In quei giorni Maria si
mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di
Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta
ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo.
Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
“Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A
che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la
voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato
di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto
nell’adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse:
“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva”.
COMMENTO
Maria costituisce il centro della scena offertaci dall’evangelista
Luca. La sua visita ad Elisabetta è stata occasionata dal messaggio
che l’angelo le rivolse al momento dell’Annunciazione: ”Vedi, anche
Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio
e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile” (Lc
1,36). Essa però si mette in viaggio “in fretta” non perché dubita
della profezia fattale dall’angelo, ma perché è spinta dalla gioia
procuratale dalla grazia concessa a lei ed alla sua parente, perché
è desiderosa di compiere un servizio nei riguardi di Elisabetta già
vecchia. La città di Giuda verso la quale si dirige è, secondo la
tradizione, Ain-Karim distante oltre 150 Km da Nazaret. Il lungo
viaggio indica le difficoltà e i sacrifici che Maria ha dovuto
affrontare, ma manifesta soprattutto lo spirito di amore che lo
animava. Il saluto di Maria determina in Elisabetta un effetto
prodigioso: sente il bambino sobbalzare nel suo seno. Tale movimento
non è casuale; è determinato prodigiosamente dall’avvicinarsi di
Gesù e di sua madre. E proprio a seguito di ciò Elisabetta fu
ripiena di Spirito Santo e illuminata per comprendere il significato
di quanto si era realizzato in lei. Essa lo spiega ad alta voce: la
sua è parola profetica ispirata da Dio: "Benedetta tu fra le donne e
benedetto il frutto del tuo grembo". Elisabetta riconosce e confessa
il segreto della maternità di Maria e quella del suo figlio. Dio ha
colmato Maria di grazie più di tutte le altre donne. Ciò che rende
Maria così grande è certamente la sua divina maternità “ benedetto
il frutto del tuo grembo”, ma la radice da cui nasce questa
grandezza è la sua fede totale nella parola di Dio. Elisabetta
definisce Maria "beata” perché ha creduto nell’adempimento delle
parole del Signore. Il saluto e l’esaltazione da parte di Elisabetta
risvegliano in Maria il canto del suo Magnificat. Maria dirige la
lode a Dio. Solamente a Lui spetta l’onore, la lode. Egli ha
manifestato la sua grandezza, ha rivolto benignamente il suo sguardo
alla bassezza della sua serva, innalzandola in una maniera unica. La
Liturgia odierna ci presenta la figura di Maria come modello a cui
ispirarsi alla vigilia della celebrazione del S. Natale. Il suo
atteggiamento di madre, che incinta per opera dello Spirito Santo
vi-sita la sua parente Elisabetta, ci suggerisce i sentimenti con i
quali dobbiamo prepararci al S. Natale e viverlo. 1. Prepararsi al
Santo Natale guardando Maria Prima dell’acclamazione del Vangelo
cantiamo le parole che Maria rivolse all’annunzio dell’angelo:
“Eccomi, sono la serva del Signore: avvenga di me quello che hai
detto” (Lc 1,38). Ma-2ria è proclamata da Elisabetta “beata” perché
ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore. Maria canta la
lode a Dio perché ha guardato l’umiltà della sua serva. Fede ed
umiltà sono i due atteggiamenti indispensabili, con i quali dobbiamo
prepararci alla celebrazione del S. Natale. Davanti a Gesù che vuole
entrare nella nostra vita occorre avere la stessa disponibilità di
Maria. Credere significa confessare seriamente che Gesù nato a
Betlemme, morto e ri-sorto per ciascuno di noi, è il Signore della
nostra vita (cf 1 Cor 12,3; Rm 10,9); significa abbandonare tanti
idoli che si annidano nel nostro cuore e fare spazio a Gesù. 2.
Andare incontro con fretta agli uomini d'oggi come Maria partì in
fretta verso Elisabetta L’atteggiamento di Maria, che parte “in
fretta” e porta in grembo Gesù il quale fa sussultare il bambino che
è nel seno di Elisabetta, è quanto mai significativo. Anche noi
sull’esempio di Maria dobbiamo andare “in fretta” verso gli uomini
del nostro tempo, portando loro Gesù. La nostra azione sarà
autentica se Egli è entrato veramente nella nostra vita, se Egli
orienta il nostro modo di pensare, il nostro stile di vivere. Non
raramente è messo in risalto che i cristiani oggi non sono per nulla
disposti a far comparire nel proprio lavoro, nell’ambiente in cui
vivono le loro personali convinzioni religiose, mostrano una certa
riluttanza a farle trasparire in pubblico. Si tratta di costatazioni
che invitano alla riflessione e ci fanno comprendere l’urgenza della
testimonianza cristiana. La fede che il Signore ci ha donato non può
restare un tesoro privato; deve essere trasmessa agli altri con la
testimonianza della vita e con un annunzio gioioso.