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Fin dal suo venire al mondo Marisa aveva mostrata delle anomalie e nessuno avrebbe giurato su questa nascita a causa della malattia di sua madre per quasi tutto il
periodo della gravidanza La
prolungata permanenza a
letto della signora Irene per
una infezione tifoide dovuta
ad una incauta ingestione
di cozze impure, aveva
creati seri dubbi nei medici
che vedevano molto a
rischio la vita stessa della
gestante. La bimba nacque
invece, a dispetto delle
previsioni, ma dovette
essere lungamente curata
per alcune anomalie che
le vennero subito riscontrate.
A
quattro anni persino la
polio
colpì l'esile corpicino lasciandole una gamba impedita. Per ripristinare
al meglio l'arto atrofizzato fu necessario ricoverarla nella struttura
appena sorta ad Ariccia, nei Castelli Romani, dove rimase per circa un
anno. La riabilitazione nell'acqua dette buoni risultati e la vispa
brunetta dagli occhi color del cielo, finalmente poté rientrare nella sua
casa e crebbe insieme alle sorelle Marcella e Rina. La piccola però
rimase soggetta a periodiche crisi convulsive, sempre ben superate dalla
sua forte voglia di vivere.
Altrettanto
bene reagiva alle aggressioni delle molte malattie che, malgrado le
precauzioni facilmente la colpivano. Crescendo dimostrò una grinta ed una
esuberanza senza pari che esplicava soprattutto nel cantare le canzoni in
voga mentre si rendeva utile
aiutando
i suoi nel disbrigo delle quotidiane incombenze richieste dal loro
servizio di portierato in un palazzo di Porta Cavalleggeri alle spalle
della Basilica di San Pietro. Marisa "la canterina" allegra e
volenterosa, è sempre stata amata da tutto il vicinato e fino a Cave il
paese in cui passava la stagione estiva presso i nonni paterni.
La
stessa popolarità le è riserbata a Fregene, dove risiedono altri
parenti. Conosciuta anche perché cantava a squarciagola gli stornelli
romaneschi recanti brio e allegria nelle gite domenicali e nelle feste
patronali. Allorché un giovane del suo rione la chiese
in
moglie, la ragazza ebbe la prima delusione perché i genitori furono
contrari a questa unione che ritennero prematura per l'età e per la
salute precaria della loro figlia. Questo fece soffrire la giovane Marisa
che trovò conforto nella fede.
Prese
così a trascorrere molte ore nella Parrocchia di Santa Maria delle
Fornaci a breve distanza dalla sua abitazione e iniziando le pratiche
delle Consorelle Trinitarie che a favore dei poveri e dei diseredati,
offrono il loro apostolato. A tempo debito anche per lei si giunse alla
Vestizione quale Terziaria Francescana della Santissima Trinità.
Seguendo
l'esempio di altre Consorelle divenne Madrina a distanza di un fanciullo
del Madagascar conosciuto soltanto attraverso una foto. Malgrado le sue
mani insicure, imparò dalla madre tutte le faccende domestiche e i
segreti della cucina romana.
La
sua volontà d'imparare è
fortissima
come forte è sempre stato l' attaccamento ai suoi molti nipoti. Zia
Marisa, è stata sempre affettuosa con tutti i figli delle sue sorelle, a
cominciare da Daniela. Col suo affetto sviscerato, li ha seguiti nel loro
crescere e ancora adesso è prodiga di consigli verso le pronipoti,
adolescenti Giulia e Claudia. Alle più piccine, Simona e Irene, insegna,
preghiere e canzoncine. E poi c'è Alessandro che zia Marisa vede già
futuro campione di calcio, naturalmente romanista com'è da sempre tutta
la famiglia.
Marisa, in particolare, oltre che! Fervente tifosa nutre per la sua Roma
una passione sfrenata che fin dall'infanzia ha motivate tutte le sue
azioni.
Grande
fan dei mitici calciatori dello Squadrone, ella segue non solo le partite,
ma le vicissitudini di ogni Campionato. Lei, è quella del "pronto
intervento"perché sempre prima a discutere
e a battagliare sul comportamento dei giocatori di qualunque squadra
motivando in un colorito vernacolo, le sue argomentazioni. Per questa
irruenza bonaria è accettata anche da quelli che vorrebbero togliere al
calcio l’entusiasmo goliardico di una sana passione sportiva
Sinceramente
affezionata al presidente Sensi e alla di lui famiglia,
come lo è stata per quelli antecedenti, è sollecitata a fargli pervenire
consigli e auguri, Per Viola, ad esempio, ha un tenero ricordo perché era
anche stato amico di suo padre.
