Mel Brooks,
questo geniale creatore di comicità del cinema Usa, ha colpito ancora.
Ha tratto spunto da un suo esilarante film del 1967 “ Per favore non
toccate le vecchiette “ per scrivere un musical “ The producers “ che,
prendendo per i fondelli le follie del nazismo hitleriano, rappresenta
una boccata d’aria fresca a fronte delle tante storiacce che sempre più
negli ultimi tempi inquinano la voglia dello spettatore di vedere in
buon film e di divertirsi. Un musical inoltre rappresentato a teatro con
grande successo per oltre 10 anni.
Max, produttore teatrale di Broadway in disgrazia, incontra il
timido contabile Leo che sogna di fare lo stesso mestiere. Il ragioniere
ha una brillante idea. E’ possibile fare tanti soldi per un musical
programmando che lo spettacolo sia un fallimento per pubblico e per la
critica. E’ un artifizio fiscale ma lo sfigato Max lo sposa con
entusiasmo ed architetta con l’amico Leo un progetto per andare incontro
ad un sicuro fiasco per poi darsi alla fuga arraffando i soldi elargiti
dai poveri investitori. Spulciando tra molti copioni ne trovano uno che
è il massimo della negatività “ La primavera di Hitler “. I due trovano
l’autore dell’opera, un certo Franz Liebken, un nazista di ferro da
tempo emigrato negli States e palesemente affetto da follia. Nel
contempo il maturo Max si sfrena andando a caccia di arzille vecchiette
che seduce salvo poi riscuotere lauti assegni per sovvenzionare lo
spettacolo. L’operazione di sabotaggio dello spettacolo in corso d’opera
si completa assumendo come regista il gay Roger, consumato da sfacciati
esibizionismi e afflitto da un ego gigantesco. Il personaggio principale
del musical è naturalmente un Hitler feroce e canterino, Max con
sfrontatezza affida il ruolo alll’invasato Liebken. Pochi minuti prima
che inizi lo spettacolo l’attore protagonista si infortuna e la sua
parte viene affidata al regista Roger. Inaspettatamente il musical
riscuote un grande successo. Il motivo principale è l’ilarità degli
spettatori di fronte a quell’ Hitler disegnato con movenze gay
dall’ineffabile Roger. I due compari produttori rimangono attoniti ma
improvvisamente nel teatro piomba la polizia che arresta Max per la
tentata truffa. Leo ruba il denaro degli investitori e fugge con la
bellissima protagonista del musical Ulla. Max, deluso dal tradimento
dell’amico, affronta il processo confessando tutto. A sua consolazione
sopraggiunge Leo pronto ad espiare le sue colpe. Finiranno entrambi in
carcere per molti anni , ma sorprendentemente riscuoteranno successo
producendo allegri spettacoli per i detenuti. Tornati liberi si
affermeranno definitivamente come produttori di successo.
Il film, come da sottotitolo, è una gaia commedia neonazista. La
creatività di Mel Brooks quì si esprime al meglio. Il musical si avvale
di un copione zeppo di trovate esilaranti, di cui solo alcune scontate,
e di colpi di scena di impatto immediato. Musiche e parole sono dello
stesso Brooks e sono trascinanti. Fra tutte citiamo la divertente “ Keep
it gay “, in cui una truppa di omosessuali, guidati da Roger, inneggia
alla propria diversità. Coreografie e scenografie sono eccellenti. La
regia è affidata all’esordiente Susan Stroman ed il film scorre senza
intoppi e ha pochi momenti di stasi. Gli interpreti sono tutti in parte.
Max e Leo. sono impersonati rispettivamente da Nathan Lane e Matthew
Broderik. Entrambi hanno recitato in teatro per molti anni la stessa
parte. Sono perfettamente calati nel ruolo, recitano, cantano e ballano
con estrema disinvoltura. Will Ferrell riesce a rendere perfino
simpatico il personaggio del folle nazista Franz. La bellissima Uma
Thurman, nel ruolo di Ulla, balla a meraviglia e riesce a dare al
personaggio una dose di innocente provocazione. Nel cast affiatato
spicca l’interpretazione di Gary Beach che nella parte del regista Roger
è letteralmente irresistibile. Da ricordare la scena in cui Beach gioca
con sguardi e movenze da teatrante di razza con il personaggio del finto
Hitler.
Un
film da far vedere un primo luogo ad alcuni cinematografari nostrani.
Essi, abituati ad inzeppare i loro film di parolacce e di volgarità non
richieste, potranno trarne un’utile lezione.
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