PER UN SORSO D’ACQUA FORSE NON BEVUTO
di Lea Mina Ralli
Per
quanti hanno abitudini inveterate nel tempo, alcune modifiche della
liturgia non vengono bene assimilate e, personalmente proprio il
fatto di poter assumere l’Ostia Santa breve tempo dai pasti, non
riesco ad accettarlo e forse perché sono stata influenzata da uno
spiacevole ricordo accaduto a mia sorella in quel mio nostro primo
giorno Eucaristico.
L’Evento era stato preparato con grande cura dai nostri genitori e
la bella Chiesa Santa Maria Liberatrice del Testaccio a Roma era
pronta ad accogliere gli ottanta comunicandi.
A quel tempo vigeva l’uso , bellissimo e pratico, di avvicinare i
due Sacramenti così da acquisire la Cresima il sabato pomeriggio in
un abbigliamento leggero e disinvolto mentre alla Comunione si
riservava l’abito da cerimonia immacolato e lungo.
In qualche Parrocchia si sta ripristinando la procedura che sarebbe
efficace perché è noto quanto sia difficile cresimarsi da grandi per
la lungaggine dei Corsi di catechismo e non tutti hanno la
possibilità di frequentarli con regolarità per mancanza di tempo e
che dovrebbero essere seguiti in coppia dai futuri sposi.
Il motivo per cui sempre più numerosi sono quelli che preferiscono
sposarsi in Comune è proprio per la mancanza del certificato di
Cresima.
Mi accorgo che ho divagato troppo su questa ultimo argomento e torno
alla sera di quel sabato che fu molto stancante per tutti e si
protrasse fino al tramonto per il grande numero di cresimandi
specialmente di noi bambine che occupavamo l’ala sinistra della
chiesa. Rientrati a casa, dopo la Cresima, consumammo una frugale
cena che mamma aveva già predisposto e senza dilungarci troppo
decidemmo di andare presto a riposar in previsione di una giornata
altrettanto stancante. Mamma ci accompagnò nella nostra camera e
come d’abitudine mise sul comodino che divideva i nostri lettini
affiancati i bicchieri d’acqua per il caso di sete notturna , cosa
che alla mia sorellina Liliana capitava spesso, Così fu pure quella
notte.
Mi svegliò d’improvviso chiedendomi da bere, insonnolita com’ero le
porsi il bicchiere, ma subito ricordai che dovevamo essere digiune e
fui svelta a riprenderlo lasciando mia sorella con la sete. Quel
fatto disturbò tutta la famiglia e tutti dormimmo malamente per il
resto della notte e al sorgere del sole eravamo tutti alzati.
Fummo pronti ben presto e noi due agghindate nei bei vestiti candidi
che le mani abili di nostra madre aveva cucito e ricamato, uscimmo
sotto il sole radioso di maggio che sembravamo due sposine, appunto
le sposine di Gesù! Arrivammo in Chiesa, già gremita di comunicandi
e famiglie, fu doveroso parlare con la Madre Superiora delle
Salesiane che ci aveva catechizzate, di quanto era accaduto nelle
prime ore della notte esprimendo il parere che Liliana avesse
soltanto bagnate le labbra.
L’anziana monaca ritenendomi responsabile del “misfatto” mi lanciò
uno sguardo così severo che mi accelerò il battito del cuore mentre
il mio viso divenne di fuoco.
Contemporaneamente, ella decise di spostare mia sorella all’ultimo
banco della chiesa, esonerandola dalla Comunione generale. La
piccola cominciò a singhiozzare, sia per il dispiacere di essere
isolata e non poter
fare la Comunione insieme agli altri, ma pure per la vergogna di
essere guardata da tutti come una peccatrice indegna di essere
comunicata.
Si calmò solo quando seppe che l’indomani avrebbe avuta una Cappella
tutta sua nel convento salesiano e con le monachelle intorno che
avrebbero cantato in coro gl’inni sacri. Francamente posso asserire
che fu veramente suggestivo assistervi.
Ad accollarsi le spese di questa Prima Comunione straordinaria
furono i nostri genitori su proposta della Superiora e tutto fu
organizzato alla perfezione: l’addobbo floreale, l’organista
d’eccezione e una donazione per i beneficati del Vescovo che doveva
spostarsi dalla sua sede per officiare la cerimonia e convalidare il
certificato fuori sede parrocchiale.
Tante spese impreviste fecero saltare quelle del fotografo e nulla
immortalò le nostre giornate di festa e il ricordo di questi Primi
importanti Sacramenti rimasti nella memoria, solamente mia, perché
la mia amatissima sorella da tre anni è volata in cielo.
Ed ora, a distanza di 74 anni, c’è il racconto di questa assurdità
avvenuta solo per un sorso d’acqua, forse neppure bevuto, alle due
di notte, da una bimba di 9 anni.
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