Tre rose

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A MIA MADRE

 

 Semplice e laboriosa

Sensibile e virtuosa

Amava il bel cantare

E ai poveri donare

Saggia  giusta  amorosa

Madre meravigliosa.

 


TRE  ROSE

 

 La   prima :  rosa gialla

fu quella che fanciulla

tu regalasti a mamma.

 

L’altra :la rosa rossa

te la donò il tuo amore

quando palpito il cuore.

 

La terza rosa bianca

te l’appuntasti  trepida

sull’abito da sposa.

 

Tre rose  bianca  gialla

e rossa porporina

tre tappe della vita.
 

 


MAMMA NON C’E’ PIU’

 

Vita c consigli amore

tutto mi desti tu

e xhe tristezza in core

ora che sei lassù.

    

Perché perché sì presto

     t’han richiamata in cielo?

     Forse anelavan gli Angeli

     averti in Paradiso?

 

Con gran rassegnazione

da loro sei volata

lasciando affranta e in lacrime

chi tanto t’adorava.

    

Il vuoto che hai lasciato

     profuma di virtù

     che nel tuo grande cuore

     tutte le avevi tu.

 

Che cosa m’hai lasciato ?

Cosa di te è rimasto?

Tutto! Quel sangue generoso

che scorre nelle vene è tuo

e tuoi sono i ricordi.

    

Quanti quanti ricordi!

     dolcissimi e sereni…

     Con la tua mano morbida

     mi accarezzavi trepida

 

soffrivi di dolore

quand’ero un po’ malata

gioivi meco quando

di gioia ero pervasa.

    

Quello che m’hai donato

     giammai lo scorderò

     ed dentro al core mio

     un Altare ne farò
 

 


VECCHIE  CARTOLINE

 

Sento fra le mie mani palpitare

la traccia di due vite trapassate.

Son teneri ricordi di due cuori

che d’un amore fecero un poema.

 

Cartoline ingiallite, trattenute

da un nastro che fu rosa carnicino.

Quel nastro tiene ancora nel suo nodo

sospiri ardenti e tenere parole.

 

Pur s’è sbiadito il nastro

e spenti i cuori

vive ancor fra le righe

il grande amore.


 


PIOGGIA E SOLE

 

La pioggia che cade improvvisa

con scrosci rabbiosi e gelati

rattrista d’un subito il cuore

non fa più sentir l’allegria.

 

Col sole si è più spensierati.

la pioggia c’induce a pensare.

Con l’uno si gioca, si ride

 

con l’altra si tace  più quieti.

Con l’acqua  e col sole

s’alterna la vita.

 


AZZURRO IN CUORE

 

In piedi guardo il mare

e sembra il cielo

sdraiata guardo il cielo

e sembra il mare.

 

Si riempie d’azzurro

tutto il core

e il fardello del mondo

è lieve lieve.


 


Premiata con targa e diploma nel 1976

al 2° Concorso di Poesia

Internazionale  Silvio Biondi 

 

LIETO PASTORE

 

Lieto pastor che vai

lungi dal piano

teco portando

pecore e agnellini.

Conosci l’odor di boschi

e di rugiade

l’afa del sole intenso

e l’improvviso

terror di grandinate.

Il cane solamente

t’è vicino

mentre che intorno

s’odono i belati.

 

E quando a sera

tace ogni rumore

e stanco giaci

tu sogni ancora

i pascoli dorati.

 


MESTIZIA

 

C’è nell’occhio

una lacrima lieve

e sul labbro

tremore di pianto.

 

Quando il core

al dolore non regge

non v’è cosa

che può consolare.


 


PRIMAVERA O AUTUNNO?

 

Vedo il mandorlo sbocciare

nella fredda primavera

e le rondini tornare

dal versante di riviera.

 

A me sembran raggelate

quelle alucce nere nere…

Troppo presto son tornate

a cercar le primavere?

 

La stagione ch’han trovato

è l’autunno ? O s’è cambiato

tutto il ciclo del creato?

 

Non è il tempo ch’è cambiato

oh mie amate rondinelle

ma il mio core s’è invecchiato

 

non ha più le cose belle

che scaldare lo potranno.

