L’anno corrente è dedicato alle
patate e questa iniziativa lanciata dalla FAO ha riportato agli onori
della cronaca questo tubero antico e onnipresente su quasi ogni tavola,
seppure ogni tanto, da parte dei fanatici delle diete dimagranti gli si
attribuiscono difetti e colpe per limitarne l’uso, mentre, alternando
questo alimento ad altri piatti si potrebbe ricavarne solo che
benessere.
Mangiare
patate fa bene e con l’uso ben ponderato e senza eccessi l’organismo si
avvale di forza e benessere perché sono ricche di vitamina C , ferro,
potassio e zinco. specialmente per i bambini in crescita. Ma, come per
qualunque a altro alimento, basta non farne uso continuo e smodato per
constatare quanto sia provvidenziale in casi di anemia e spossatezza,
per ripristinare le forze senza essere ingrassanti. La FAO , con questa
iniziativa vuole propagandarne i benefici con Incontri e Seminari atti
ad illustrare le proprietà di questi tuberi importati secoli addietro
dagli Incas e che nel passato hanno risolto tanti problemi di popoli
affamati. Lo scopo principale è quello d’invogliare a produrne una
maggiore quantità perché migliaia di bambini nel mondo che muoiono di
fame , potrebbero assicurarsi l’esistenza mangiandone quantità più
consistenti e con più regolarità. Nelle città si vedono frequentemente
cartocci di patatine fritte con oli sconosciuti in mano ai bambini che
ne vanno ghiotti, ma che non sono bene accetti dal loro giovane fegato
che comincia troppo presto ad accusare disturbi mentre nelle arterie,
inizia ad accumularsi il micidiale colesterolo. Le patate sono
appetibili a tutti e si prestano ad essere cucinate in mille modi :
nelle minestre , in purea, col sugo, a gnocchi, condite con cipolla e
tonno, per contorni di pesci o di carni al forno o semplicemente bollite
e condite con olio e sale e un trito di prezzemolo. Persino in dolci
casalinghi. Nelle campagne quando il lavoratori della terra stavano
giornate intere con pane e cipolla e un bicchiere di vino, al loro
ritorno a casa trovavano le patate cotte sotto la cenere del camino,
pronte per essere sbucciate e mangiate, così, al naturale che li nutriva
e gli restituiva le energie perdute nel gravoso lavoro dei campi.
Vecchie usanze è vero, difficile da restaurare, ma quanto salutari!
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