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Tregua del Pkk a fronte del ritiro turco



Bagdad, 22 ottobre 2007 - Il presidente dell'Iraq, il curdo nord-iracheno Jalal Talabani ha affermato di avere avuto assicurazioni dai dirigenti del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan) che l'organizzazione separatista curda sospenderà le sue azioni armate da stasera. Da parte sua il Pkk ha annunciato: “Siamo pronti ad osservare il cessate il fuoco se l'esercito turco cesserà di attaccare le nostre posizioni, rinuncerà ai suoi piani di incursione e si impegnerà per la pace”. 

Intanto si intensifica l’azione diplomatica. Il ministro degli esteri turco, Ali Babacan, è atteso domani a Baghdad per negoziati sulla questione delle basi dei ribelli separatisti del Pkk presenti nel nord dell'Iraq. Da Ankara il premier Tayyip Erdogan afferma che la pazienza è agli sgoccioli e che il suo paese ha tutto il diritto di difendersi. L'azione militare, ha concluso Erdogan, potrà essere evitata se gli americani e gli iracheni espelleranno il Pkk e chiuderanno i campi di addestramento della guerriglia separatista. L'esercito ha informato che nell’offensiva lanciata in rappresaglia all’agguato, 34 ribelli sono stati uccisi e che, malgrado tutti gli sforzi di ricerca, non è stato stabilito alcun contatto con gli otto soldati dispersi subito dopo l'attacco dei curdi.

L’Ue condanna l’attacco del Pkk in Turchia 

Da Lisbona la presidenza portoghese dell'Unione europea ha condannato la violenza terroristica del Pkk in territorio turco lanciando un appello perché si evitino azioni militari sproporzionate. La presidenza Ue ha invitato la comunità internazionale ad appoggiare gli sforzi della Turchia volti a proteggere la sua popolazione e lottare contro il terrorismo, nel rispetto della legge, tutelando la pace e la stabilità internazionale e regionale. Secondo la presidenza dell’Unione europea è della massima importanza il rafforzamento del dialogo e della cooperazione fra i governi di Turchia e Iraq nell'affrontare questo problema. La nota dell’Ue invita anche il governo iracheno e quello regionale curdo a garantire il rispetto del confine turco e fare si che il territorio iracheno non sia usato per azioni violente contro la Turchia.

D’Alema: Fermare la violenza 

Dall'Italia il ministro degli esteri Massimo D'Alema sottolinea: “L'unica via d'uscita di questa crisi è la cooperazione tra le autorità turche e quelle irachene per fermare la violenza e la spirale di guerra e che aggiungerebbe alla situazione già drammatica dell'Iraq nuovi motivi di tensione. Confermiamo il nostro appello alla Turchia - ha aggiunto D'Alema a Napoli per partecipare a una tavola rotonda sul Medio Oriente - di evitare operazioni militari massicce all'interno del territorio iracheno”.

 

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