Non più sole senza amore

 

per quegli anni che verranno

ed il gelo del mio cuore

mai più nulla scioglierà.

 


CANZONE NUOVA

 

Vorrei cantare

una canzone nuova

che dica al mondo

tante cose belle

che ridoni la gioia della vita

a chi è perduto

e non sorride più.

 

Che ad ispirarmi fosse

il cielo azzurro

o un angelo gentile

un prato o un fiore.

Le parole più semplici e serene

darebbero per sempre

pace a me.

 

Ma chi m’ispirerà

questa canzone

se la tristezza

è grande entro di me?

Non so! Ma non sarà su questa vita!

Perciò il mio canto

solitario e mesto

 

pian piano lo rinchiudo

nel cassetto.


 


CUOR DI MADRE

 

Sul clivo erboso

digradante al mare

rincorrono farfalle

due fanciulli.

La madre un po' discosta

li sorveglia commossa.

 

Nel tempo fermerà

quell’ore liete

d’anni tanto sereni

la mente troverà

nei giorni mesti

la gioia del ricordo.

 

Nel cuore d’una madre

quale scrigno prezioso

qualunque si ritrova

e pena e gioia

di giorni tristi

e di momenti lieti.

 

Diletti figli

quanto amati siete!

Di tanto amore

quale conto fate?

Cosa sapete in cambio

a lei donare?

 

Ma lei non se ne duole!

Se occorrerà domani

vi tornerà a donare

la vita che vi diede.


 


PACE    E   LIBERTA’

 

 Quando nel nostro petto

nasce una fiamma ardente

di pace e libertà

vorremmo prodigarci

per tutti i sofferenti

che oppressi

ognor soccombono

fra tante schiavitù.

Ma i lacci che ci avvincono

si stringeranno ancora

se ognuno non collabora

dall’uno all’altro Polo.

 

La terra tutt’intera

che soffre trema spera

brama che ad ogni popolo

concesso sia quel poco

che lasci tutti vivere

senza disparità.

L’equa ripartizione

dei beni naturali

senza barriere e ostacoli

farà sì che ogni essere

viva sereno e in pace

in tutta libertà.

 


MAMMA  AURORA

 

Aurora dolce fata cilestrina

che di rugiada irrori

il monte e il piano

gli uccelli dentro il nido

fai svegliare

le rose profumate fai sbocciare.

 

Con il tuo bacio

levi il sole amico

e al mondo annunzi lieta

il nuovo giorno

foriero di speranze

o di sconfitte.

 

La tua rugiada lava l’amarezze

di questa vita grama

E sconsolata.

Son teco uccelli e fiori

ogni mattina e ti salutan lieti

gli uni con voli arditi

 

gli altri coi smaglianti colori

e coi profumi

e tutti al tuo passaggio

s’inchinano devoti.

Sei Mamma Aurora

e tutti soavemente 

racchiudi nel tuo abbraccio.

 


OCCHIALI  ROSA

 

Io guardar vorrei le cose

con lo sguardo dei bambini

le vedrei con occhio chiaro

tutte belle e trasparenti.

 

Ma perché gli anni che vanno

non c’insegnano a restare

con la gioia dentro al cuore?

 

Ciò si deve solamente

alla vita che c’inganna

agli affanni d’ogni giorno

che tormentano la gente

e avviliscono la vita.

 

Se potessi darei a tutti

degli occhiali color rosa

perché ognuno possa avere

la visione rischiarata

 

d’ogni propria sofferenza

e ogni umana debolezza

possa alfin venir schiarita

da un colore più sereno

 

che dilegui ogni sconforto

e sparir faccia gli affanni

che mai pace  danno al cuore.


