Lo
scompartimento era stipato e due
donne tenevano persino i figli sulle ginocchia. La
giovane che sedeva presso il finestrino non poteva passare inosservata
poiché con la testa sovrastava tutti gli altri occupanti e i suoi capelli
biondo naturale brillavano sotto il raggio di sole che di sbiego la
colpiva. Pure il viso ne era illuminato anche se ne era visibile soltanto
il profilo giacché si teneva costantemente girata verso l'esterno
estraniandosi completamente da ciò che le accadeva intorno.
La visione del paesaggio che le si
snodava dinanzi nel procedere del treno, sembrava assorbirla
completamente. Nessuno avrebbe immaginato che la sua mente fosse affollata
di pensieri niente affatto rosei che mal si addicevano alla sua giovane età.
Persino lo scopo del suo viaggio non
era così ameno come avrebbe lasciato presupporre la destinazione di
quella linea ferroviaria diretta ad una stazione balneare della
riviera,ricercata e affollatissima nella stagione estiva, come dimostrava
l'allegria euforica dei compagni di viaggio diretti a godersi il loro
periodo di spensierato riposo.
Non così per Lara che provvista di
una sola capace sacca sportiva e con indosso gonna blu e casacca a pois
rossi e blu minutissimi, induceva a pensare che fosse diretta a consuete
compere mattutine. Il particolare che colpiva del suo abbigliamento era la
cravatta rossa a fiocco sul davanti della scollatura che sottolineava la
sua giovanile età.
Composta e ferma in quella posizione
restava assente dalle banali e frammentate chiacchiere degli occasionali
compagni di viaggio, assorbita com'era a guardare il paesaggio fuori del
finestrino.
Quella parte d'Italia la incuriosiva
veramente perché le era sconosciuta anche se, studiandola
a suo tempo, l'aveva ammirata per il clima e e per la produzione
dei suoi magnifici fiori che esportava in tutto il mondo e che
rappresentava una cospicua fonte di guadagno per la zona. Si era prefissa
più volte di visitarla minuziosamente. Ma non ora!
Nell'attuale circostanza, il suo
viaggio sarebbe stato forzatamente breve perché si sarebbe concluso in un
tempo determinato e affatto piacevole che non prevedeva svaghi.
Nell'approssimarsi della periferia
della città, le siepi e soprattutto i balconi delle abitazioni stavano
offrendo al suo animo un intimo godimento per la profusione di sgargianti
fiori multicolori che inebriavano l'atmosfera e che la distraevano dai
suoi cupi pensieri.
Era il conforto del quale abbisognava
la ragazza il quel momento così grave per lei che stava per affrontare
una dura prova con esiti incerti.
Si notava che era pervasa da un
evanescente nervosismo che la portava a tamburellare ritmicamente
le mani sulla rivista che teneva piegata in grembo, che non aveva neppure
aperta. Il ritmare delle dita sembrava seguire una musica che
solo lei sentiva e che le teneva compagnia. Era gradevole guardarla! E,
qualcuno, stava ammirando quella piacevole visione
da molto tempo ormai. Difatti, il giovanotto giunto per ultimo in
quel vagone, non avendo trovato posto, se ne era rimasto all'impiedi
sull'uscio dello scompartimento proprio affascinato da quella figuretta
addossata al finestrino.
Avrebbe però voluta vederla in pieno viso e aveva atteso inutilmente che
lei si voltasse.
Il tempo era trascorso ed egli era
divenuto sempre più impaziente di ammirarla in pieno viso giungendo a
pensare persino che fosse sordomuta poiché neppure il frignare di uno dei
bimbi era riuscita ad interessarla. Lui, pendolare di quel percorso, non
l'aveva mai incontrata prima ed era pieno di curiosità nei suoi riguardi:
era forse una studentessa che si recava ad un esame? |
Oppure
doveva presentarsi ad un lavoro? L'esiguità del suo bagaglio lasciava
prevedere proprio un brevissimo viaggio.Ma che serietà perbacco ! Quella
era vera apatia! Ed era un nonsenso in una ragazza così bella e giovane.
Possibile che non fosse incuriosita dai compagni di viaggio? Macché,
neppure per un istante si era sgranchita da quella posizione.
L'interesse di Marco era diventato
esasperante e nel giungere a destinazione stava rimuginando un pretesto
per avvicinarla.
Nel frattempo i viaggiatori si stavano preparando all'arrivo, ma non la
ragazza.
Egli fu il primo a scuotersi per
lasciar passare tutti gli altri, tenendosi a distanza per vederla uscire
visto che il treno era giunto al suo capolinea.
Il vagone si era ormai svuotato, ma
della fanciulla non c'era traccia.
Quasi automaticamente, Marco si
ritrasse verso lo scompartimento ormai vuoto e la vide che con le braccia
sollevate che stava per ritirare la sacca dall'alta reticella, ma fu lui
che, sveltamente gli prestò aiuto con un sorriso: Se permette faccio
io, signorina!
La sicura e gentile voce maschile
e le robuste braccia che avevano afferrata la tracolla del suo bagaglio,
colsero di sorpresa Lara che, istintivamente, si voltò verso di lui
rivelandogli il suo segreto... Lo sfregio
della parte sinistra che deturpava un sì bel volto, rese molto
imbarazzato il giovane che
subito mise a fuoco una serie di riflessioni conclusive per le
supposizioni fatte in precedenza, rimproverandosi persino la sua irruenza.
Sconcertato si sentì in una
posizione d'inferiorità, vergognandosi di averla quasi costretta a
mostrarsi e, nel contempo, avvertiva grande commozione per la bella
adolescente che doveva convivere con la parte brutta di sé stessa.
Certo che per lei doveva essere molto difficile accettarsi
e, specialmente, superare la curiosità altrui. Si spiegava così
l'atteggiamento che aveva tenuto per tutto il viaggio: Meglio tenersi in
disparte che dare spiegazioni!
Fu lei a toglierlo d'impaccio
sorridendo: Ringrazio per
l'aiuto ... ma ora devo sbrigarmi per giungere in porto. Poi,
ridendo addirittura, volle rettificare la sua frase: Non alludo al
Porto di questa città, ma al mio personale giacché mi toglierà da un
incubo che dura da tre anni. Vado infatti alla Clinica di chirurgia
plastica ove ho prenotato questa operazione, sperando che riesca bene.
Marco, rincuorato, da tanta positività insistette per tenerle la pesante
sacca e insieme scesero dal convoglio incamminandosi verso l'uscita della
stazione.
Nel frattempo Lara spiegò come si
era sfregiata:
Devo incolpare me stessa giacché ho voluto strafare per migliorare il mio
primato nella Corsa a ostacoli e, sbattendo proprio contro uno degli
ostacoli mi sono rotta uno zigomo e la sutura fatta d'urgenza per
arrestare l'emorragia mi ha lasciata questa cicatrice. Ora spero che la
mia faccia torni com'era. Ora però debbo affrettarmi che mi aspettano fra
un'ora.
Il giovanotto, incoraggiato dalla
serenità di quella bella figliola, si mise a sua disposizione
in quanto residente, era pratico della città e l'avrebbe
accompagnata volentieri alla Clinica.
Lara accettò ben volentieri e quello
fu l'inizio di una bella amicizia che servì a confortare i suoi giorni di
degenza e che permise a entrambi di conoscersi a fondo e di capire che
erano fatti l'uno per l'altra.
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