No,
basta non ce la faccio a sopportare oltre questi sguardi.
MI
dico a volte:"Senza di me non sarebbero vissute".
Nessuno
me lo ha mai chiesto di vivere. Amori complicati, vedove, figli
illegittimi, truffatori, padri e madri premurosi (meno male, almeno
questi), vite stentate, agiate, difficili.
Ma
non mi sento in colpa, nossignore, questa è la vita ed io l'ho solo
raccontata. Non ho aggiunto una riga di più nel copione della natura.
Dunque facciamola finita e per gustare meglio questo momento distruggerò
foglio per foglio.
Voglio
assaporare lentamente il gusto di decidere per una volta un aborto.
D'altronde non si definisce così qualcosa che non si vuole far nascere ?
Mi
preparo un caffè, ho bisogno di stare sveglio tutta la notte, se
necessario. Forse rileggerò qualche capitolo,
per farmi male o per persuadere me stesso di fare una cosa utile.
Prendo
tra le dita il frontespizio col titolo e lo faccio a brandelli. Ora caro
manoscritto sei orbato della tua identità:sei semplicemente anonimo.
Nessuno ti potrà mai più leggere, questi personaggi non vivranno mai più.
A
sessantasei anni e con una lunga lista di romanzi pubblicati posso
permettermi questo lusso.
Un
piacere sottile mi scorre come un brivido sotto la pelle mentre un'altra
pagina scorre tra le dita e finisce nel cesto, anche lei a brandelli.
Il
trillo del telefono mi aggredisce nel silenzio della notte. Risponderò,
oppure no, la mia natura di uomo pavido
potrebbe
prendere il sopravvento. Ma la curiosità è tanta. Anche durante il
giorno non ricevo molte telefonate: qualche amico che ancora si ricorda di
me o il mio editore che continua a stimolarmi per avere altra produzione.
Lentamente
alzo la cornetta ed una voce maschia e sicura mi parla.
"Sono
l'avvocato Martini" - dice la voce,
d'altronde a me del tutto sconosciuta.
"Non
conosco nessuno con questo nome" - replico, un poco perplesso.
"Ne
siete proprio certo?"-replicò la voce sempre con tono sicuro.
"Perbacco
-risposi - com'è certo che mi chiamo Cesare e sono uno scrittore.
"Appunto,
siete uno scrittore - affermò la voce nel telefono - anzi noi ci
conosciamo bene."
"A
mia memoria ancora non riesco a ricordarmi di voi."- dichiarai
all'interlocutore sconosciuto.
"Mentite,
mentite spudoratamente. In una normale situazione potreste essere mio
padre."-affermò la voce.
"Ma
come vi permettete -gridai irato -chi vi dà tanto ardire,
non fatemi uscire dai gangheri, razza d'insolente. "
"Calmatevi
. Quanto sto per dirvi chiarirà
la mia posizione. "-disse lo sconosciuto-Prendete il manoscritto ed
andate a pagina centodieci, trentaduesimo capitolo e leggete. "
"Ma
di quale manoscritto andate cianciando ?"-chiesi stupito.
"L'ultimo,
proprio quello che avete tra le mani e che state distruggendo.
"-disse la voce con tono calmo e sicuro.
"Ma
voi mi vedete, dunque, mi state spiando. "-replicai guardandomi
intorno sospettosamente.
"Non
ho bisogno di spiarvi: io non esisto o meglio non ho un corpo fisico ma la
mia mente è dentro di voi .
Voi mi avete creato mi avete dato un passato, un presente ma... e qui
casca l'asino, mi state negando il futuro.
Come
se Domineddio dopo aver fatto il mondo ed averlo osservato,
compiaciuto dell'opera Sua, lo
appallottolasse quale foglio di carta usata, si proprio come state facendo
voi e lo gettasse nel baratro profondo dell'universo. "-gridò la
voce.
Avevo
compreso quanto detto e
quant'altro non detto. Riattaccai il telefono e presi il manoscritto già
mutilato di qualche pagina e lentamente presi a scorrerlo. Ricordavo i
punti salienti della storia e mi soffermai qua e là a rileggerne qualche
brano.
Il
tempo passava e la notte scorreva veloce. La voce non si era più
palesata, l'avevo forse immaginata... Forse.
Ecco,
pagina centodieci, E' vero a questo punto entra nella storia l'avvocato Martini.
Ho dato corpo a questo personaggio poiché mi serviva per perorare una
causa in Tribunale e l'ho fatto anche di bell'aspetto e generoso in
maniera da risolvere l'evento senza alcun riscontro in denaro, gratis
insomma.
"Bella
roba -tuonò di nuovo la voce di prima, che ora non proveniva però dal
telefono-è vero che mi avete dato tutto questo benessere ed ora che voi
lo vogliate o no, me ne servirò per sostenere una giusta causa da
intentare contro di voi. "
"Accidenti
a voi ma dove siete, mostratevi dunque !"- urlai spaventato.
