(scheda) |
Melodramma allo stato puro. Gli sceneggiatori Alessandro
Valenti e Andrea Piva, unitamente allo stesso regista, danno
corpo e sangue ad una storia che intriga. Piva, regista anni or
sono dell’ottimo “La capa gira“, dà di sicuro una mano
importante alla stesura dei dialoghi in dialetto locale.
Winspeare ritorna alla regia dopo qualche anno. Aveva già dato
prove convincenti con i film “Sangue vivo“ e il “Il miracolo“,
sempre girando nei suoi luoghi di origine. Non dispiace, ed in
certo qual senso affascina, un uomo legato alla sua terra che
rappresenta con amore ma senza fare sconti. Un autore da tenere
d’occhio nel panorama della non esaltante cinematografia
nazionale. Attenta la scelta degli attori. Donatella Finocchiaro
impersona con giusta tensione Lucia. Di immediato impatto i suoi
scatti d’ira, la rabbia repressa ma anche gli insopprimibili
impeti d’amore, anche se talvolta il personaggio appare
contraddittorio nella stesura della sceneggiatura. Fabrizio
Gifuni recita con misura il ruolo del tormentato magistrato. La
solitudine di Ignazio ma anche la sua voglia di uscirne viene
fuori pian piano ma la sua sofferenza è espressa con indubbia
classe. Si segnalano anche Beppe Fiorello in una parte insolita
di malavitoso a tutto tondo e Giorgio Colangeli che dà tratti di
umanità al padrino Zà.
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Siamo nel profondo sud del Salento. Paesaggi
stupendi, un mare cristallino che incanta, quei piccoli paesi in cui il
bianco delle case abbacina la vista sotto la sferza di un sole rovente.
Questa l’ambientazione di una storia melodrammatica diretta con
partecipazione dal salentino Edoardo Winspeare. E’ un film “Galantuomini“ in
cui gli accadimenti vengono narrati seguendo il ritmo trascinante della
locale taranta e che, pur con qualche cedimento alla convenzione, dà
un’immagine forte di un sud ferito dalla piaga della criminalità ma in cui
la forza dell’amore riesce ancora a dominare le sorti degli uomini.
La storia si svolge negli anni novanta in cui quella terra sfortunata venne
sconvolta dal dilagare dell’organizzazione criminale della Sacra Corona
Unita. Fabio, Lucia e Ignazio sono cresciuti insieme in un piccolo paese
legati a doppio filo da un’amicizia vera. Sono cresciuti i tre. Ognuno ha
preso strade differenti. Ignazio si è allontanato dal paese natale, è
divenuto un magistrato impegnato a combattere la criminalità organizzata nel
vicino capoluogo di Lecce. Lucia, bella e di carattere fierissimo, è
divenuta una spietata donna boss a capo di una cosca della Sacra Corona
Unita. I loro destini si incrociano nuovamente allorché Fabio, il più debole
dei tre, muore a 37 anni per overdose. Ignazio e Lucia, da sempre attratti
reciprocamente, si incontrano dopo tanti anni ai funerali dell’amico. Scatta
la scintilla. Ignazio, del tutto ignaro dell’attività criminosa della donna,
tenta di allacciare un rapporto cui lei tenta con difficoltà di sottrarsi.
Una serie di azioni criminose producono l’effetto che Lucia viene indagata
dalla Procura con sconcerto dell’incredulo magistrato. Le prove della
colpevolezza della donna non tardano a venire e Ignazio sconvolto, non
rendendosene del tutto conto, avverte Lucia che si dà alla macchia. Una
gravissima infrazione per il magistrato che si vede costretto alle
dimissioni. La donna è in pesanti difficoltà per la rivalità di un’altra
cosca. I rivali tentano di ucciderla, sterminano la sua banda ma lei fugge e
si rifugia nella casa di Ignazio. E’ sola, disperata, la sua sicurezza di
boss si è spenta. Ignazio nonostante tutto la desidera senza remore, lei gli
cede in una notte che per i due non dovrebbe avere mai fine. Al risveglio
Lucia si renderà conto che non può continuare a distruggere l’uomo che ama,
fugge. Forse si consegnerà alle autorità.
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