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Con
le due superbe encicliche il Pontefice Giovanni 23° ha chiarito alle
genti del mondo le aspettative di ogni essere umano, comunque figlio di un
unico Padre Supremo.
Con
Mater Magistra ha iniziata una nuova crociata intesa a riunire tutti i
figli sparsi sulla terra, divisi da ostilità di ogni genere; in seno alla
Madre Chiesa e con Pacem in Terris, ha indicate le vie da seguire per
raggiungere un esito positivo. Il
miraggio è la Pace universale e promuovendo il Concilio Ecumenico, ha
gettato il seme della Concordia che ogni essere avrebbe il dovere di
raccogliere e far germogliare nel bene. In
questo tempo di democrazia la nuova era stenta ad accettare divisioni
politiche e religiose e si vorrebbe veder demolite tutte le barriere che
ostacolano gl'interessi comuni. L'accettazione
di eguaglianza e di libertà è alla portata di tutti purché siano
benpensanti e non guerrafondai. Purtroppo
gl'interessi economici inquinano i buoni sentimenti che il Papa non si
stanca di divulgare. La scienza e la tecnica debbono esercitarsi in
collaborazione per il bene comune. Purtroppo
la storia ha dimostrato che quando un popolo ha perseguito i suoi soli
interessi è andato verso la rovina e i conflitti successivi hanno
generato solamente morte e distruzione e non è questo il modo di portare
avanti la civiltà. Nessun
popolo è così ignorante da non capire che l'unione fa la forza e la
collaborazione umana deve essere completa e fattiva in ogni campo e in
ogni strato sociale. Papa
Giovanni auspica il bene di ogni essere umano e propaga l'ecumenismo che
vede come l'unico sistema che possa portare alla Pace Universale. Perciò
Egli sarà per sempre ricordato come il Papa della Pace. FINE |
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Sono passati oltre venti anni dalla scomparsa repentina, dopo solo 33 giorni di pontificato, di Papa Giovanni Paolo I ed il ricordo di lui rimane ancora vivo nella memoria di tutti. Albino Luciani aveva conquistato il mondo cristiano per la sua semplicità che appariva immediatamente dal suo gestire e dalla sua bonomia, tanto che fu chiamato subito il Papa del sorriso. Inoltre egli aveva la convinzione che molti titoli non si addicessero ad un Pontefice e si preparava a svolgere il suo alto Ministero sul modello del beato Giovanni XXIII perché credeva nella effettiva valorizzazione della collegialità episcopale e nell’irreversibilità del cammino ecumenico. Aveva sbalordito il mondo, la sua elezione, nonché se stesso. Nel libro di Camillo Bassotto, il suo biografo, sono riportate alcune frasi che dimostrano l’ umiltà con la quale si apprestava a continuare l’opera dai due predecessori dei quali aveva assunto i nomi. Deciso assertore della povertà della Chiesa ebbe a dire: “ La Chiesa non deve avere potere, né deve possedere ricchezze”. Tanto più indignato del caso IOR- Marcinkus, era pronto a firmare il documento per la sostituzione del prelato alla guida della banca. Ancora le sue parole sono indicative circa i comportamenti di quanti rivestono cariche ecclesiastiche:”Un vescovo non può presiedere una banca. Quella che è chiamata sede di Pietro e che si dice anche santa, non può degradarsi al punto da mescolare le sue attività finanziarie, per i quali l’unica legge che vale è il profitto dove viene esercitata l’usura…”
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La rapida elezione di Carlo Azeglio
Ciampi a Presidente della Repubblica italiana è stata accolta con soddisfazione dal paese, giacché questo livornese, dall’aspetto serio e determinato, riscuote la fiducia di tutti, compresa quella più difficile dei Partiti che con un accordo strategico hanno risolto, al primo scrutinio con 727 voti, la spinosa questione del cambio di guardia al Quirinale.
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L’aggettivo scomodo ricorre spesso
nel parlare di Padre Pio, nato in una povera famiglia di Pietrelcina e che, fin da ragazzo, dimostrò di possedere una fervente vocazione monastica, sulla scia di S. Francesco d’Assisi.
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Mi
fu chiesto durante una intervista televisiva, se io credessi che i ragazzi
di oggi siano attirati ancora dagli eroi delle favole e dei racconti. La
mia risposta fu che, ora l'infanzia, più scaltra e più istruita di
quella di ieri, è più incline ad appassionarsi ai fatti di vita vera i
cui eroici protagonisti, divengono poi i loro Miti. dure battaglie, combattute e vinte con passione e continua preparazione. Vi rientrano molte categorie di persone, a cominciare dagli invalidi che hanno saputo superare le loro menomazioni con molta forza di volontà, per ricominciare una nuova vita; anche alcuni sportivi, fanno breccia nei cuori giovanili perché sono capaci di scatenare tifo di squadra sia singolo che collettivo e passioni irrefrenabili, alimentate con dovizia di particolari da radiocronisti e fotoreporter ( anch'essi miti). Questi personaggi sono oggi gli Eroi dei nostri figli e nipoti. Ultimi, in ordine di tempo, i Vigili del Fuoco che in tutto il mondo danno prova del loro valore, immolando la loro vita per la salvezza del prossimo, com'è accaduto a New York nell'attentato alle Torri, a Linate nella disgrazia aerea e a Roma nel recente crollo di un palazzo al quartiere Salario. Ammirazione di altro genere sentono i giovani per Medici senza frontiere che come i Missionari scelgono di vivere esistenze grame e faticose per aiutare un prossimo sconosciuto e miserevole, prodigando le loro energie in un lavoro, senza riposo e con pochi mezzi, presso i popoli del terzo e quarto mondo sempre in guerra. Sono da citare Gino Strada che si è dedicato alla salvezza delle vittime delle mine antiuomo e "l'Angelo di Kabul", come viene chiamato l'ortopedico / avvocato Alberto Cairo che, dopo tre anni di Sudan, si trova da due nell'inferno di Kabul a riattaccare gambe e braccia ai poveri mutilati di ogni età. In questi due anni ha applicate 40.000 protesi e 45.000 corsetti e, pure essendo stato allontanato dai talebani per 57 giorni, è ritornato al poco confortevole Centro ortopedico per continuarvi la sua missione. In questi tempi in cui la corruzione e il malcostume dilaga, ben vengano questi nuovi Eroi a mostrare non soltanto ai giovani, quali sono le "prodezze" da emulare con una libera scelta e con grande spirito di sacrificio.
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