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SUGLI SCHERMI ITALIANI
INTERESSANTE FILM DI J. BECKER
"IL MIO AMICO GIARDINIERE"
La semplicità della vita
di Giuseppe Trabace


 

(scheda)

Jean Becker, figlio del grande regista francese Jacques, dirige con levità una storia apparentemente semplice ma che enuncia sentimenti e valori che sembrano dileguarsi nella società attuale. Becker è molto aiutato dai dialoghi, curati dallo stesso autore del romanzo Cueco. Il film, forse di prevalente impatto teatrale – che ne costituisce un limite -, risulta interessante per la verosimiglianza, per non dire la verità, degli argomenti con cui i due protagonisti si confrontano. Altro punto di forza è l’eccellente recitazione dei due attori protagonisti della storia. Daniel Auteil, nel ruolo del pittore, conferma che come attore eclettico- negli anni si è misurato con pari talento in ruoli altamente drammatici o brillanti – ha pochi rivali in Europa. Egli disegna la parte, per certi aspetti ambigua del pittore, con distaccata maestria senza trascurare pregnanti aspetti di umanità. Non era facile per Jean-Pierre Darroussin essere alla pari con Auteil. Eppure vi riesce dando fondo alle sue qualità recitative già peraltro mostrate in parecchi film francesi degli ultimi anni. Il ritratto che ci dà del timido giardiniere, saldamente attaccato ai veri valori della vita ma che pure rimpiange un po’ certe "libertà" dell’amico, non si scorderà facilmente.
 

I due amici di infanzia, oggi sui cinquant’anni, parlano tra loro scandagliando le loro vite con sincerità, a volte senza falsi pudori. Con il passare degli anni le esperienze personali li hanno segnati ed essi fanno riferimento ad un modo di vivere che li dovrebbe differenziare profondamente. Al contrario una vera amicizia virile li lega e li porterà a confessarsi reciprocamente. Questo il tema centrale del film di Jean Becker "Il mio amico giardiniere" tratto fedelmente dal romanzo "Dialogue avec mon jardinier" di Henri Cueco.
Un affermato pittore che vive a Parigi ritorna per qualche tempo al suo piccolo paese di nascita nella campagna francese. Vive nella casa, circondata dal verde, dei suoi genitori defunti e decide di assumere un giardiniere.
Quando quest’ultimo arriva non gli è difficile riconoscere un compagno di scuola che non vedeva da molti anni e con cui ha condiviso le marachelle della prima adolescenza. I due simpatizzano immediatamente, anche perché il pittore mostra di fidarsi completamente dell’amico e gli lascia totale libertà sul tipo di lavori da portare avanti. E’ solo l’inizio di un dialogo ininterrotto e coinvolgente che si viene ad instaurare tra i due fino a divenire parte importante della loro vita. Eppure entrambi rivendicano visioni opposte della vita. Il pittore è affascinato dal suo lavoro ma il suo quotidiano nella caotica Parigi è composto di rapporti superficiali con il mondo dell’arte senza trascurare ripetute avventure erotiche con le avvenenti modelle. Il giardiniere ha condotto una vita grigia anche se non ha mai trascurato di apprezzare i valori più genuini e veri.
Di famiglia povera ha lasciato presto gli studi ed ha lavorato duramente per tanti anni come operaio delle ferrovie, di salute cagionevole ha lasciato il servizio in anticipo ed ha realizzato il sogno modesto, ma per lui importante, di fare il giardiniere in una visione bucolica dell’esistenza. La vita privata dei due non è esaltante. L’artista sposato con una donna di classe e con una figlia ventenne, è ormai sulle soglie del divorzio causa le sue scappatelle che la moglie non riesce più ad accettare. L’ex ferroviere rimpiange un amore giovanile svanito, in seguito si è sposato senza eccessiva passione con una donna grigia che gli ha dato due figlie ma che ha peraltro un carattere prepotente. Ognuno dei due ,forse inconsciamente, sembra desiderare le scelte esistenziali dell’altro ma senza remore o invidie. Per qualche mese l’amicizia maschile si rinsalda sempre più. Quel periodo tutto sommato felice è destinato a spegnersi. Il giardiniere inizia ad avere fitte allo stomaco e sembra non reagire alle sommarie cure del medico locale. L’amico pittore lo aiuta facendolo subito ricoverare in una clinica parigina di sua fiducia. Il responso è fatale, al giardiniere restano pochi mesi di vita per un male incurabile. L’evento funesto rinsalda il legame tra i due amici. In una scena significativa il giardiniere porta il pittore a pescare le carpe nel laghetto locale e il contatto ravvicinato con la natura in un certo senso rinsalda quella bella amicizia. La morte dell’ex ferroviere sopraggiunge ma per l’artista il vincolo amicale ha inciso profondamente. La mostra dei suoi quadri riporterà i temi di quella natura che l’amico scomparso ha tanto amato.

            Un piccolo film da vedere, una boccata di ossigeno a fronte dei miasmi del cinema commerciale

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