 

AL DI LÀ

Il perchè d'ogni cosa nascosta
ci sarà rivelato allorquando
noi saremo aldilà della vita.
Solo allor forse avremo
visioni celesti che, svelando
disegni supremi, ci diranno
il perchè del dolore
d'ogni umana creatura vivente
e di morti immature
e di lacrime amare.
Di speranze deluse
e di mali crudeli.
Tutto ha un fine nel mondo
e uno scopo preciso.
Spesso tutti piangiamo
su d'un fior troppo presto
reciso... Ci sembra...
Ma invece quel fiore,
più fulgido e bello,
nell'istante in cui cade
già risorge nel sole effondendo
un profumo fragrante
di vita celeste.
E, fra canti d'angeliche schiere,
sentirà che il suo posto
preciso è lassù.

 


SOLE SUI FIORI DI ROMA

 

Sopra i terrazzi

è sorto il primo sole

baciando vasi

colmi di rugiada.

 

Giunta è la primavera

e il suo tepore

discioglie vecchie membra

intorpidite.

 

Sui tetti rossi

scintillanti al sole

si posano gli uccelli

mattinieri .

 

Tutta la vecchia Roma

addormentata

sembra svegliarsi

al magico richiamo.

 

Fiori d’ogni colore

e d’ogni specie …

Ma sopra a tutto

brilla ardente il sole


 


IL GUARDAMONDO

 

Io guardo il mondo sempre

pur non viaggiando mai

e tutto mi sorprende

m’interessa e  m’attrae.

 

Vorrei saper di tutto

per dare spiegazione

ad ogni avvenimento

che pare astruso e strano.

 

Con l’occhio ognor sereno

mirando sempre attorno

m’accorgo che guardandolo

io amo tutto il mondo.

 


IL MIO CUORE

 

 Geme il mio cuore dinanzi al dolore

Freme di gioia s’è pieno d’amore

Per l’entusiasmo d’un’opra s’infiamma

E la bellezza pur sempre l’incanta.

 

Gode vedendo un bel prato fiorito

Sogna ammirando il gran cielo turchino

Canta aspettando il domani con gioia

Speranze eterne d’un cuore di donna.


 


LA PRIMA VIOLA

 

La prima viola

aperta sul balcone

mi porta il soffio

della primavera.

 

Ritorna il sole

l’aria è più pulita

primavera vuol dire

nuova vita.


 


GETTA I PENSIERI TRISTI

 

Getta i pensieri tristi

in fondo al mare

Gettali in pasto ai pesci

e sai perché?

 

Quelli son muti

e non diranno mai

tutti i segreti tristi

c’hai nel cuore.


 


LA GLORIA

 

Si fa largo a gomitate

fra lo scherno e le risate

però quando s’è affermata

vien da tutti rispettata.

 


FINESTRE DAL TRENO

 

Finestre che passate

davanti l’occhi miei

guardandovi dal treno

che passa e fugge via.

 

Ogni finestra un sogno

per quell’umanità

che standovi rinchiusa

vive sol di quel sogno

bello o brutto che sia.

 

Ma forse per qualcuno

tramonta come nasce

senz’avverarsi mai

dandogli solamente

tanta malinconia.

 

Dietro quelle finestre

passano vite intere

milioni di speranze :

ognuna una promessa.

 

Vorrei fermar quei sogni

che son dietro quei vetri

e a ognuno di quei cuori

donar felicità.

 

Che tanto …il tempo sogni

tutti farà passare

come fa adesso il treno

che fischia  passa  e  va.

 


FOGLIE  GIALLE

 

 Oh! Foglie gialle

che lievi volteggiate

senza una meta

il vento vi fa errare.

 

Nel turbine vi prende

e v’abbandona!

 

Ma se una dolce brezza

v’accarezza

voi dolcemente

in terra vi posate

 

e l’una all’altra

accoste vi tenete

ed un  tappeto giallo

 

poi formate

e i piedi del passante

accarezzate.

 


LA PRIMA FOTO

 

Guardando la mia foto di bambina

ritrovo a un tratto tutto lo stupore

di quel tal giorno  tutto preparato.

