Lo sconsolato padre sessantenne, di professione antiquario,
scuote la testa ed a proposito del figlio diciottenne Pollo si sfoga “mio
figlio non ha interessi, neanche Totti“. In questo sfogo c’è tutta
l’impotenza di molti genitori del nostro tempo nei confronti di figli non
facili da gestire ma vi è pure il segnale di una gioventù forse troppo
satolla che fatica ad affacciarsi alla vita vera, a spiccare il volo per
raggiungere la maturità. Tema tutto in salita che Francesca Archibugi –
tornata a dirigere dopo 5 anni di silenzio – affronta con indubbio coraggio
cercando di non perdere il filo di una storia che si sviluppa lentamente
disvelando altri temi, quali l’insoddisfazione della protagonista
trentaquattrenne Chiara,alle prese con una storia d’amore difficile con il
giovane Pollo.
Sono due amici per la pelle Pollo e
Curry. Vivono a Roma, provengono entrambi da famiglie agiate,
hanno scarsa voglia di studiare, ciondolano indolenti
divertendosi con monellerie un po’ infantili, Curry, il più
estroverso, è stato adottato da piccolo in India da una famiglia
romana. E’ proprio lui che convince la madre psicologa che
sarebbe giunto il momento per visitare l’India assieme
all’inseparabile Pollo. Eccoli in quell’ immenso paese i due
giovani certamente non temprati a vivere la realtà indiana con i
suoi enormi problemi sociali, con le sue strade puzzolenti
attraversate da moltitudini di persone, con i tanti imbroglioni
che tentano di sbarcare il lunario. I due ragazzi inesperti,
pure colpiti da quanto osservano, rischiano di essere travolti
dagli eventi. La situazione cambia allorché incontrano Chiara un
medico italiano che opera in quella zona all’interno di
un’organizzazione umanitaria. La donna, convinta della sua
missione ma per altri versi afflitta dalla solitudine in cui
vive, protegge i due giovani, li inserisce all’interno di un
centro di soccorso. Quivi giornalmente si è alle prese con
problemi di sopravvivenza di persone poverissime, quei due
giovani assistono alla dura lotta che Chiara ei suoi
collaboratori devono affrontare per dare una risposta a quelle
urgenze di soccorso. In modo informe nasce in loro una
consapevolezza che al di fuori della loro vita facile esistono
delle realtà che la coscienza non può ignorare. Pollo si
innamora di Chiara di lui molto più grande. Nasce una relazione
senza futuro.
La donna, sfinita dal suo lavoro, si illude in tal modo di
sopperire all’assenza del marito, anch’egli medico impegnato in
altra parte dell’India. Curry con il passare dei giorni sente
prepotente il richiamo delle sue origini, partecipa fin troppo
ai problemi di quei diseredati e talvolta entra in conflitto con
la più razionale Chiara. |
Con il ritorno del marito di Chiara la
relazione amorosa tra i due finisce, con cocente delusione di lui e tanta
tenerezza da parte di Chiara. Curry va alla ricerca della madre naturale
poverissima che lo diede in adozione. La donna è morta ma c’è una sorella
più giovane che il giovane porterà con sé nel suo ritorno in Italia. I due
giovani rientrano a Roma, hanno acquisito un’esperienza che forse gli
servirà per raggiungere una vera maturità.
Film con diverse sfaccettature che tocca temi importanti, descrive
condizioni esistenziali profondamente diverse di due nazioni tanto
lontane. La regista si rende conto che
dare soluzioni non sarebbe agevole, piuttosto con indubbia abilità descrive
quei contrasti, si sofferma a mostrarci un’India non oleografica ma
veritiera senza indulgere a pietismi di facciata. La sceneggiatura della
stessa regista e di Leondoff a volte pare ansimare per le troppe cose che
vuole comunicare ma la mano sapiente della Archibugi si sente e il film, nel
suo complesso, arriva allo spettatore. Forse non sono nuovi i profili dei
due giovani protagonisti, con la loro strascicata voglia di essere e di
vivere eppure si vede che lo script si rifà a prototipi che sono
giornalmente sotto i nostri occhi. Alcuni personaggi, in particolare quelli
dei genitori dei due ragazzi, sono in buona parte abbozzati ma in un film di
durata inferiore a due ore non è agevole descrivere sufficientemente tante
situazioni umane diverse.. Pollo e Curry sono impersonati dai due giovani
esordienti Marco Miglio Risi e Tom Karumathy. Risultano spontanei e
convincenti previa l’attenta direzione della regista. Giovanna Mezzogiorno
riesce a trasmettere le ansie di Chiara anche se i percorsi del personaggio
non sembrano abbastanza delineati. Discreti gli altri attori. Una menzione
per il cammeo con cui Angela Finocchiaro impersona la madre di Curry. E’una
psicologa efficiente eppure non può nascondere più di tanto le sue
insicurezze di donna e di madre.
Film forse diseguale ma che vale la pena vedere.
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