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Programmi di coesione 2007 - 2013

 

Bruxelles, 31 gennaio 2005 - Danuta Hübner, Commissario europeo responsabile per la politica regionale, ha annunciato che la proposta della Commissione relativa alla nuova generazione di programmi di coesione ha ottenuto il sostegno della maggior parte degli Stati membri. Si tratta di un passo significativo verso il raggiungimento di un accordo entro il mese di giugno. Nelle sue proposte la Commissione sollecita una riforma della politica di coesione basata su tre obiettivi: convergenza, competitività regionale e cooperazione territoriale.

Dopo la riunione dei Ministri degli affari esteri dei 25 Stati membri che hanno preso in esame le future prospettive finanziarie, il Commissario Hübner si è detta lieta che la maggior parte di essi sia favorevole alla proposta della Commissione. Preso atto anche delle opinioni divergenti riguardo al livello complessivo della spesa prevista, il Commissario precisa che con 100 milioni di cittadini europei in più, con un marcato aumento delle disparità regionali e con la sfida della strategia di Lisbona, ridurre il livello degli investimenti nella coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione non sarebbe né saggio né giustificato. Per questo motivo una dotazione finanziaria limitata all’1% del reddito nazionale lordo non contribuirebbe ad un’Europa migliore.”

La proposta di riforma della politica di coesione prospettata dalla Commissione prevede una dotazione finanziaria di 336,1 miliardi di euro nel periodo 2007-2013. Il 79 per cento di questa somma (pari a 264 miliardi di euro) è destinato alle regioni e agli Stati membri più poveri nell’ambito del nuovo obiettivo “convergenza”, il 17 per cento (pari a 57,9 miliardi di euro) al sostegno comunitario nell’ambito del nuovo obiettivo “competitività regionale e occupazione” e il 4 per cento (ossia 14, 2 miliardi di euro) all’obiettivo “cooperazione territoriale”.

Il Commissario Hübner ha infine osservato che ”la politica di coesione riguarda tutte le regioni dell’Unione. Non si tratta di beneficenza, ma di investire nella crescita e nell’occupazione. Non vedo alcun valore aggiunto nel sostituire l’aiuto comunitario alle regioni con un aiuto nazionale”. Il Commissario è contrario a rendere più flessibile la disciplina della gestione finanziaria dei fondi, poiché ritiene che si tratti di un elemento essenziale del contratto fondamentale con il contribuente europeo.

 

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