 

Tutt’agghindata a festa coi monili

e un fiocco rosa  enorme sui capelli

rivedo nei miei occhi lo sgomento

per l’improvviso lampo del magnesio

 

Avevo a lato la mia sorellina

seduta su una bella poltroncina

io con la mano stretta sul bracciolo

sembrava che protegger la volessi

 

da quell’oggetto nero misterioso

con l’occhio fisso su di noi di vetro.

lei col suo sguardo molto sbarazzino

aveva un gran coraggio all’occhi miei

 

giacché guardando dritto avanti a sé

scrutava attenta sotto il drappo nero.

dissero che riuscì una bella foto!…

 

Ma rivederla adesso a un’altra età

quella foto mi fa una gran pietà.

 

 


ROMA E VICENZA

 

 Famiglia e tradizioni

m’hanno fatta romana

ma per caso è Vicenza

dove sono nata.

 

Io quella terra veneta

non l’ho vista giammai

ma ho custodito intatto

il desiderio ardente

 

di respirare un giorno

l’aria delle colline

e visitare inoltre

le Ville vicentine.


 


OCCHI SENZA LUCE

 

 Quegli occhi sì belli

sì grandi sì puri

si sono ormai chiusi.

 

Mai più guarderanno

pei cieli turchini

pei prati fioriti.

 

Ma più spazieranno

lo sguardo estasiato

su vele leggere

 

vaganti sul mare.

Soltanto nell’anima

sta chiuso il rimpianto.

 

Quel grande rimpianto

di luce di sole.


 


 

Premiata al concorso "Silvio Biondi" 1977

 

FRINGUELLI SUL MIO BALCONE

 

 Tanti fringuelli invadono il balcone

pieno di fiori belli e profumati

quelle corolle variopinte e calde

li attirano e l’invitano a cantare.

 

Cantano al sole all’aria  alla natura

e soprattutto allietano il mio cuore.

Piccoli uccelli che volando andate

senza una meta e senza le catene

 

che rendon muto ogni cantore umano.

Regnate sugli spazi sconfinati.

piccoli siete a paragon dell’uomo

ma quanto più felici vi sentite

 

perché il cantare vostro non ha freni

e la natura prodiga v’è stata

donandovi i suoi doni più preziosi:

voce canora e tanta libertà.

 


ACQUA SORGIVA

 

Acqua sorgiva

chiara e trasparente

parli  di fresche valli

e boschi  ameni.

 

Alle sudate membra

dai ristoro

agli stanchi viandanti

nuova lena.

 

Sei miracolo eterno

e sempre n uovo

desiderata più

 

 d’altra bevanda

da chi assetato

trova in te respiro.


 


CANDIDA PIUMA

 

 Una sottile piuma

sopra una rosa rossa

si depose leggera.

 

Mi sembrò nel guardarla

una spada in un cuore!

 

Anche un rapido  volo

può turbare e ferire

un cuore solitario.

 

E tu candida piuma

non puoi certo sapere

la traccia  che hai lasciato

col tuo lento cadere.

 


FRESCO MATTINO

 

 Fresco mattino lieto

in riva al mare!

 

Vedo incresparsi

l’onde  e in cor

ne godo.

 

Quel fluttuar leggero

e trasparente

mi calma i nervi

stanchi e affaticati.


 


LA VITA

 

I giuochi dei fanciulli

i sogni giovanili

le mete mai raggiunte

tutto la vita ingoia

e non riman che noia.

 


COME IL SOLE FU MIO PADRE

 

Animo grande e cuore generoso

con intelletto attento e prodigioso.

amò tanto la vita e ogni dovere

conversando con tutti con piacere.

 

Seppe donar consiglio a chi chiedeva

e confortare ognuno lui sapeva.

Passò su questa terra come il sole

che dona il suo calore a chi lo vuole.


 


GUARDANDO UN PASSEROTTO

 

 Guardando un passerotto

volare tutto solo

penso: se fossi anch’io

un passero così ?

 

Vedrei sorgere il sole

tra i rami d’un abete

bagnarsi di rugiada

i colli e prati in fiore.

 

Librandomi nel cielo

sarei per ogni dove

sui tetti nelle aiuole

felice tutto il dì.

 

M’inebrierei di luce

libero come l’aria

senz’altra brama in c ore

che i voli ed i …riposi.

 

Ritornano i pensieri

il sogno si dissolve

il passero è sparito

ed io sto qui pensare.

