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L’intervento alla 62esima Assemblea generale delle Nazioni Unite
 

Prodi: proseguire la battaglia contro la pena di morte



New York, 26 settembre 2007- “Quella per la moratoria universale della pena di morte è una battaglia estremamente complessa e difficile che l'Italia vuole vincere ma che non bisogna assolutamente sottovalutare, perché non si possono escludere, al momento del voto, neanche delle sorprese”. Romano Prodi riapre il dossier contro la pena di morte nel suo intervento all'Assemblea plenaria della 62esima Assemblea generale delle Nazioni Unite che a dicembre voterà la risoluzione sulla sospensione delle esecuzioni capitali.

“Oggi l'Italia inizierà la battaglia per una moratoria generalizzata che - secondo Prodi - questa volta contiamo di condurre in porto, grazie anche al fatto che negli ultimi anni ci sono stati cambiamenti sostanziali in molti Paesi che la applicavano”. Il premier non nasconde che la battaglia resta difficile, anche perché ci sono molti Paesi importanti che continuano ad applicarla, come Stati Uniti e Cina. I numeri per una possibile vittoria ci sono, questa volta sembra prevalere l'ottimismo: “Contiamo che a novembre o al massimo a dicembre si potrà avere una conclusione del dibattito”. La strada italiana è stata iniziata molti anni fa da "Nessuno tocchi Caino", per arrivare al coinvolgimento di 55 premi Nobel e al sostegno di buona parte dell'opinione pubblica mondiale. Lo slogan lanciato dall'Italia, e che vedrà a New York impegnato nei prossimi giorni anche il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, è: “Se vuoi la pace cura la giustizia”.

Parlando del tema della riforma del Consiglio di Sicurezza dell’Onu Prodi ha ricordato che il principio democratico e la rappresentatività di ciascuno Stato membro sono alla base del sistema delle Nazioni Unite e anche per questo l'Italia rimane contraria a ogni ipotesi di riforma che preveda l'istituzione di nuovi membri permanenti. Prodi ha poi affrontato i temi cari all'Italia, dal Medio Oriente al clima, all’Africa. E proprio sull'Africa il premier ha tenuto un discorso al Consiglio in una seduta dedicata al continente nero cui hanno partecipato i capi di Stato e di Governo, presieduta da Nicolas Sarkozy (la Francia ha la presidenza di turno, il prossimo mese toccherà all'Italia). E in particolare Prodi ha parlato di Darfur e della prossima missione di 26 mila caschi blu nell'area, tema toccato anche nel colloquio con il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon.
“Noi ci siamo impegnati in un'azione di aiuto prima di tutto logistico - ha detto il premier, in una conferenza stampa a margine dei lavori dell'Assemblea – l'impegno nel trasporto vuole dire cibo e assistenza”. Prodi ha detto che il Governo sta valutando uno sforzo maggiore sia nel Darfur che nel Corno d'Africa, anche attraverso la costituzione di un Peace Facility Fund. “La nostra politica estera non può non tenere conto di realtà drammatiche, né della storia, ovvero del legame forte dell'Italia con il Corno d'Africa, ora in una situazione drammatica. La presenza discreta e continua dell'Italia e anche la conoscenza dei luoghi può essere utile”.

 

 

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