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REGINA
DELLA CASA
Comincia la
giornata! La luce che filtra dalle imposte accostate, mi ha già
annunciato il giorno, ma io sono tentata di richiudere gli occhi e tirarmi
le coperte sul volto per non vedere e non sentire e, magari, continuare a
fantasticare in un dolce dormiveglia, fra le coltri calde.
Ma ho famiglia e la casa deve andare avanti
!...Un profondo sospiro e tiro via le coperte e con uno scatto risolutivo
i piedi sono penzoloni fuori e
faccio per alzarmi mentre,
scivolato via lo scendiletto,
il contatto colle piastrelle gelide del pavimento, mi dà
un brivido ...è il primo impatto negativo di questo giorno.
Le pantofole guarnite di pelo tornano a
confortarmi i piedi che per tante ore non conosceranno riposo. Guardo
l'orologio che mi dà esattamente l'ora antelucana a cui ho fatta
l'abitudine da quando ho avuto figli.
So troppo bene che ogni attimo, di quella
prima ora, sarà prezioso per organizzare tutto il da fare della giornata
e il lavoro che mi attende è molteplice.
Sollecitandomi, senza pigrizia e senza
indugi, riuscirò a fare tutto.
Meglio non dire mai - lo farò dopo - anche
se si rischia di fare più del dovuto, senza rispetto per le proprie
forze.
Ma chi è moglie e madre quando pensa al
riposo?
Mi guardo attorno, sperando nel miracoloso
aiuto dei folletti delle favole...
Ma si, altro che folletti, toccherà solo a
me disbrigare tutti i lavori e, ogni mattina mi si ripresenta lo stesso
scenario: ho davanti un campo di battaglia.
Ogni abitante della casa sa come fare per creare disordine e
disseminare ovunque indumenti e cianfrusaglie.
Ognuno dei miei cari, a cominciare dal
marito, concepisce l'ordine a suo modo
secondo un proprio criterio e i diversi loro orari di uscita e di rientro
sono poi alla base di tale disordine.
Il capo famiglia, essendo commerciante non
sottostà ad orari precisi con giornate imprevedibili e differenziate
creando sostanziali difficoltà allo svolgersi dei miei lavori e in tutti,
lui compreso, un frenetico nervosismo.
Se deve uscire prestissimo, sveglia tutti
anzitempo e l'uso del bagno
diviene una lotteria e vince chi l'occupa per primo, per non parlare delle
colazioni personalizzate che creano confusione tra i fornelli e sul tavolo
di cucina e persino al povero cane della famiglia sottostante che comincia ad abbaiare
all'infinito con quell'andirivieni di passi sopra di lui.
Se poi, il papà, può concedersi di dormire
fino a tardi, non vuole sentire alcun rumore e questo diventa difficile
perché la casa non è grandissima e i quattro, esuberanti figli, sembra
facciano apposta ad intrupparsi dandosi la colpa l'un l'altro.
C'è poi il giorno che non esce affatto, limitandosi a risolvere questioni
di affari a mezzo telefono, gironzolando per casa in vestaglia e pantofole
e infastidendosi per i pavimenti bagnati e per le correnti d'aria delle
finestre aperte.
Secondo lui le pulizie di casa debbono
aspettare i suoi comodi mentre io fremo per la necessità di sbrigare
molte faccende prima di uscire per la spesa.
Per i figli il discorso diviene complesso
dato che per conciliare le loro esigenze debbo far ricorso a molteplici
comprensioni dosando saggiamente gl'interventi, per non suscitare gelosie.
Sono convinta che nessun altri che una buona
madre possa tenere corsi di psicologia perché abituata a percepire le
filiali differenze di comportamento ne sa captare ogni sfumatura.
I nostri quattro figli, ad esempio, diversi
per età, lo sono anche nei caratteri e nelle personalità che sembrano
ognuno appartenere a diversi ceppi familiari; eppure l'educazione è
unica.
Il maggiore, tranquillo e metodico, sembra
avere l'orologio nella testa e
si alza per tempo per fare il percorso fino all'ufficio a piedi,
riservando il vero e proprio footing per i giorni festivi.
Pignolo nel tenere le sue collezioni,
sarebbe, in linea di massima il più ordinato se non fosse molto distratto
e, insofferente al massimo, quando gli altri tre s'intrufolano nelle sue
cose spostandole o come fa il secondo, inferiore di tre anni, ma più alto
e sviluppato che si permette d'indossare qualche suo indumento, credendo
di farla franca.
