home torna indietro a racconti

Nonna
di Annemarie

Il mio sospiro di sollievo dopo le fatiche del matrimonio di mia figlia aleggiava ancora nell’aria quando mi giunse l’annuncio di un prossimo lieto evento… e “blob” fecero tutti i miei progetti per la riguadagnata libertà. Invece dei banchi di un ateneo vedevo una sedia a dondolo per addormentare il pargolo, al posto di un nuovo guardaroba per la mia seconda giovinezza si prospettavano bavaglini e completini. Invece di una fiammante macchina sarò alla guida di una carrozzina, e per giunta sarò una nonna!

Avrei tanto voluto prendere la notizia con la filosofia manifestata dal futuro nonno, ma ben presto mi scoprii di nuovo mamma. Spazzati via gli anni dei dissensi generazionali, dell’amicizia tra donne adulte, ridiventavo madre protettiva e prendevo per mano la mia bambina. Non è stato facile cercare di fermare la sua voracità, scomparsa da quando aveva dodici anni, consolarla per il girovita che cresceva inesorabilmente, dissipare le sue paure e farle capire che il senso materno no cresce necessariamente con la pancia.

L’unica piccola rivincita l’ho avuta nel vedermi per una volta più snella di mia figlia; un cerotto per il  mio ego… finché un’anima pia mi ha spiegato che non ero snella, ma rinsecchita dall’età.

Ho visto passare i mesi e le stagioni: mentre in agosto la futura mamma si esibiva ancora in bikini, a Natale prendemmo in considerazione l’allargamento di qualche porta. A gennaio era appena entrata all’ottavo mese e la girandola degli acquisti non accennava a concludersi: carrozzina e sdraietto, poltroncina e bilancia, i primi pacchi di pannolini ed infine il 18 gennaio venne ordinata la culla. Ci sarebbero voluti trenta giorni, perfetti per la nascita dell’erede alla fine di febbraio …se non che…. Il giorno dopo arrivò  una telefonata dalla mia figliola che mise in allarme un esercito di parenti: il bimbo aveva deciso che sette mesi e mezzo erano più che sufficienti e che era ora di vedere il mondo.

Furono due lunghi giorni di attesa in ospedale. Il futuro papà ed i quattro nonni, due dei quali giunti in fretta e furia in aereo, passeggiarono su e giù, i cappotti, rigorosamente sul braccio in assenza di un qualche appiglio diventavano sempre più pesanti. Nasce o non nasce questo pupo? Finalmente nel tardo pomeriggio del secondo giorno una telefonata del papà dalla sala operatoria ci diede la lieta novella; ma solo dopo altre tre ore mamma e figlio fecero il loro ingresso in camera. Il bimbo con tanti cappelli neri dormì beato e se ne infischiava dei tanti ammiratori.

Le prime due settimane sono passate, il piccolo Nico mangia e dorme – di giorno. La notte è fatta per “cantare” ed i genitori lo deporrebbero volentieri a qualche chilometro di distanza. La mamma sta tornando in forma – e anche la nonna a forza di correre. Il bastone che credevo di dover comperare per essere una vera nonna mi potrebbe tornare utile per fare salti più lunghi. Nelle riunioni tra genitori e nonni ammiriamo le nostre… occhiaie.

Cresci piccolo uomo, nonna ha tanti progetti in serbo per te!