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INTERESSANTE FILM DI STEPHEN FREARS “THE QUEEN“

Le responsabilità del potere

di Giuseppe Trabace

 

 

Elisabetta, regina d’Inghilterra da oltre 50 anni, sosta da sola in un magnifico prato della Scozia. Questa regnante ha una convinzione incrollabile di rispetto dei suoi doveri verso il  popolo britannico, eppure sente tutto su di sè il peso della responsabilità che la porta a sacrificare anche i suoi affetti più cari. In quella solitudine per pochi attimi cede all’emozione e sul suo volto contratto spunta qualche lacrima ma questa donna non può permettersi debolezze e in breve tempo la sua espressione cambia, il volto esprime nuovamente la sicurezza di chi , volente o nolente, deve esercitare il potere. Questa una scena significativa girata con particolare. sensibilità dal regista Stephen Frears per il film “The Queen“.
Il film tratta la notissima vicenda della tragica morte, a seguito di incidente stradale avvenuto il 31 agosto 1997 a Parigi, di Lady Diana Spencer, moglie separata di Carlo, primogenito ed erede al trono della regina Elisabetta. La notizia  piomba come un fulmine a ciel sereno sulla famiglia reale e le reazioni, in vista dei funerali che si terranno dopo 6 giorni, sono profondamente differenti  Carlo, l’ex coniuge,  ne è sconvolto, anche per l’impatto che questa morte potrebbe avere sui due figli adolescenti , Filippo, il principe consorte della regina, è infastidito e ostile ad ogni riconoscimento formale per quel lutto. La regina, è abbastanza contraria ad esternazioni della monarchia regnante per la nuora scomparsa che in vita con la sua esuberanza e la sua vita mondana le ha procurato tanti grattacapi e in conseguenza  ritiene che il funerale vada effettuato in forma privata. Comprende il trauma che stanno subendo il figlio e i due giovani nipoti ma pare decisa ad evitare coinvolgimenti e si rifugia con la famiglia reale nella residenza estiva del castello di Balmoral in Scozia. Della partita fa parte anche il Primo Ministro Tony Blair che viene da un grosso successo elettorale dell’estate del 1997. Il capo del governo si rende conto delle reazioni che potrebbe avere l’opinione pubblica rispetto a questa tragedia, essendo nota la popolarità di cui godeva Lady Diana. Lo scontro, sia pure tenuto ad un livello di algida dialettica, tra Blair ed Elisabetta è inevitabile ma quest’ultima non molla, anche se attraversata da dubbi e contestata con garbo crudele dal figlio Carlo. I giorni della prima settimana di settembre trascorrono lentamente ma sale a dismisura il fenomeno mediatico sull’avvenimento. Blair commemora la principessa scomparsa con parole toccanti, sui giornali e la tv l’atteggiamento della famiglia reale è quasi sempre duramente criticato. Infine c’è una certa forma di sollevazione popolare, a Londra innanzi a Buckingam Palace si raduna una grande folla, dinanzi ai cancelli di quel palazzo vengono deposti migliaia di mazzi di fiori, spesso accompagnati da bigliettini che enfatizzano la vita di Diana e lanciano pesanti  accuse sui comportamenti della stessa regina. I rapporti di Elisabetta con Blair si raffreddano. La regina è sola e si rende lucidamente conto, al di là di quello che pensa, che si sta creando un pericoloso distacco tra la monarchia e il popolo inglese. A non molte ore di distanza dal funerale Elisabetta lascia la Scozia, torna a Londra, pronuncia in diretta TV  un discorso in cui commemora ufficialmente Diana, partecipa ai funerali di Stato, appiana le divergenze con il primo Ministro. La regina ne esce sconfitta? Non del tutto, essa ancora una volta ha dimostrato la sua sensibilità politica e la sua capacità di saper dare una risposta alle istanze popolari. Resta saldamente sul trono.
Sorretto dalla esemplare sceneggiatura di Peter Morgan, il film di Frears non si perde in insinuazioni trasversali, non accarezza le vie facili delle fiction televisive, si sofferma invece con rigore, non meramente documentaristico,  sui personaggi che esercitano il potere, sulle loro reazioni politiche, ma anche umane, a fronte di un avvenimento che con il trascorrere dei giorni assume un’importanza imprevedibile, tale da minacciare la stessa istituzione monarchica. Esemplare il modo in cui il regista collega le immagini televisive che descrivono la vita e le circostanze della morte della principessa con gli atteggiamenti della famiglia reale e dello stesso Blair. E’ una chiara dimostrazione che i mass media penetrano senza riguardi anche nella vita dei potenti della terra  e ciò non pare proprio un segnale di progresso. Impeccabile la direzione degli attori da parte di Frears ma va anche detto che il suo lavoro è facilitato dalla esemplare professionalità di tutti gli interpreti. Helen Mirren, nel ruolo della regina, ha conquistato al recente Festival del cinema di Venezia, la coppa  Volpi per la migliore interpretazione femminile, con voto unanime della giuria internazionale. Giudizio del tutto condivisibile. La Mirren, senza mai cedere alle tentazioni dell’istrionismo, si identifica nel personaggio di Elisabetta, carpendone i gesti - perfino il modo di inforcare gli occhiali - ma riuscendo addirittura, con toni quasi impalpabili, a farci assaporare tutta la gamma delle sensazioni che attraversano sia la regina sia la donna in quel particolare momento storico. Nella parte del principe Filippo James Cromwell riesce con ammirevole compostezza a darci il ritratto di un regnante non all’altezza del suo delicato ruolo.

Citiamo infine Peter Morgan  che al Festival di Venezia ha vinto meritatamente il premio per la migliore sceneggiatura.

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