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PAGINE SPARSE DI UNA NONNA

Per la verità, ieri mattina pensavamo di fare una passeggiata al porto nuovo di Ostia, ma la pioggia fangosa ha rovinato i nostri intenti. La nostra macchina nera era diventata color beige e non mi sorrideva l'idea di avere anche i vestiti della stessa tinta. Data la direzione della "gita" avevo caricato il famoso orso di cioccolata. Sta pur certa che la prossima uscita del plantigrade sarà anche l'ultima perché annuncerò per tempo l'impresa.
Al ritorno verso Roma Giovanni mi ha voluto far vedere il furgone nuovo che gli verrà consegnato oggi. Era una spesa doverosa dato che il vecchio Mercedes sta per compiere 23 anni e negli ultimi tempi avrà accumulato un po' di multe perché inquinante.
La visita al nipotino prima di pranzo è una consuetudine. Da quando c'è Niki Giovanni è cambiato; accetta cose che prima erano impensabili, gioca con lui e rinuncia a tante comodità, come è successo ieri sera. I ragazzi sono stati invitati a cena da amici con un bimbo della stessa età, il quale purtroppo all'improvviso ha avuto un febbrone da cavallo. Per non disdire la cena già pronta hanno portato Niki da noi. Finora ho fatto la babysitter a casa loro, quindi Niki ha avuto un grande impegno di esploratore. Quando sono arrivati pure Lorenzo e Pasqualina la sua felicità è stata completa. Nella mia piccola cucina siamo stati in cinque, tre su un plaid per terra e i nonni adoranti e rapiti sulle sedie. Ogni tanto il bimbo si è arrampicava sulle mie gambe per un minuto di coccole da "nonnite" per rituffarsi subito nel gioco con zio gigante. Finalmente alle undici ha ceduto alla stanchezza e si è addormentato in mezzo al lettone nostro. Giovanni che per abitudine va a dormire a quell'ora (se non lo ha già fatto molto prima sulla sedia) ieri sera è rimasto in piedi. Ogni cinque minuti si è alzato dalla sedia per controllare il pupo. Ha disdegnato la mia offerta di preparare un altro letto e solo quando i genitori hanno portato via Niki a mezzanotte si è avviato verso il letto, bofonchiando che potevano pure lasciarglielo.

Cara, ti abbraccio, Annemarie