Il mio "spilungone
" al contrario, si alza dal letto dopo ripetute chiamate e
sollecitazioni e ancora con gli
occhi chiusi si avvia al bagno mentre mi lancia richieste di vestiario che
non sono mai di suo gusto e allora, freneticamente, comincia a tirare
fuori da cassetti e armadi mille cose, indeciso sugli accostamenti di
camicie e cravatte ed io debbo essere presente perché, bontà sua, vuole
anche il mio parere. Fin da piccino ha manifestato questa sua esigenza
estetica e, sinceramente è quello che mi da più da fare per il riordino
delle sue cose che sono costretta a lavare e stirare più del necessario.
Quando esce, tiro un sospiro di sollievo, ma
immediatamente mi angustio e prego tutti i Santi che giunga indenne al suo
posto di lavoro a bordo del suo motorino che ha montato di corsa.
Fino a che non mi giunge il suo squillo di
telefono che mi rassicura non riesco a connettere.
La mia terza figlia è una giovinetta che sta
sbocciando alla vita con molte timidezze e qualche impennata anche se è
spensierata e calma e si diverte a stuzzicare il
fratello "elegantone" con critiche da saputella, però è
molto orgogliosa di lui quando ne parla con le amiche del Corso da
puericultrice.
Come tutti gli adolescenti, ella
alterna momenti di voglia di fare ad altri di pigrizia e insoddisfazione
per la severità paterna che poco le concede.
Ed io lì a farle capire che non ha ancora
l'età per fare ciò che crede e che i suoi fratelli essendo un pò più grandi
riescono ad avere qualche concessione in più e che deve pazientare
e intanto aiutarmi un pò in casa.
Malgrado le mie chiacchiere però lei fa
tutto svogliatamente e con poco interesse e non sa precisamente ciò che
vorrebbe davvero.
Ma che fatica per noi genitori essere sempre
pronti a parare richieste e a
rispondere ad argomenti improvvisi ed impegnativi, bisogna usare una
pazienza continua e spesso si rimpiange di non avere avuta a disposizione
una scuola che insegnasse a fare i genitori
per essere sicuri di non sbagliare.
Questo è certamente il mestiere più
difficile del mondo.
L'unico che ancora posso trattare da bambino
è l'ultimo dei quattro, che frequenta la prima media e siccome è molto
interessato allo studio è costantemente impegnato fra compiti e lezioni
e, l'unico suo svago è di andare a passare i fine settimana nel villino
dei miei genitori dove ci sono cani, gatti e gallinelle che per lui
rappresentano il suo zoo personale.
Intanto, anche lui è pronto ed esce con la
sorella che lo accompagnerà fino alla scuola che per fortuna non è
distante dalla sua.
Li accompagno con lo sguardo dalla finestra e
riprendo il filo dei miei lavori abbracciando con uno sguardo circolare il
mio ...regno tutto in disordine.
Mi sento il cervello vuoto e le membra
stanche! ...Da dove cominciare?
Ma il dovere vince la pigrizia e, da quel
momento, inizia la maratona quotidiana e, fortunatamente oggi sono sola e
posso pulire veramente a fondo ogni stanza ed è quello che faccio per
circa tre ore quando decido di
scendere al mercato che fortunatamente ho vicinissimo.
Dopo circa un'ora sono di ritorno con la
borsa colma di pane, carne, frutta e verdura e m'infilo in cucina da dove
uscirò quando dovrò apparecchiare la tavola per rifocillare i miei
affamati che in un baleno
faranno sparire tutto quello che ho cucinato loro con tanto amore.
Difatti stanno tornando alla spicciolata e la
nostra casetta linda e quieta in un battibaleno è ridiventata un campo di
battaglia mentre le voci che mi giungono mi dicono che si stanno litigando
il bagno mentre il papà rientrato per primo si è già seduto a tavola e
dà una sbirciatina al quotidiano.
Il nostro pranzo
non è lunghissimo e, subito dopo, ognuno si assesta nel suo angolo
preferito fino a che ci sarà chi dovrà uscire per il proseguo del lavoro
esterno.
In casa resteranno di sicuro il
piccolo a fare i compiti e la ragazza a telefonare alle amiche
mentre io, sola in cucina, riordino le stoviglie prima di ricominciare a
cucinare per la cena. Però... sono la regina della casa.
Lea Mina Ralli
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