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DIETE
di Annemarie Lenz

Una volta erano le rondini ad annunciare  la primavera, oggi sono le pubblicità delle diete. Non c’è giornale senza consigli, in televisione e alla radio ci sommergono di prodotti che ci faranno ridiventare delle acciughe in breve tempo. Tutto questo è rivolto preferibilmente a noi donne, dato che gli uomini in genere non credono di avere bisogno di mettersi in forma. Se il vestito stringe sono convinti che la colpa è del lavaggio che ha ristretto il capo. Guardando la loro pancetta parlano di maniglie dell’amore, o al massimo che un po’ di pancia aumenta il loro fascino.
Per noi donne è tutt’altra cosa e i pubblicitari lo sanno, avvalendosi di psicologi che fanno a pezzettini il nostro amor proprio e facendoci desiderare di diventare una Claudia Schiffer o Naomi Campbell. Certo non iniziano la loro martellante campagna d’inverno quando abbiamo ancora il gusto del panettone in bocca e siamo in attesa dei bigné di San Giuseppe. Tanto siamo ancora avvolti dai maglioni e portiamo pantaloni elasticizzati che non fungono da campanelli d’allarme perché si allargano insieme a noi. No, iniziano con i primi tepori quando nelle vetrine vengono esposti i vestiti primaverili, quando noi diamo una prima sbirciatina ai nostri vestiti estivi dell’anno precedente. In maniera subdola riescono a penetrare la nostra mente e ci costringono a guardarci nello specchio dopo la doccia, cosa che con la scusa del freddo abbiamo evitato per tutto l’inverno.
Non è facile scegliere tra diete dissociate, a punti, vegetariane e quelle consigliate dalle amiche. E se prendessimo una di quelle bibite che sostituiscono il pasto, o magari una barretta che a giudicare dall’espressione della modella in televisione deve essere squisita? Qualcosa comunque bisogna fare, e allora immancabilmente decidiamo dopo il pranzo domenicale, che ci ha fatto assaporare una pasta al forno, una cotoletta d’abbacchio e patatine fritte, e per dessert una di quelle favolose torte alla crema, di metterci a dieta lunedì. Con la pancia piena la volontà diventa di ferro e ci sentiamo già più leggere solo per aver preso la decisione.
Arriva lunedì, il pranzo della domenica è lontano, ma noi siamo forti. Il primo caffè è amaro, lo yoghurt  di latte magro e fino all’ora di pranzo niente contentini. Mangeremmo un bue intero, ma ci accontenteremo eroicamente di una bistecchina ai ferri e un’insalata scondita. La volontà  continua ad aiutarci, e quando la sera andiamo a letto ci sentiamo euforiche. Il sonno tarda un po’ a venire perché il brontolio dello stomaco vuoto ci disturba, ma ci viene assicurato dai dietologi che è questione di pochi giorni, poi il fabbisogno di cibo diminuisce.

 

 



 C’è chi alla seconda serata non arriva senza aver svuotato il frigorifero, c’è chi riesce a tirare avanti, ma quando la bilancia indica il primo chilo perso si sente autorizzato a festeggiare il grande risultato con una enorme fetta di torta, magari quella che era rimasta in frigorifero dalla domenica.
Dopo due o tre tentativi andati a vuoto, si pensa seriamente di consultare un dietologo. Sarà lui a vegliare sui nostri chili. Io l’ho fatto una volta. Il dottore era severo, mi faceva vergognare di me stessa, poi mi consegnava il foglio con la mia dieta e la ricetta per un antidepressivo. Della medicina ho avuto bisogno subito quando ho guardato la dieta: 30 grammi di pane, 10 grammi di olio, 50 grammi di pasta, 60 grammi di tonno ecc. Qui non bastava la mia bilancia da cucina, ci voleva quella del farmacista. Giuro che ho provato a fare le cose per bene, ma cucinare normale per il resto della famiglia, sentire deliziosi profumi, e guardare il proprio piatto con la lente d’ingrandimento, non c’era pillola della felicità che tenesse; era meglio che mi prescrivessero una narcosi. Al prossimo appuntamento con il dietologo non ci andai.
Alcuni pensano di risolvere il problema con la palestra. Per capire ciò che si fa in quel posto ci vuole un vocabolario inglese, se no, tra step, spinning, cyclette, body bulding, si rischia di fare un po’ di confusione. Anche qui ci vuole costanza, bisogna faticare e sudare. Alla fine saliamo sulla bilancia e ......orrore..... ci troviamo qualche chilo in più. Non avevamo messo in conto lo sviluppo dei muscoli. Ormai siamo a primavera inoltrata, abbiamo sofferto la fame, fatto soffrire la nostra famiglia con i nostri malumori, faticato nella affannosa ricerca della linea ideale e con un po’ di fortuna qualche chilo ha preso il volo. Intanto la moda primaverile ha lasciato il posto a quella estiva nelle vetrine. Scopriamo che quest’anno i vestiti sono abbastanza larghi e gonne e pantaloni sono quasi tutti elasticizzati. Per di più la famiglia decide che le prossime vacanze le vorrebbe passare in montagna. Molto rumore per niente! Quasi, quasi vado a comprare un bel cono gelato gigante.