(scheda) |
Film
noir, crudo. I contenuti sono quelli della tragedia greca anche
se quì manca la catarsi. Le orribili colpe dei tre protagonisti
– il padre e i due figli – vengono messe a nudo senza
compiacenze con stile cronachistico. Nell’ordito della
sceneggiatura non mancano peraltro incongruenze come a titolo di
esempio l’evenienza che il navigato Andy affidi l’esecuzione
della rapina ad un fratello che non stima e che viene descritto
quasi come un buono a nulla. La storia a volte zoppica, è
ambiziosa ma gli manca la straordinaria sinteticità- e diremmo
anche razionalità- di grandi film noir del passato quali
l’eccellente film del 1950 di John Huston “ Giungla d’asfalto “
Lumet è però efficace nella descrizione degli avvenimenti e nel
ritmo che imprime alla storia. Forse si affida più al suo
mestiere di collaudato cineasta che ad un approfondimento della
decadenza dei valori della società moderna. E’ evidente che il
regista ha puntato la sua attenzione sull’approfondimento dei
caratteri dei suoi personaggi, giocando molto sull’eccellenza
della recitazione dei bravissimi attori. Su tutti svetta l’arte
recitativa di Philip Seymout Hoffman. che impersona Handy Una
persona all’apparenza come tante ma che nasconde conflitti che
fin dall’infanzia gli hanno quasi svuotato la coscienza, fino a
renderlo, nella parte finale del film, un folle omicida.
L’attore si cala a perfezione nel personaggio e ricorda
l’intensità recitativa del miglior De Niro nella scena in cui
dopo uno scontro – da troppo tempo rinviato - con il padre, cade
in presa ad una crisi isterica in cui disvela tutta la sua
nevrotica amarezza per le cattiverie subite in famiglia da tanto
tempo. Adeguati gli altri attori con una citazione particolare
per l’anziano Albert Finney nel ruolo di Charles. Un attore
della migliore tradizione britannica, grande protagonista del
mitico film degli anni 60 ” Tom Jones “. Impersona con rabbiosa
incisività un uomo ferito a morte dalla scomparsa della moglie
ma che pure ha tanto sbagliato nei suoi rapporti con i figli che
considera sua proprietà.
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Onora il
padre e la madre è uno dei dieci comandamenti. Proprio per questo il titolo
di questo film può apparire beffardo. I due fratelli Andy e Hank, figli
quarantenni di un’anziana coppia di gioiellieri, vanno con spregiudicata
incoscienza in senso opposto rispetto a questo sacrosanto principio. Saranno
duramente puniti. Questo uno dei temi di un film dai toni fortemente
drammatici – o meglio melodrammatici – diretto dall’ottantaquattrenne Sidney
Lumet con mano sicura.
Tutto parte da una rapina in una gioielleria in un quartiere popolare di New
York La rapina finisce tragicamente. Alle minacce ed alla brutalità del
rapinatore l’anziana Nanette reagisce uccidendolo a colpi di pistola ma
rimanendo a sua volta in fin di vita. Il complice del rapinatore che è fuori
in auto fugge precipitosamente. Ma quello che più interessa agli ideatori
della storia è di descrivere gli antefatti analizzando i comportamenti di
ciascuno degli “attori“ della complessa vicenda. La rapina è stata ideata da
Andy, uomo d’affari corrotto, in procinto di essere smascherato e schiavo
delle droghe pesanti. Il guaio è che l’uomo è il figlio primogenito dei
gioiellieri Charles e Nanette proprietari del negozio che intende rapinare.
Non può esporsi e quindi chiede aiuto per il suo piano criminale al fratello
Hank, dall’equilibrio instabile e, in aggiunta, separato con rapporti
difficili con l’ex moglie e con l’unica figlia. I due fratelli hanno un
disperato bisogno di denaro ed il satanico Andy riesce a convincere il
titubante Hank ad effettuare materialmente la rapina. Per completare il
quadro “idilliaco“ Hank è da qualche tempo l’amante dell’avvenente moglie di
Andy.. Il fratello minore è un pavido e, all’insaputa dell’ideatore della
rapina, contatta un professionista del crimine per fare il lavoro sporco
mentre lui si limita a guidare l’auto. La rapina ha un esito tragico.
Nanette muore in ospedale ed il marito, dopo una forte crisi, decide di
trovare ad ogni costo i colpevoli. L’ansia che pervade i due fratelli, il
dolore intenso di Charles rivelano i gravi problemi familiari fino allora
nascosti. Charles era stato sempre un padre padrone ed i suoi atteggiamenti
prepotenti si erano concentrati sul primogenito che aveva ricambiato con
l’odio le ingiustizie subite fin da ragazzo. Charles intuisce che qualcosa
non va nel modo di comportarsi dei figli e svolge controlli personali. Nel
frattempo tutto precipita. Hank viene ricattato dal fratello della vedova
del rapinatore che è a conoscenza di tutto. Andy ormai è braccato per le sue
truffe e viene abbandonato dalla moglie che gli rivela di averlo tradito con
il fratello. Ormai è un uomo disperato, privo di affetti, tutto gli crolla
addosso, decide di risolvere brutalmente la situazione. Si impossessa,
compiendo due omicidi, di una grande quantità di denaro sporco di coloro che
gli procuravano la droga, giustizia il ricattatore di Hank ma nella
colluttazione viene a sua volta gravemente ferito. Charles scopre
occasionalmente che Andy è l’ideatore della rapina che ha provocato la morte
della moglie. Lo segue con l’auto e si rende conto della perversità del
figlio. Corre in ospedale ma il suo intento non è quello di assistere Andy
ma quello di punirlo uccidendolo. Con lucida efferatezza lo soffoca
cancellando le tracce del suo parricidio.
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