Il vischio è una pianta semi parassitaria
sempre verde che vive sui rami delle piante d’alto fusto; le foglie sono
verdi coriacee ed allungate con bacche sferiche che variano dal bianco
perlaceo al giallo dorato secondo l’albero sul quale maturano.
Durante le feste di Natale e Capodanno si usa appendere dei rametti alla
porta di casa e di portarne uno piccolo al collo in quanto considerato
un talismano contro le disgrazie e gli influssi negativi. Quest’usanze
derivano dai Celti che consideravano il vischio una pianticella
misteriosa poiché non aveva radici.
I Druidi, sacerdoti dei Celti, favoleggiavano che nascesse là dove era
caduta la folgore simbolo della discesa della divinità e dunque
immortale e rigeneratrice.
Il vischio più salutare e sacro era quello cresciuto sui rami di
quercia, albero che attirava più spesso i fulmini o fuochi celesti.
Questi li raccoglievano con un falcetto d’oro e quindi lo mettevano in
un bacile dorato pieno d’acqua, che veniva poi distribuita per guarire
eventuali malattie.
Tali usanze druidiche continuarono in Francia dopo l’avvento del
cristianesimo. La credenza che il vischio sia una pianta celeste
medicamentosa si ritrova anche in altre culture del mondo tra cui gli
Ainù del Giappone che lo considerano una medicina utile per qualsiasi
malattia.
I medici dell’antichità Ippocrate e Plinio assicuravano che il vischio
era adatto per guarire vertigini, epilessia e tumori. Nel Medioevo santa
Ildegarda lo raccomandava per guarire la gotta e le malattie di petto.
L’abate Kneipp, fitoterapista famoso, lo consigliava per combattere
emorragie e disturbi dell’apparato circolatorio.
Le bacche sono tossiche, pertanto vengono utilizzate solo e soltanto le
parti verdi della pianta cioè ramoscelli e foglie.
Queste si raccolgono in autunno, e si utilizzano facendole essiccare
all’ombra indi si sminuzzano e conservano in un vaso di vetro opaco.
A volte si adopera l’aggettivo vischioso per indicare la sostanza
attaccaticcia ed appiccicosa che è nelle bacche, gli uccellatori in
particolare ne fanno uso, per preparare la “panìa” atta a catturare gli
uccelli. Alludendo a questa proprietà i Poeti,: Petrarca, Poliziano e
Pulci, le attribuirono di volta in volta il senso negativo o quello
positivo.. Nel primo caso ne risaltava inganno o insidia e, nel secondo,
l’attrazione fatale ed amorosa quando un uomo rimane avvinto ad una
donna.
Concludiamo col riferire una consuetudine di buon auspicio:
“ Chi allo scoccare del nuovo anno passa in compagnia della persona
sotto un cespo di vischio e ne riceve il bacio si sposerà entro l’anno
successivo”.
Provare … per credere… ed auguri!
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