Campitelli
può essere una corruzione di Capitolium oppure una derivazione dei campi
in cui sono stati ridotti i grandiosi Fori mentre il drago che campeggia
nello stemma proviene dal ricordo di quello che nel medioevo infestava
il Foro Romano e che fu vinto dall’intervento di papa Silvestro.
Certo è che tanta parte delle storia romana si è svolta al Capitolino e
tante memorie vi sussistono a rafforzare la validità di molteplici
imprese epiche perché anche dopo l’Impero vi si sono susseguiti governi
e legislazioni che sono stati una base legislativa mondiale.
Non per nulla Roma fu Caput Mundi. E sul Campidoglio nel 1363 si sono
promulgati gli Statuti della città comprensivi dei Rioni con le
rispettive bandiere e nel 1538 fu collocata al centro della sua piazza
la statua equestre di Marco Aurelio che è poi divenuta il prototipo di
tutte le altre statue equestri.
La carica di custode per questo monumento veniva data dal Papa a turno
fra aristocratici e nobili ed era molto
ambita, perché comportava la
retribuzione consistente in dieci libbre di cera, tre di pepe, sei paia
di guanti, sacchetti di confetti e due fiaschi di vino.
La suggestiva scenografia di questa piazza ha sempre accentrato
cerimonie ufficiali di ogni tipo di governo,da quello del primo impero a
quello papale, dal monarchico fino all’attuale repubblicano, come
dimostrano i recenti Concerti offerti alla cittadinanza dal nostro
attuale Presidente. Solo visitando gli splendidi Musei Capitolini ci si
rende conto dei gloriosi avvenimenti che si sono susseguiti nei secoli.
Dall’alto Roma si lascia ammirare da nativi e da forestieri che, dopo
aver superata la scalinata fra Castore e Polluce sostano affascinati .
Altrettanto vale la visita ai Fori Imperiali che offrono un passato di
templi votivi, colonnati e archi imponenti che sembrano veramente
realizzati da dei e non da comuni mortali e si legano ai resti
archeologici sparsi per tutti gli altri Rioni.
Alcuni, infatti, si accorpano a più rioni come, ad esempio, la stessa
piazza Campitelli che appartiene per una parte al Sant’Angelo.
Il 28 ottobre 1932 si inaugurò quella sistemazione che, pur sacrificando
mille abitazioni di famiglie obbligate a traslocare verso i nuovi
quartieri lontani dal centro, consentì una più moderna viabilità alle
pendici di questo colle, di conseguenza palazzi insigni sparirono e
altri subirono tagli radicali e modifiche.
Il Palazzo dei marchesi Astalli si erge ancora tra Via Aracoeli, via
delle Botteghe Oscure, via di San Marco e vicolo Astalli, ma dei suoi tre
portoni, ha perduto quello originale del 500 con la vecchia facciata e
ha dovuto modificare ingressi e prospettive.
La famiglia si è estinta con l’ultima rappresentante, marchesa Olimpia
che fino all’ultimo ha conservata la sua Cappella gentilizia nella
vicina chiesa di S. Maria in Campitelli.
La piazza Aracoeli, nel medioevo era adibita a mercato e aveva due torri
dove si dirimevano le dispute che sorgevano nelle compravendite, ma
diventavano pure tribune di predicatori.
Vi sorsero la prima scuola di S. Ignazio da Loyola per l’insegnamento
della grammatica e della dottrina cristiana e quella della beata Rosa
Venerina per la fanciulle povere.
Anche la sistemazione del Teatro Marcello ha comportato altri sacrifici
e menomazioni, ma fortunatamente vi è restato il Monastero di santa
Francesca Romana, cara ai romani che la chiamavano familiarmente
Ceccolella. Per visitare le splendide immagini della virtuosa Santa
eseguite da anonime mani bisogna attendere la festa della Santa, il
nove
di marzo. Anche piazza Venezia ha cambiato radicalmente la struttura con la
costruzione dell’Altare della Patria che tante polemiche ha suscitato
col suo marmo niveo che molto stride col colore caratteristico di Roma.
Al Vittoriano perché dedicato a Vittorio Emanuele II, l’ironia dei
romani ha sempre affibbiato altri appellativi fra cui: Macchina per
scrivere.