Ferratissima
anche in altri settori dello sport sa citare date e nomi legati alle
grandi imprese sportive. Conosciuta
anche
da conduttori e giornalisti sportivi di alcune emittenti radiotelevisive
della Capitale per le sue franche e spontanee battute che vivacizzano
alcuni programmi in diretta telefonica che divertono gli ascoltatori e gli
addetti ai lavori. Di queste" chiacchierate" talvolta vengono
apprezzati i contenuti tecnici dettati da una discreta conoscenza
acquisita nel corso di alcune sue partecipazioni a partite per
beneficenza. Pertanto incita e sprona quelli che, secondo lei, alcune
volte battono la fiacca.
Oltre
che mascotte potrebbe essere una valida consulente perché le sue
previsioni si dimostrano spesso azzeccate. Ora che ha raggiunta la terza
età, la sua baldanza si mantiene giovanile e non demorde e, pur nella sua
vita ritirata, tiene a mente date e anniversari di
coloro
che ama Fra le sue amicizie vi sono scrittori, cantanti e musicisti e non
scorda neppure quelli passati a miglior vita. Nelle novene e nei rosari,
la generosa donna, non dimentica nessuno dei suoi benefattori che affida
alla costante protezione di Padre Pio per il qual ha una devozione totale
e salda tanto da considerarlo il suo protettore.
Alcuni
anni addietro una emittente radiofonica l'annoverò nel gruppo dei
disabili assistiti, i così detti Raggi di sole. Questo le permise di
socializzare con altri giovani bisognosi di affetto e di solidarietà
condividendone le esperienze. Imparò, con puntiglio, anche a fare le
registrazioni delle loro conversazioni sulla modulazione di frequenza,
intercalate da musiche e canzoni. Piccole felicità che hanno saputo
riempire la sua
solitudine
in modo del tutto personale e appagante. I nastri registrati sono per lei
le presenze fisiche di amici che non ha mai visto.
Recentemente
è stata colpita dall'immenso dolore di perdere l'adorata sorella Marcella
che, dalla scomparsa dei
genitori,
ne aveva assunta la tutela. In questa triste occasione ha ricevuto
innumeri attestati da amici e conoscenti che confortandola l'hanno aiutata
a reagire coraggiosamente come aveva sempre fatto in altre vicende
tragiche della famiglia. Le mansioni della scomparsa adesso sono passate a
Rina, l'altra sorella che,abitandole accanto, giornalmente se ne prende
cura. Fortunatamente, la loro, è una famiglia in cui i legami di sangue
sono molto sentiti. Pertanto Marisa Non sarà mai sola.
Ed
ella prosegue la sua vita nello spazio assegnatole dal Sommo Creatore,
accettando, con molta saggezza, le prove che ha dovuto subire mettendo in
pratica i principi della solidarietà e della carità cristiana. Questa,
in breve, la vita di una donna romana semplice, buona e sempre disponibile
ad aiutare e ad alleviare le pene altrui, magari con una
parola
o con una gentilezza o magari con un "ricordino" giallorosso
come usa coi suoi amici tifosi Avendo sofferto per aver dovuto affrontare
dolorose prove fisiche e rinunce, sa donare affetto e comprensione e trova
il modo di raggiungere e confortare chi, come lei, ha conosciuto dolore e
pianto.
Persino
con gli animali sembra avere un "feeling" speciale. Lo dimostra
Jago, il cane dei nipoti di Fregene che le è molto affezionato anche se
per lunghi periodi sono separati. La bestiola, nel rivederla, compie salti
di gioia e scodinzolando, dimostra la sua contentezza e non si
sposta
più dal suo fianco, quasi a proteggerla da eventuali pericoli, come un
fedele guardiano, pronto sempre ad obbedire a qualsiasi suo comando.
Marisa che nel corso della vita ha subito torti e offese, sa anche
perdonare.
Pur
non dimenticando nessun particolare del passato e del presente! Perché la
sua memoria è ottima e lo dimostra nel
ricordare
tutti gl' insegnamenti ricevuti dalla amata nonna, basati sugli antichi
proverbi romani pieni di tanta saggezza popolare condita dall'ironia
romana.
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Terminano
a questo punto le note biografiche di una donna del popolo genuina e amica
di tutti, tracciate da un'amica
psicologa
che ha avuto modo di studiare e approfondire tutte le varie sfaccettature
di una umile esistenza affrontata con dignità e onore a fronte di tanti
orgogli e presunzioni senza fondamento.
Unico
scopo che ha motivato la descrizione di questa trama esistenziale è la
riflessione che la storia di ognuno è
affascinante
come un romanzo e quello che si scopre spesso
sorprende e si ha la necessità di mostrare che i sentimenti nobili non
sono appannaggio di caste superiori, ma forse sono più evidenti e
concreti nelle persone che ci passano accanto quasi inosservate. Resta
quindi difficile credere questa verità: che in una persona, semplice e
dimessa, qual'è Marisa Foschi, possa albergare un'anima così grandiosa.
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