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Guglielmo Coladonato è nato a Torricella Peligna, in
provincia di Chieti, il 3 gennaio 1933. Risiede ed opera ad Aranova di
Roma.
L’atmosfera della sua terra d’origine,
l’Abruzzo "aspro e gentile", accompagna lo sviluppo artistico di questo
"pittore dall’estro fervido, vivace nella sua coloristica e interessante
nella scelta dei soggetti", come lo descrive l’ Enciclopedia dell’Arte
Italiana per il Mondo. Da aggiungere che Coladonato preferisce
realizzare i suoi dipinti ad olio su faesite, spesso sulla parte ruvida,
dove non è possibile avere ripensamenti, anche perché considera questo
tipo di supporto superiore alla tela per la conservazione dell’opera e
dei colori.
Secondo i critici la pittura di Coladonato
spazia dal figurativo al simbolismo-surreale con pennellate ora morbide,
per esprimere la grazia femminile, ora fantasiose come se fossero
scalpellate nel colore e nella luce delle figure, dei paesaggi, delle
nature morte per risvegliare il travaglio interiore e le contraddizioni
della vita stessa.
La sua infanzia venne fortemente segnata dalla sofferenza: dopo la morte
della madre, l’arroganza di un padre-padrone lo costrinse a fare il
pastorello-bambino in solitudine sul colle dell’Irco, dove cominciò a
scolpire le prime pietre, la sua adolescenza attraversò poi le
drammatiche vicende della seconda guerra mondiale, con il conseguente
sbandamento e la perdita di un occhio per lo scoppio di un ordigno,
finché non trovò accoglienza nel Villaggio del Fanciullo di Silvi Marina
e avviato alla scultura.
La svolta
verso la pittura avviene dopo l’incontro a Chieti con i fratelli
Tommaso, Giuseppe e Michele Cascella che lo incoraggiano a frequentare
il locale Istituto d’Arte. Conclusi gli studi, motivi di lavoro lo
portano prima in Piemonte, al Tribunale di Saluzzo, e nel 1961 alla
Corte d’Appello di Roma dove presterà servizio fino al 1970. Ormai è
consapevole che la sua vera vocazione è la pittura, dato che già dal
1967 partecipa a mostre collettive in diverse città italiane.
Da allora ai tempi d’oggi
Coladonato ha allestito un centinaio di mostre personali alcune delle
quali in sedi prestigiose: Museo di Roma, Museo della Scienza e della
Tecnica di Milano, Palazzo delle Nazioni Unite di New York e in Gallerie
di Parigi, Londra, Caracas, Svizzera, Belgio, Canada, Australia,
ottenendo premi e riconoscimenti. Sue opere si trovano in musei e
collezioni private di vari paesi.
Tra gli ammiratori del talento di Coladonato sono da ascrivere il grande
pittore Salvator Dalì, conosciuto personalmente nel 1967 durante una
vacanza in Spagna, che gli profetizzò un luminoso avvenire, e il noto
scrittore abruzzese Ignazio Silone che nel 1977, un anno prima della
scomparsa, volle conoscere l’artista e visitare il suo studio sulla via
Aurelia a Torrimpietra e lo definì “un pittore della realtà, colmo di
fuoco, sempre alla ricerca di momenti pieni di pathos e di umanità”.
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