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Piccolo
vademecum per un commerciante
Il
cliente ideale è colui che entra in un negozio sorridendo, aspetta il suo
turno, chiede il prodotto, ringrazia, paga e se ne va. Per qualche oscura
ragione capita sempre a lui di trovare il pezzo difettoso, il prodotto
scaduto o la maglia fallata. Al suo secondo passaggio questo personaggio
che aveva già in tasca la nomination a “Cliente dell’anno” ha
cancellato il sorriso, non aspetta il suo turno, sbatte l’oggetto della
sua disapprovazione sul banco e con aria greve accusa il commerciante. Se
disgraziatamente non c’è più un secondo pezzo identico, ma sano, ci
consegna il biglietto da visita del suo avvocato.
Nella mia limitata
esperienza di stare dall’altra parte di un banco di vendita ho
conosciuto anche il cliente distratto che lascia le chiavi della macchina,
torna trafelato indietro, le afferra con un sorriso timido e magari posa i
suoi occhiali. Niente paura, al massimo dopo qualche ora se li viene a
riprendere.
L’indeciso è una
vera piaga per il povero commerciante: si fa mostrare tutta la merce del
negozio, cambia parere in continuazione e alla fine decide che il prodotto
che aveva visto tre negozi fa era proprio l’ideale. Mentre rimette a
posto le cose, il venditore viene interrotto con impazienza da un cliente
che non ha tempo da perdere. La sua immaginaria frusta fa galoppare tutti
e persino lo scontrino della cassa stampa il suo “romanzo” più
velocemente. Esce senza un saluto ed incontra un amico proprio fuori dalla
porta. La prossima ora conversa amabilmente, mentre il commerciante sta
ancora ansando.
Diffidate dei
burloni. Con le loro storielle distraggono gli altri, magari non comprano
niente, ma portano ugualmente qualcosa con loro.
Ci sono quelli che
scelgono con entusiasmo tante cose, fanno aumentare il battito cardiaco
del commerciante che pensa al suo guadagno e alla fine chiedono il
pagamento a rate, ma non con una società finanziaria, perché sono magari
cattivi pagatori, ma con una decina di cambialette......
Il timido mi fa
tenerezza. Aspetta, aspetta, passano i prepotenti e se non viene
casualmente notato dal commerciante rischia di passare la giornata al
negozio. Chiede con garbo la sua merce e ha paura di importunare gli
altri.
Si dice sempre che i
supermercati sono nati per agevolare i clienti, ma io penso che siano nati
per tutelare i nervi dei commercianti. Non importa chi varca la soglia;
buono o cattivo, nervoso o timido, gli scaffali non parlano, non
suggeriscono, aspettano solo di essere svuotati. Alle cassa non c’è
scampo, quella fila si deve fare. Per il distratto esiste il banco degli
oggetti smarriti o un altro lungo giro tra gli scaffali. Per “mani di
fata” ci sono le telecamere - almeno in teoria. Ma forse manca il
contatto umano, il consiglio di un esperto e - porca miseria - con chi
litigo se sono di cattivo umore?
Annemarie
Lenz |
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