home | ||
E se volete curarvi con le erbe | ||
SALUTE |
|
|
STOP ALLA SALUTE di Giuseppe Trabace Il cittadino di Roma che avesse di questi tempi l’"ardire" di prenotare presso un Asl o una azienda ospedaliera una visita specialistica, un esame radiologico, un’ecografia o una Tac si vedrebbe sbattuta la porta sul muso o, nella migliore delle ipotesi, dovrebbe mettersi in lista d’attesa dai 2 agli 8 mesi. Sembrerebbe uno scherzo o una battuta di stile cabarettistico ma non è così. Un monitoraggio predisposto per il 2001 dal Tribunale dei diritti del malato nei confronti degli ospedali di Roma e pubblicizzato nella prima decade di dicembre ci fornisce dati che definire sconcertanti sarebbe un eufemismo. Gli ospedali Pertini e S.Spirito hanno le liste di attesa chiuse con eccezione di coloro che ivi siano ricoverati. Negli altri ospedali la situazione è quasi drammatica e non pare vi siano margini di miglioramento per i prossimi mesi. Quest’ultimo monitoraggio è il segnale che conferma una situazione complessiva di crisi. Roma, capitale d’Italia, da lungo tempo non fornisce risposte adeguate in materia di tutela della salute all’utenza. Problema accentuato dal fatto lo Stato, in sede di erogazione dei fondi alle autonomie locali, scarsamente considera che tanti cittadini provenienti dal resto d’Italia, ritenendo che il livello dei servizi sia qualitativamente più elevato, ricorrono alle prestazioni degli ospedali romani. Questioni tutte in grado di far rizzare le orecchie ai responsabili politici ed ai massimi dirigenti della sanità pubblica del Lazio. Soffermiamoci su quanto attualmente avviene in linea generale sul piano operativo. I programmi sono tanti e variegati, le progettualità non mancano, i manager delle Aziende USL sono stati da molti mesi sostituiti dalla giunta regionale di centro-destra con uomini presentati come dirigenti ad alta caratura e di sicura efficienza. Il risultato di tante iniziative è sotto gli occhi di tutti e non solo per i dati parziali di quel monitoraggio. Chiunque abbia l’agio di visitare quegli ospedali vedrà, con lodevoli eccezioni, un’incuria generale: pasti serviti freddi e familiari che si prestano ad imboccare i malati più gravi con vettovaglie il più delle volta portate da casa,, l’indifferenza- quando non c’è il silenzio!- con cui i medici danno notizie sullo stato di salute dei ricoverati, lo scarso rispetto della dignità del malato da parte di molti sanitari delle categorie più diverse e via continuando. In questi giorni l’assessore capitolino ai Servizi sociali Milano ha proposto alla regione Lazio la collaborazione per istituire a tempi brevi una unità di crisi nell’obiettivo di trovare soluzioni per la questione delle liste di attesa ed per gli altri problemi della sanità romana ancora irrisolti. Sembra un primo passo. Aspettiamo gli sviluppi. Il sindaco Veltroni e il presidente della giunta regionale Storace devono assumersi l’onere, quali primi rappresentanti delle istituzioni locali, di affrontare, il più possibile in via diretta, questa situazione di degrado e procedere dritti al cuore dei problemi evitando proclami e privilegiando fatti. |
||
I
FARMACI GENERICI Altro Consumo:
www.altroconsumo.it |