 


I MIEI VERSI

 

Sopra un foglio

di quarta elementare

trovo lo spunto

per parlare in rima

 

ma è un dialogo a due voci

perché sento

che il rigo  largo

fa spaziar la mano

 

invece quello stretto

l’imprigiona.

Ne risulta così

di volta  in volta…

 

Secondo il rigo

un verso troppo ardito

e ahimè quell’altro

lo rende un po’ sbiadito.


 


IL PRIGIONIERO

 

 Vorrei asciugare il pianto

d’un bambino

 

donar conforto al cuore

d’una madre

 

vorrei sanar le piaghe

ad un malato

 

e ridonar la vita a chi

è morente

 

vorrei cantar le gioie

della vita

 

regalare  sorrisi a tanta

gente

 

ma questi desideri sono vani

son chiusa in gabbia

 

e pur volendo

niente posso fare.

 

 


RICORDO SABINO

 

 Distese di prati dorati

filari di viti mature

nel verde smarrivo i pensieri

di sogni riempivo il mio cuore

 

bastava al mio cuore infantile

veder le farfalle volare

oppure raccogliere more

unite all’agreste cedrina.

 

Ritratto di vita vissuta

ricordo d’un tempo che fu

ritorna alla mente matura

che non sa scordarlo mai più.

 

Rivedo quei campi inondati

di sole …risento i profumi

di mele e uliveti…

la tenera Infanzia in letizia vissuta

mi torna alla mente…

 

Ricordo sabino  sei tenero e fresco

e una lacrima bagna la gota appassita.

 


NON AFFOGARE

 

La vita non reca che affanni

si dice sovente all’ingiro

ma niuno però vuol  morire

e resta aggrappato alla sponda…

Sia bene  sia male vorrà galleggiare.

 


L’ONDE

 

Son l’onde come

l’ore della vita

che vanno avanti

con monotonia

se un vento forte

non le scuoterà.

 


L’IRA

 

L’occhio iniettato di sangue

il labbro che pende  tremante

la mano serrata in un pugno

fende l’aria e s’abbatte violenta.

 

Uno scatto improvviso e tremendo

che sopprime un nascente sorriso.

 

Ira sorda  brutale  crudele

che allontana chi ama

e raggela ogni cuore fedele

e funesta separa due vite.


 


CONTAMINAZIONE

 

Il mondo si contamina

ed or  non è più quello

del vecchio tempo andato

c’è più progresso  è vero

ma tutto è artificiale

e questo rapido andare

più presto ci conduce

lietamente a morire.

 

Se freno non si pone

a ciò che danno arreca

se non si fa capire

ciò ch’è bene o ch’è male

ò inutile scoprire

è inutile inventare…

Si riuscirà solamente

il mondo a cancellare.


 


MORIRE A VENT’ANNI

 

Sul fiore della vita

a vent’anni la morte

lo ha preso violenta.

 

Guidava sicuro veloce

d’un tratto…uno scontro

uno schianto…più nulla.

 

Inerte rimase nel sangue

ma il cuore batteva batteva

e il polso scandiva la vita.

 

La breve speranza

la sorte spezzò…

La morte sbiancato

 

Ha quel volto…

Ricordi fraterni

di matte risate

 

di scherzi di giochi felici

assalgono l’anima …

Ognora s’impreca…si prega

 

Ma tutto ormai vano rimane!

Quel cuore fraterno

mai più batterà

 

e il franco sorriso

Mai più tornerà.

 


L’ORA  FATALE

 

Non è quella della gioia

non è  quella del piacere

ma fatale solo quella

sconosciuta del trapasso.

 

Verso un mondo misterioso

vola l’anima pentita

d’aver speso così male

tutto il tempo della vita.

 

Qual giudizio ha meritato?

Lo saprà soltanto allora

quando giunta al passo estremo

scocca l’ora della fine.

 

A quel punto giunta ormai

si vedrà quel ch’ha compiuto.

Tanto bene? Tanto male?

Ogni cosa ha il suo valore.

 

Ogni azione ogni pensiero

sarà tutto bilanciato…

L’orologio della vita

segnerà l’ora fatale.


