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COINVOLGENTE FILM DI VON DONNESMARCK
"LE VITE DEGLI ALTRI"

SPIATI !
di Giuseppe Trabace


 

(scheda)

Ai nostri giorni essere spiati è divenuto uno sport “normale“ della nostra evoluta società. Entrare, intrufolarsi senza un minimo di rispetto nella vita intima delle persone, coglierne i segreti pare che frutti parecchio. L’uomo mostra in tal modo una delle sue facce meno presentabili e tanti di noi assistono impotenti a questo fenomeno che peraltro ha radici ben salde nel passato recente e remoto. Questo ha forse indotto il regista tedesco Florian Henckel Von Donnesmrck a costruire un film di alta qualità su questo tema dal titolo “Le vite degli altri“. Emozioni si susseguono senza soste in un’intensa opera quest’anno giustamente premiata con l’Oscar per il migliore film straniero.

Siamo nel 1982. In quel periodo in cui ancora trionfava il muro che separava le due Germanie, quella comunista dell’Est sotto il tallone dell’ Unione Sovietica e quella democratica dell’Ovest.
Nella Germania comunista il regime illiberale dominante tiene sotto controllo tutti i cittadini che diano adito a sospetti in merito al loro parziale o totale non asservimento alle ferree regole imposte.
Un occhio più attento è rivolto agli intellettuali che potrebbero esportare anche oltre i confini la loro voglia di denuncia sulle storture del potere. Molte volte i massimi dirigenti politici, all’interno della intensa attività di spionaggio sul privato dei cittadini da essi promossa, approfittano per scopi personali di questa possibilità con il fine di rovinare persone che vengano a contrastare con i propri interessi. Dreymann è un drammaturgo famoso che gode fama di essere fedele al regime. Ha colleghi che hanno avuto problemi politici pesanti ma lui pare stare in riga. Il suo punto debole è quello di essere sposato con la bella Christa-Maria celebre attrice. Essa, minacciata dal potente ministro Hempf che le potrebbe chiudere ogni possibilità di continuare a fare l’attrice, gli cede e ne diviene l’amante. Non contento Hempf ,che vuole la donna tutta per sé, dà incarico al servizio segreto dello Stasi di indagare a fondo sul rivale al fine di toglierlo di mezzo. Incaricato di ciò è l’agente Wiesler, uomo che svolge il suo lavoro con indubbia efficienza ed, ove richiesto dagli eventi, con lucida spietatezza. La casa del drammaturgo è riempita di cimici mentre poco distante Wiesler ascolta tutte le conversazioni che ivi avvengono. In realtà dopo non molto tempo l’agente scopre che Dreymann complotta contro il regime scrivendo articoli di denuncia per un grande giornale della Germania Ovest. Ecco l’imprevisto, l’agente uomo profondamente solitario, dedito a squallidi amori mercenari, resta affascinato da quel clima di libertà che si respira in quella casa, da quell’amore che unisce i due coniugi . Tutto ciò in cui da zelante comunista in buona fede credeva va in frantumi. L’uomo che avrebbe dovuto incastrare il commediografo ne diviene un complice discreto- e sconosciuto – e pertanto, nonostante i forti sospetti dei superiori di Wiesler, nulla trapela. Gli avvenimenti precipitano. Sotto l’incalzare del perfido ministro, funzionari dello Stati costringono Wiesler ad interrogare Christa-Maria ed essa confessa i tradimenti alla causa comunista del marito. La polizia segreta perquisisce la casa del drammaturgo in cerca di prove ma è lo stesso Wiesler a fare in tempo ad occultarle. La polizia è sbigottita, nel frattempo l’attrice, ignara dei maneggi di Wiesler, ritenendo di avere compromesso il marito corre in strada e muore travolta da un automezzo. Ormai Wiesler è un uomo sospetto, viene privato delle sue mansioni e ridotto al rango di postino. Passano gli anni, il muro tra le due Germanie è crollato, l’ex ministro Hempf, sempre a piede libero, rivela all’ignaro commediografo, di averlo in quegli anni fatto spiare nella sua casa. Dreymann svolge indagini e scopre incredulo che quell’agente segreto, da lui ignorato, lo ha salvato senza chiedere nulla in cambio. A distanza lo osserva mentre continua a svolgere il suo umile lavoro ma si astiene dal contattarlo. Sulle sue vicissitudini il commediografo scriverà un libro di successo con una dedica rivolta allo pseudonimo utilizzato dall’agente segreto in quel triste periodo. Wiesler, con un lampo di soddisfazione che attraversa il suo volto impassibile, acquisterà una copia di quel libro.
Film emblematico di un’epoca per fortuna tramontata. Il giovane regista Von Donnersmarck ce ne dà uno spaccato credibile e, senza soffermarsi su retoriche condanne,ci mostra come quei tempi grami incidano sulle coscienze di chi non vuole piegarsi alle logiche dell’assolutismo. Ma la storia non è solo questo, vi è uno studio dei caratteri che intriga, un modo di descrivere gli avvenimenti partecipativo senza che però la macchina da presa si soffermi più di tanto onde non appesantire la visione del film.. C’è qualche breve scena che sfiora la volgarità (come ad esempio la violenza carnale subita in auto dall’attrice da parte del ministro) ma nel complesso la storia convince ed emoziona. Impeccabile la direzione degli attori. Spicca la recitazione tutta interiore di Ulrich Muhe nel ruolo dell’agente segreto Wiesler. Solo con un battito di ciglia o con una lieve contrazione del volto Muhe riesce a trasmettere le emozioni di un personaggio complesso e sfaccettato. Bravi e impegnati gli altri attori.

Un film che consigliamo a chi fosse disponibile ad analizzare i guasti del passato ed a trarne insegnamento.
 

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