"Sono
qui e sono là, sono dovunque, non ho corpo fisico ve l' ho già detto; io
vivo nella vostra testa anche se dovrei risiedere nel vostro cuore,
sbaglio ?"- affermò la voce con sicurezza.
"No.
non sbagliate ma voi personaggi avete sempre un posto nel mio cuore,
come i figli che non ho avuto . "-risposi abbassando lo
sguardo.
"Pur
tuttavia volete eliminarci . Con che cuore. Che sentimenti . "-
incalzò la voce.
"Questo
manoscritto non à stato ancora pubblicato, se lo distruggo adesso nessuno
ne avrà danno . "- risposi.
"Lurido
bastardo - rituonò la voce - io e gli altri personaggi allora non vedremo
mai la luce. Mai, per l'eternità.
Vi
rendete conto della gravità di quanto state per fare. Voi siete scrittore
di talento, la quantità di libri che avete scritto e venduto vi ha
permesso di vivere agiatamente ed ora ve la prendete con noi, ultimi
personaggi, della vostra brillante
carriera."
"Vedete
caro avvocato arriva sempre nella vita il momento di chiudere bottega e di
fare i conti, anche con se stessi e con gli altri. In fondo io per lo
scrivere ho sacrificato tutto. Sentimenti, amici, donne,
figli sono voci che non compaiono nel mio bilancio
esistenziale.
La mia fantasia ha corso molto, il fantasticare di trame e personaggi ha
costituito il mio unico interesse nella vita.
E poi l'editore sempre presente a pungolare per ottenere il
massimo. Sa, caro avvocato, sono
riuscito a scrivere quasi un libro ogni due mesi,
regolarmente pubblicato e sempre un successo.
Come
si fa a vivere una vita diversa quando la propria è già così piena di
soddisfazioni. Una sola soddisfazione non ho mai avuto : quella di
distruggere almeno una volta una mia creazione e dire finalmente
"basta"; come se uno scultore appena terminata l'opera sua la
prendesse a martellate per ridurla in maceria e chiudere così la sua vita
di artista: un attimo di
imperfezione : una vendetta. Ebbene
quel momento è arrivato e la mia carriera si chiude qui. "- conclusi
.
"E'
un concetto interessante e secondo me merita rispetto: un attimo
d'imperfezione in una carriera perfetta, Bello, bello veramente. Ma come
faccio a raccontarlo ai miei rappresentati, la cui esistenza in questo
momento io sto tutelando ?
Vi
rendete conto che questo
colloquio, in questa nottata, sarà forse l'ancora di salvezza, affinché questi personaggi scaturiti dalla vostra fantasia
vivano per sempre;sulla carta delle pagine di un libro, in una biblioteca,
su uno scaffale polveroso e dimenticato, in una anonima bancarella di
mercato, tra le mani curate di un un intellettuale o quelle dure e sporche
di un operaio ma vivi, perdio
!"- si scaldò il Martini, arringando.
"Volete
dunque crearmi una crisi di coscienza ?"-replicò lo scrittore, sulla
difensiva.
"Magari
ci riuscissi, ma non ci spero
tanto ed il tempo sta scorrendo velocemente . "-disse Martini.
"Adele,
Maria, il povero Aldo, quel brav'uomo di Giuseppe travolto dai debiti, Ugo
il suicida. . . che figure memorabili degne,
nel loro spessore narrativo, di
un grande scrittore ottocentesco . Non perché li abbia descritti io, ma
certo destinate a miglior fine. - disse lo scrittore rigirando un foglio
tra le dita- In fondo sono lo specchio di una umanità sofferente e così
vera che la trama della vita ne intesse ogni giorno di nuovi . "
"Poveretti
-sottolineò Martini - morti ancor prima di nascere . Che aborto, che
delitto . Se fossi vivo e dovessi
giudicarvi
vi condannerei a morte per strage. Ma essendo incorporeo posso solo
esecrarvi e farvi preda della vostra coscienza. Che essa vi fagociti
digerendovi nel suo intestino buio e merdoso,
la vostra giusta punizione. Amen.
"
Qualcosa
si ruppe, come il finire di un incantesimo.
Il
sole mi stuzzicava le palpebre ed il dolce tepore me le accarezzava
gentilmente :quasi un invito ad aprirle.
Mi
sfregai gli occhi e guardai fuori della finestra il giorno fatto e bello .
Ma cosa avevo vissuto nella notte appena trascorsa ? Un incubo ? Una realtà
vera o solo immaginata. Maledetto
Martini, mi hai persuaso ma non vincerai fino in fondo.
Presi
il manoscritto, già privato delle prime pagine e salii di corsa le scale
fino al terrazzo sovrastante.
Mi
avvicinai al parapetto guardai giù un'ultima volta e... sparsi i fogli al
vento che turbinando se li portò in alto disperdendoli nella valle
sottostante e per le campagne intorno. Di certo non uccisi le mie creature
ma le condannai ad un Limbo infinito. Alla faccia dell'avvocato Martini:
maledetto il momento che lo creai !
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