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Conferenza a Bruxelles dei 27 con 16 paesi amici
 

La Politica europea di vicinato



Bruxelles, 3 settembre 2007 – Nella prima conferenza per lo sviluppo della politica europea di vicinato (Pev) i rappresentanti a livello ministeriale dei 27 paesi della Ue e dei 16 paesi che rappresentano “l'anello di amici”, dall' Ucraina, al Caucaso ai paesi del Nord Africa, più Libia, Bielorussia e Siria, in qualità di ''osservatori'', hanno dato nuovo impulso ad una politica che può contare su 12 miliardi di euro di programmi economici più altri aiuti in cambio di riforme e sviluppo democratico. I paesi vicini hanno deciso di rafforzare le relazioni nei settori dell'energia, del commercio estero e della sicurezza, e di volersi unire alla lotta europea contro il cambiamento climatico.

Restano però alcuni interrogativi da sciogliere: se puntare di più ai paesi della cintura dell'Est o a quelli dell'area del sud che, secondo il presidente francese Nicolas Sarzoky, dovrebbe formare il nucleo dell'Unione mediterranea. Inoltre è da chiarire se la politica europea di vicinato va considerata come l’anticamera per un futuro allargamento. L’Italia, con il sottosegretario Famiano Crucianelli, ha chiesto ''una politica più dinamica verso la sponda del Mediterraneo'' ed ha auspicato ''una integrazione piena'' della Libia, ma al tempo stesso ha insistito sull'importanza di ''legami forti'' con le regioni del Mar nero e del Caucaso, a cominciare dai problemi dell'energia.

Il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Durao Barroso e il ministro degli esteri portoghese Luis Amado, presidente di turno del Consiglio, hanno suggerito di rafforzare la politica di vicinato seguendo il criterio della ''differenziazione''. D'accordo il ministro degli esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos purchè ''non rappresenti una discriminazione''. Il ministro degli esteri polacco Anna Fotyga ha insistito sulla necessità di mantenere lo sguardo ben puntato ad est, evocando anche la possibilità di uno sbocco nella famiglia europea per ''l'Ucraina e probabilmente la Moldovia''.

Il ministro britannico agli affari europei, Jim Murphy, ha sponsorizzato l'ipotesi di una Pev anticamera dell'allargamento, sostenendo che ''per quei paesi che cercano una prospettiva più ampia, le porte della Ue devono restare aperte''. Nettamente contrario il suo collega tedesco Guenter Gloser, per il quale la politica di vicinato ''è un enorme contributo'' alla promozione di sicurezza e prosperità in Europa, ma ''non ha assolutamente nulla a che fare con una futura prospettiva di ingresso nella Ue''. I rappresentanti dei paesi vicini hanno avanzato proposte per aumentare il libero scambio e rafforzare la cooperazione energetica.

 

 

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