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Applicazione del mandato di arresto europeo

Bruxelles, 23 febbraio 2005. La Commissione ha presentato il suo rapporto di valutazione sull'applicazione del mandato d’arresto europeo, che dal 1° gennaio 2004 sostituisce la procedura di estradizione tra gli Stati membri. “Nonostante un certo ritardo iniziale, il mandato d’arresto europeo è ora operativo nella maggioranza dei casi previsti”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Franco Frattini, Commissario alla giustizia, libertà e sicurezza, “e il suo impatto appare positivo sia in termini di depoliticizzazione ed efficacia, sia in termini di rapidità della procedura di consegna dei ricercati tra gli Stati membri, e tutto ciò nel rispetto dei diritti fondamentali. Questi risultati globali ampiamente soddisfacenti non devono tuttavia distogliere l'attenzione dagli sforzi ancora necessari da parte di alcuni Stati membri per conformarsi pienamente alla decisione quadro”.

Istituito dalla decisione quadro del Consiglio del 13 giugno 2002, il mandato d’arresto europeo costituisce la prima misura d’applicazione del principio di riconoscimento reciproco e la più simbolica. Grazie a tale mandato è infatti possibile, nella maggioranza dei casi previsti, procedere alla consegna di sospetti o condannati da uno Stato membro all’altro nell’ambito di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia, reso in tal modo ancora più concreto.

Sebbene soltanto la metà degli Stati membri abbia rispettato i termini stabiliti, il mandato d’arresto è oramai in applicazione in tutti gli Stati membri ad eccezione dell’Italia. Il rapporto evidenzia tuttavia le persistenti difficoltà in termini di  applicazione della decisione quadro in alcuni Stati membri. Con la presentazione del rapporto s’intende incoraggiare tutti gli Stati membri ad attuare pienamente e in misura efficace i rispettivi impegni in materia. 

L’efficacia del mandato d’arresto può essere già valutata, provvisoriamente, a fronte dei 2 mila 603 mandati emessi, delle 653 persone arrestate e delle 104 consegnate fino allo scorso settembre. La consegna di propri cittadini, grande innovazione della decisione quadro, è oramai divenuta una realtà, anche se la maggioranza degli Stati membri ha comunque deciso di applicare, nei confronti dei propri cittadini, la condizione dell’esecuzione della pena sul territorio nazionale.

In virtù dell’entrata in vigore della decisione quadro, la durata media di esecuzione di una domanda è passata di fatto, secondo una stima provvisoria, da più di 9 mesi a 45 giorni, senza nemmeno contare i frequenti casi in cui la persona acconsente alla sua consegna, nei quali la durata media si riduce addirittura a 18 giorni.

La Commissione giudica questa prima valutazione ancora come provvisoria e si  riserva quindi il diritto di presentare eventuali proposte di modifica della decisione quadro alla luce di un’esperienza più lunga.

 
 
 
 

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