 


ECCO IL FUTURO

 

I radioisotopi sono le spie

serve dell’uomo dell’avvenire

vengono immessi nelle sostanze

le più svariate  le più impensate.

Si può vedere poi dai controlli

tutta la vita della natura.

 

Sterilizzare ogni vivanda

e scandagliare qualunque fibra

poi beninteso si può curare

qualsiasi male anche crudele

modificare l’agricoltura

e sorvegliare ogni coltura.

 

Ecco il futuro!

Parole nuove calcoli nuovi

sommersa è tutta la scienza antica

questo il principio dell’era nuova

ogni mistero sarà svelato

dall’occhio vigile dello scienziato.

 

Fidiamo quindi nell’avvenire

che d’ogni male  porterà fine.


 


DELICATAMENTE

 

Delicatamente accarezzo

la mano e la guardo

molto commossa

e ancora dolcemente

l’accarezzo piano.

E’ una mano piccina

tenera e rosata

che inerte a me s’affida.

Nel mentre osservo

Penso:

 

Cara piccola mano

vi è qualcosa di me

entro di lei

che è quella della figlia

di mio figlio.

Si stende e si rinserra

con movimento ritmico

e gentile

quasi  volesse già

afferrar qualcosa.

 

Che cosa prenderà

così nell’aria?

Per ora solamente

la vita può afferrar

è appena nata!

Ma poi chissà! Se gioia

o gloria o la felicità ?

che tutto in una mano

purtroppo non vi sta.


 


L’ARCOBALENO

 

L’arcobaleno appare  su nel cielo

come se fosse un ponte pitturato

resta sospeso in aria e da lontano

si vedono i colori del creato:-

 

Il giallo delle spighe  il rosso vino

il viola del tramonto e il blu marino

l’indaco della notte con la luna

 

l’arancio delle frutteto già maturo

il verde delle foglie e…piano piano

nel più fugace sguardo si scolora

e all’improvviso…nulla che scompare.


 


VITA  ANSIOSA

 

Non più con il canto del gallo

si desta chi all’opra s’avvìa

ma con i rumori più vari

molesti assordanti intrusivi:

 

stridori di freni . sirene

trambusti chiassate frastuoni…

così si ridesta il dormiente

con l’ansia perenne

 

ch’annienta più presto la vita.

Si pone al lavoro usuale

ma in esso non trova la gioia

che il  tempo passato gli dava.

 

E’ solo una morsa il presente

che a ritmo serrato lo porta alla fine.

Più presto più in fretta veloce

non v’è più nel sonno il riposo

 

e  per nessuno pietà

che oggi per tutti la vita

è solo ansietà.


 


UNO SPICCHIO DI CIELO

 

Di tra le persiane socchiuse

traspare uno spicchio di cielo

quel cielo sereno azzurrino

m’inonda di tenero incanto.

 

Se solo uno spicchio di cielo

mi dona una gioia sì grande

che mai mi darà l’infinito?

E perdermi in esso vorrei!

 

Trovarvi il silenzio profondo

che illumina cuore e pensiero

e credo che simile ad esso

di certo sarà il Paradiso.

 


IL PUPO MIO

 

Vedo un pupetto

tanto carino

con gli occhi azzurri

il capo biondo.

 

Un angioletto sembra

a vederlo.

Sembra…

ma invece :

 

è dispettoso

non dico quanto

e prepotente

ancor di più

 

ma in fondo in fondo

ha un cuore d’oro

che tutto quanto

fa perdonar.

 


DOLORE

 

Dallo spasimo  i denti serrati

nel dolore ch’affligge ogni specie

teso il collo frementi le nari

chiuso il pugno in un gesto supremo.

 

Il dolore accomuna ed eguaglia.

Non ricchezza e casata reale

può sottrarre alla sorte crudele…

Solo in esso sarem tutti eguali!

 

Nel dolore si ferma ogni speme

lotta ancora soltanto chi crede

o una madre che dona una vita

può gioire soffrendo così.


 


MALINCONIA

 

Le stelle son le compagne

di questa malinconia

la luna dal cielo mi guarda

e sembra volermi cullar.

