Se
si ha la fortuna di raggiungere la vecchiaia ci si ritrova a trascorrere
molte giornate nella solitudine più completa e molte riflessioni ci
affollano la mente.
Sono le notizie che ci giungono che c’inducono a riflettere sui
comportamenti umani che sono mutati radicalmente con i modi diversi del
vivere odierno e le comparazioni sono inevitabili.
Soprattutto
quando si collegano agli avvenimenti più salienti che ci sono accaduti
nel corso degli anni e che conserviamo nel profondo della nostra anima.
Meglio se sono stati belli e appaganti, ma sfortunatamente, in numero
maggiore sono dolori e tristezze a lasciare i solchi più profondi.
Però i ricordi sono l’unica eredità del passato che non ci abbandonerà
mai. E sono nostri!
E’ poi risaputo
che nella vecchiezza sono più vivide le rimembranze e per questo e se ne
rivivono i contorni che non appaiono più sfumati, ma che ci ritornano
veri e palpitanti e che ci sanno turbare come allora.
Persino
le sensazioni brevi e delicate come la scoperta del colore di un nuovo
fiore o delle ali di una farfalla, la rilettura di un libro o il
riascolto di un canto amato, pur tanto lontani nel tempo, ci donano
fugaci ebbrezze.
Quasi al termine del nostro sentiero terreno, l’anima se ne
appaga ancora e sono la nostra compagnia più gradita.
Una mente illuminata ha detto che la nostra formazione fisica e
culturale sarà formata , sin dal principio, da come saranno alimentati
corpo e mente.
Fortunati coloro che hanno seguito una esistenza con sana
alimentazione sia nell’uno che nell’altro campo!
I benefici che ne verranno saranno goduti principalmente nella
tarda età.
Questo i giovani dovrebbero apprenderlo per tempo e, invece di
sfrenare le loro energie nel desiderio di abbreviare i tempi di attesa
circa l’appagamento dei loro desideri, dovrebbero esercitare quella
“Santa Pazienza “ che nessuno conosce più. |