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OSCAR PER IL MIGLIOR FILM STRANIERO A

"IL FALSARIO"
Collaborare o sabotare?
di Giuseppe Trabace


 

(scheda)

Storia vera raccontata nel libro autobiografico di Adolf Burger “L’officina del diavolo“. Il regista è stato in effetti mosso da una voglia di riscatto nell’intento di ”ricordare che il nazismo non fu un regime efficiente in cui c’erano belle autostrade e treni in orario, erano criminali e basta” Dall’ opera letteraria l’austriaco Ruzowitzki ha sceneggiato e diretto un film intenso,duro che va direttamente, con estrema sintesi, al nocciolo delle questioni rappresentate. Il film è infatti condotto con il ritmo serrato di un thriller avvalendosi di una eccellente fotografia in chiaroscuro di Benedict Neuenfels. Una storia in cui – oltre al tema prevalente della scelta - vengono approfonditi i dubbi, le ansie, le paure di quei perseguitati aggrappati alla speranza di sopravvivere senza dimenticare le crudeltà dei carnefici nazisti nonché le loro ambigue- se non interessate- aperture umanitarie sintetizzate nel personaggio di Herzog. Di grande qualità la resa degli attori trai quali spicca Karl Markovics che impersona con misura e intelligenza Salomon, approfondendone la scaltrezza ma anche le insospettate sensibilità. Una citazione per Devid Striesow che, nell’impersonare Herzog, ne tratteggia brillantemente la finta bonomia ma anche le insicurezze dissimulate.
Nello scorso mese di febbraio il film è stato giustamente premiato con l’Oscar per il miglior film straniero. Non siamo in presenza di un capolavoro, a volte Ruzowitzki indulge a scene da fiction televisiva ma nel complesso siamo in presenza di un’opera robusta che avvince e coinvolge.

 

Quale il dilemma che ci pone in sintesi il film “ Il falsario “ ? A fronte delle violenze senza freni dei propri persecutori l’uomo comune si può muovere in due modi diametralmente opposti. Collaborare senza riserve e quindi salvarsi ovvero tentare di opporsi al male con il rischio evidente di esserne distrutto. Una scelta di vita aspra, senza vie di uscita, che è anche una scelta morale. E’questo il tema che ci pone l’emergente regista austriaco Stefan Ruzowitzki nel descrivere, senza compiacenze di sorta, le vicissitudini di una comunità di ebrei prigionieri in un lager nazista durante la seconda guerra mondiale.
La storia ha inizio con l’arresto da parte del poliziotto tedesco Herzog dell’ebreo russo Salomon a causa della sua magica “abilità“ nel contraffare denaro. Un uomo particolare questo Salomon, è furbo e senza scrupoli nel suo mestiere di falsario ma è anche una persona dotata di senso artistico non comune e questo perfino i nazisti lo colgono da subito. Deportato per la sua doppia veste di ebreo e di criminale nel campo di sterminio di Mauthausen riesce ad avere un trattamento di favore. Dipinge quadri per gli ufficiali nazisti del campo e in cambio viene nutrito ed evita la morte. Dopo alcuni anni Herzog, divenuto ufficiale nazista, si ricorda di lui, lo fa trasferire, verso la fine della guerra, nel lager di Sachsenhausen e gli accorda un trattamento tanto migliore di prima da sembrare un sogno. Letti con lenzuola pulite, cibo a sufficienza e sopra tutto la garanzia di non essere mandato nelle camere a gas. Non è un atto di solidarietà……. ma una strategia dei nazisti. Salomon viene messo a capo di una squadra scelta di deportati ebrei per organizzare la falsificazione di enormi quantità di sterline. Il denaro falso servirà, nei piani delle gerarchie militari, a creare grossi problemi all’economia inglese in un periodo in cui la Germania sta subendo gravi sconfitte sui diversi fronti di guerra. Tutti questi deportati sono in possesso di differenti specializzazioni ma per la maggior parte collaborano con i loro carcerieri consci che questa è la loro unica speranza di vita. Questo gruppo di persone privilegiate lavora in baracche separate sotto il controllo attento di Herzog che a sua volta deve rispondere ai suoi superiori sulla veloce riuscita dell’operazione. Dopo un periodo iniziale all’apparenza senza problemi si pone in evidenza un giovane deportato che pone con forza a Salomon la questione morale di una collaborazione con il regime nazista. Salomon lo contrasta senza esitazioni in nome del diritto alla sopravvivenza ma, nonostante il boicottaggio deciso del giovane, non lo denuncia in nome di una solidarietà che non può subire eccezioni. La tensione sale, gli altri deportati sono dalla parte di Salomon che, grazie alla sua abilità, riesce, nonostante il boicottaggio, a produrre delle sterline false abbastanza identiche alle vere. Herzog dà il nuovo incarico a Salomon di produrre dollari falsi ma la tensione interna del gruppo sta salendo anche perché i carcerieri, stufi della situazione, commettono abusi e violenze nei confronti dei soggetti più deboli Ormai le truppe russe stanno vincendo all’interno del territorio germanico e il lager viene liberato. Salomon, anche lui colpito dalle ultime tristi vicissitudini, vorrebbe uccidere l’ambiguo Herzog ma lo risparmia e esce dalla sua prigione portando con sé una grossa quantità di sterline false. Quel denaro sarà perduto dall’impenitente protagonista giocando alla roulette.
 

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