Prima delle demolizioni nell’area dell’antico Foro Olitorio esisteva la
popolarissima piazza Montanara che prendeva il nome dal palazzo della
famiglia Montanari; in questa piazza convergevano i burini che venivano
dalle campagne a vendere e olio e ricotte e.per coloro che intendevano
restare a Roma, vi erano i sensali del lavoro che provvedevano a
sistemarli anche di alloggio. Anche per la vicinanza dell’Ospedale
S.Maria della Consolazione e del Campo Boario, era frequentatissima e vi
si parlavano tutti gl’idiomi; vi sono stati lungamente personaggi che
hanno fatto epoca come il Barbiere della meletta e lo Scrivano per
tutti. A questo ultimo il Belli gli ha dedicato uno dei suoi Sonetti.
ER FORO DE GIUJO CESARE
Cesare era sicuro de provenì da Venere
E pè ‘sta genitrice volle 'sto Foro immenzo
un po' pé propiziasséla e daje quell'incenzo
così da vince a Farzalo prima de Gesù Cristo.
Er Tempio fu Trajano a rimettéllo in sesto
'gni vòrta che quarcuno lo trasformava in cèsso
(e questo accadde spesso solo pé vandalismo)
riusanno er basamento ‘gni vòrta p'arifallo.
Prima d'entrà ner Foro la statua der gran Cesare
pareva invità er popolo a entra’ p’annallo a vede.
Mò so' rimasti i ruderi de li reperti illustri
che fanno medità su quei passati lustri.
P’ariscoprillo appieno s'ha dà rientra' ner crima
ch'è intriso de potenza de gloria e nobbirtà.
Perciò chi va nei Fori che furono imperiali
guardanno da profano, senz'approfonnimento,
bisogna che ce metta un po’ de sentimento
che Roma va studiata, amata e rispettata
e ogni pietr'antica andrebbe conzervata.
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Lasciando questa
parte che confina con l’Aventino e attraversando il Foro Romano ci si
ritrova alla parte opposta del Rione dove c’è il Palatino, la vera culla
della città Eterna. Difatti dall’Arco di Costantino si sale sul Colle che fu “residenziale”
all’epoca romana dove c’è il luogo preciso della Capanna di Romolo e il
primo tracciato della futura Roma e i resti della Casa di Livia,del
Tempio delle Vestali, la platea al tempio della Magna Mater con la vasca
del rituale sacro alla
Dea Cibele, la Casa dei Cesari e la Domus Flavia
e i resti dei templi dei moltissimi Numi tutelari che immergono i
visitatori in una dimensione quasi irreale. Da lassù è possibile vedere il campanile della chiesa S. Maria in
Cosmedin , molto importante perché , oltre il leggendario Faccione della
Bocca della Verità, è visitabile il tempio antico del sottosuolo perché
Roma, si può dire che sia fatta a strati, per le molte ricostruzioni
avute dopo saccheggi, incendi e devastazioni, risorgendo sempre come
l’Araba fenice.
La delimitazione di Campitelli è questa: piazza Circo Massimo, via S.
Gregorio, via Fori Imperiali, piazza S. Marco, via S. Marco, via dell’Aracoeli,
via e piazza Margana, via dei Delfini, via Cavalletti, via Tribuna di
Campitelli, via Montanara, via L. Petroselli, vico Jugario, piazza
Consolazione, via dei Fienili, via S.Teodoro, via dei Cerchi.
Approfondimenti
L’ approfondimento più
utile su questo Rione vuole essere a disposizione degli
studenti giacché riguarda la Biblioteca Campitelli che
fu un dono dell’Ambasciata Francese a Roma nel 1922 con
sede a Palazzo Farnese.
Nel 1999 un Atto ratificato nel
mese di giugno la concede alla Università degli studi di
Roma Tre intitolandola al
nome dello scrittore francese, nato però a Roma,
Guillaume Apollinaire.
Questa
biblioteca mette a disposizione degli utenti il
servizio di prestito interbibliotecario di libri e di
riproduzione di testi ed è ricca di materiale antico, è
specializzata nella ricerca di periodici e testi non
più reperibili.
Negli ultimi anni, accanto ai
tradizionali strumenti a stampa utilizzati dagli
studiosi per le proprie ricerche (libri, periodici,
bibliografie, cataloghi a schede di biblioteche,
raccolte di leggi ecc.) si sono affiancati, in parte
sostituendoli, nuovi strumenti su supporto elettronico.
Di conseguenza si sta modificando il circuito della
comunicazione scientifica e il modo di apprendere da
parte degli studenti. |
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