 

Che notte d’argento!

Che incanto!

Pur l’aria si ferma…

rapita.

 

La pace del gran firmamento

mi penetra in cor.


 


NON SO

 

Vorrei cantare

ma non ho la voce

 

Vorrei volare

ma non ho le ali

 

Vorrei danzare

ma non so ballare

 

Vorrei morire

ma non so morire.

 


SU OGNI NIDO VEGLIA UN ANGELO 

 

Sull’alto dei rami sospeso

c’è un nido fatto di piume

pagliuzze intessute  semini

creato da mamma uccellina

 

nascosto allo sguardo

di chi vuol predare

lontano alla mira

di chi vuol cacciare.

 

Ma mentre la madre

va in cerco di cibo

ma l’Angelo veglia

dal cielo sul nido.

 

Quegli esseri piccoli

tuttora tremanti

ancora non sanno.

 

Non sanno del mondo

non sanno dell’Angelo

 

ma ognor pigolando

aspettano e stanno.

 


POMERIGGIO FESTIVO

 

In un pomeriggio di festa

framezzo al frastuono

più gaio mi sento smarrita

che più non partecipo al gaudio.

 

Non gusto le matte risate

di gente che a schiere si perde

su tutte le strade asfaltate.

 

Chi corre chi grida o schiamazza

per rendere allegre quest’ore

ma quando tornato il domani

 

vorrà ricordare la festa

che cosa ricorda? Più nulla!

Ha corso gridato sudato

ma quanto ha goduto? Ben poco!

 

E meglio valeva il riposo

che un‘orgia di corse e mattane

restarsene soli distesi

coi nervi lasciati in riposo.

 

E questa è davvero la festa

di un giorno di festa: il riposo.

 


CONSOLAZIONE

 

La vita amara sempre non è

se qualche volta piangi e non sai

guardati intorno sorridi e stai.

 

Fermati un attimo sul tuo cammino

e ascolta il canto di un uccellino

guarda il sorriso d’ogni bambino

 

e tutta l’anima si riempirà

di gioia candida serena pura

che ogni affanno cancellerà.

 


PIOGGIA TRISTE

 

E’sera e scende l’acqua fitta e mesta

bagnando una finestra solitaria.

S’accende un lume e s’alza una cortina

si scorge  bianco un viso di bambina.

 

che sgrana gli occhi  guarda e si ritrae

con un sospiro stanco di vecchina.

Lei ch’è malata brama solo il sole

che sa scaldarla tutta fino in cuore


 


CITTA’

 

Città turbinosa che attira e respinge

inghiotte milioni di gente affannata

che corre che urla gesticola impazza.

 

Quel poco di verde  quel poco di cielo

pian piano è sparito rimangono solo

palazzi e finestre  che schiacciano

e annullano l’umanità.

 


TENEREZZA

 

Oh!  Quanta tenerezza sento in core

per la natura calma ed infinita.

Amo la brezza lieve che sprigiona

effluvi d’altri spazi e d’altri lidi.

 

Lo stormir delle fronde d’un mattino

mi porta echi di musiche divine.

E sogno! Colmo il cor di tenerezza

di trovarmi così nel Paradiso.

 


VORREI ANDARE

 

Vorrei andare  in un luogo lontano

dove non c’è  terra  dove non c’è acqua

ma soltanto musiche divine

e canti d’angeli e musiche e amore

e gioia e pace e serenità.

Quel posto  se c’è   non so dov’è

 

Forse lo saprò quando più non vivrò.


 


IO AMO

 

Amo dell’animo l’estasi  ardente

quando all’altare s’appressa il credente.

 

Amo la candida spuma marina

che ondosa e languida bacia la riva.

 

Amo del cielo l’incanto fulgente

nella giornata più tersa e lucente.

 

Amo le stelle il cui tremulo incanto

schiara il mistero del firmamento

 

Amo l’aurora che vien da lontano

e di promesse fa il core anelante

 

Amo il tramonto d’un giorno d’estate

quando che il sole si sposa col mare.

 

Ma soprattutto amo la morte

che dando pace livella la sorte.