potrà cominciare a dialogare", ha affermato Abu Mazen. Il presidente palestinese ha spiegato che Fatah "non chiude le porte".
Per D’Alema è importante "incoraggiare i palestinesi a ritrovare, su basi giuste, la loro unita"'.
Ha quindi sottolineato il "sostegno" del governo italiano a tutti gli "sforzi per aprire nuove prospettive di pace" in Medio Oriente, spiegando che da parte italiana si incoraggia e si sostiene anche il dialogo diretto che si è riaperto tra l'Anp e il governo israeliano. In questa direzione, da molto tempo si parla della soluzione dei due Stati. "Adesso è giunto il tempo di guardare ai nodi reali, le frontiere, Gerusalemme, i rifugiati, che devono essere sciolti affinché possa nascere lo Stato palestinese". E' quindi importante, ha detto ancora D'Alema, lavorare per creare una nuova unità tra i palestinesi sulla base del rispetto dei principi di legalità. “La comunita' internazionale, l'Ue e l'Italia - ha concluso D’Alema - devono quindi aiutare la leadership "democratica e moderata" palestinese a ricostruire "su basi giuste questa unità"'.

 

 

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