(scheda) |
Storia vera anche se ovviamente romanzata. La sceneggiatura
puntuale e di notevole efficacia è di Michael Straczynski ma la
tara del film proviene dalla mano sensibile di un Eastwood
ancora una volta più che convincente. In primo luogo la Los
Angeles degli anni 20 viene ricostruita con un’attenzione ai
particolari che stupisce, fatto inusuale per il cinema dei
nostri tempi. L’abilità del regista trova il suo acme nel suo
far scorrere questa storia ad alta tensione drammatica con
semplicità, ma mai sottraendosi ad un approfondimento dei
caratteri. Il risultato lo raggiunge adottando un gioco di
chiaroscuri che pone in evidenza la drammaticità delle
situazioni. Riesce infine, senza sottolineature, a mostrarci
l’arroganza e la brutalità di autorità che dovrebbero tutelare i
cittadini, senza trascurare il senso di responsabilità di tante
persone che testimoniano in favore di quella madre perseguitata.
Le musiche, di cui è autore lo stesso regista, accompagnano con
dolcezza avvenimenti così truci. Gli attori sono coinvolti in
pieno nella storia. Christine è impersonata da Angelina Jolie.
Una diva affermata ma che pure riesce a cogliere le sensibilità
di una madre privata dell’unico affetto della sua vita. John
Malkovich, nel ruolo del sacerdote della chiesa presbiteriana, è
concentrato e sobrio come la parte richiede. Eccellente
l’apporto dei caratteristi che continuano ad essere il sale del
cinema USA.
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Nelle sequenze finali del film “Changeling“ il
sacerdote presbiteriano, convinto difensore della sfortunata madre
protagonista della storia, afferma “il Signore opera in modi misteriosi,
eccome se opera!“ Come non vedere le mani del creatore per spiegare come
questa madre riesca in qualche modo ad uscire dal tunnel di una vera e
propria persecuzione da parte di istituzioni corrotte e spietate. Il grande
regista statunitense Clint Eastwood ci offre una storia - per alcuni aspetti
tremenda - attraversata da una intensa umanità che entra nell’intimo dello
spettatore e che offre una speranza di riscatto per le persone in apparenza
prive di difesa.
Siamo a Los Angeles nel marzo 1928. La giovane centralinista Christine
rientra a casa nel tardo pomeriggio dopo una giornata di lavoro. Non trova
il figlio di nove anni Walter. E’ sparito nel buio, la disperazione di
questa donna sola è completa. La polizia si muove per rintracciare lo
scomparso ma si è in presenza di un’autorità corrotta e senza scrupoli come
con coraggio denuncia in una trasmissione radiofonica locale un combattivo
sacerdote della chiesa presbiteriana. Passano i mesi, il caso assume una
rilevanza mediatica di forte spessore.
Finalmente dopo cinque mesi la polizia consegna a Christine un bambino un
poco somigliante allo scomparso, quasi obbligandola a credere che si tratta
di suo figlio. E’ una losca operazione della polizia che tende con questa
falsificazione a recuperare un’immagine decente per la pubblica opinione. La
donna accoglie il bambino in casa ma subito si rende conto dell’inganno
subito, protesta con vigore, denuncia il tutto ai giornali.
Il capitano di polizia del luogo, pressato dai suoi capi e dall’ambizioso
sindaco, comprende che quella donna non molla e, seguendo una prassi
consueta verso i cittadini "ribelli", fa ricoverare Christine per disturbi
mentali in un ospedale psichiatrico.
La protagonista subisce il ricatto dei medici compiacenti che la vorrebbero
costringere ad ammettere che il bambino ritrovato sia in effetti suo figlio,
spiegandole che in caso contrario non uscirà dalla segregazione.
Non demorde, anzi si collega agli altri ricoverati ingiustamente
perseguitati dalla polizia.
Interviene con una campagna a tamburo battente il coraggioso sacerdote e
costringe la polizia a liberare tutte le persone odiosamente segregate.
Mentre
la donna continua la sua battaglia, saltano fuori una serie di omicidi di
bambini da parte di un folle. Alcune testimonianze comprovano che una delle
presunte vittime sarebbe il piccolo Walter. La donna, pur straziata dal
dolore, continua la sua lotta. Fa condannare i suoi persecutori e tenta di
conoscere dall’assassino se veramente il figlio sia tra le sue vittime.
Perde questa seconda battaglia a fronte di in uomo spietato che nulla le
dice neppure dinanzi al patibolo che porrà fine alla sua infelice vita.
Passano gli anni, viene ritrovato un ragazzo sfuggito dalle grinfie
dell’assassino,testimonia che Walter era fuggito con lui ma che l’aveva
perso di vista. Questa madre coraggio non si rassegnerà mai.
Consigliamo di andarlo a vedere, riteniamo
arduo che nelle sale cinematografiche in questo periodo si possano trovare
storie così ben raccontate.
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