Rione Ludovisi - XVI
Il
Rione Ludovisi può definirsi moderno perché creato in meno di un
secolo tra l’800 e il 900, antecedentemente questo territorio fuori
della cinta muraria non era abitato ed era usato come necropoli.
Dopo secoli di abbandono, per volontà di Sisto V (1585-1590) vi fu
riattivato l’acquedotto, incoraggiando così il formarsi di proprietà
terriere con successive abitazioni.
Nel 600 il cardinale Ludovico Ludovisi, colto e facoltoso,
inseguendo un suo progetto immobiliare, acquistò molte vigne
adiacenti fino a formare il grande territorio della sua Villa
Ludovisi che, arricchita di edifici artistici e statue famose e con
viali fiancheggiati da cipressi e alberi secolari, divenne una
residenza di fama mondiale e che molti autorevoli scrittori hanno
citata come la più grande e bella di Roma.
Purtroppo
i Ludovisi alla fine dell’800 cedettero questa grande proprietà che
comprendeva Casini, Galleria e Museo pieni di prestigiose pitture e
sculture create da insigni artisti, alla” Società generale
immobiliare di lavori di utilità pubblica ed agricola” e per la
città fu una grossa perdita culturale e d’immagine.
D’altra parte la speculazione edilizia che ne seguì, contribuì al
sorgere di un Rione d’élite, rispettandone il nome e con importanti
e moderne costruzioni per le persone abbienti con percorsi piacevoli
ed eleganti dove tutto fu creato con infinita cura e, ancora oggi,
abitazioni. chiese,alberghi, teatri, negozi e ritrovi, recano le
firme dei creatori che sono affermati professionisti passati alla
storia.
Le
vie intitolate alle regioni italiane, sono larghe e spaziose e
disposte a scacchiera con concetti più attuali e adatti alla
circolazione di veicoli motorizzati piuttosto che ai legni e ai
carri di antica memoria; gli stranieri vi continuano a bivaccare
volentieri ad ogni ora del giorno e della notte e si deve a Fellini
che col film :” La dolce vita”l’ha resa di dominio pubblico, Via
Veneto è diventata l’emblema dell’eleganza e delle pubbliche
relazioni che si svolgevano , principalmente, fra i tavoli dei
Caffè: Doney, Rosati, Strega e Zeppa dove la vita scapestrata di
intellettuali e cineasti portò a Roma un nuovo ed spregiudicato modo
di vivere , malgrado l’austerità del vicino Palazzo Piombino, meglio
conosciuto come Palazzo Margherita.
Degno di nota l’Albergo Excelsior, splendido ed elegante e preferito
dagli alti esponenti del mondo politico e artistico, ma che, verso
la fine del secondo conflitto mondiale fu sede di grandi baldorie di
militari di varie razze, che fra musiche e orge facevano sprechi i
ogni bendiddio mentre la popolazione mancava spesso di acqua, luce e
viveri.
Edifici
importanti colmi di storia e passati grandiosi, narrano
l’avvicendarsi di tempi gaudiosi ed anche peccaminosi e pure sulla
graziosa Fontana delle Api del Bernini, si raccontano le
vicissitudini e gli spostamenti fino alla definitiva sistemazione
avvenuta nel 1920.
Scorci di vita antica si ritrovano nelle mura Aureliane che
delineano la lunga via Campania che dalla Porta Pinciana va fino a
via Piave dove aleggia il ricordo di alcuni riti magici che si
svolgevano nella via Lucania, quasi all’incrocio con la via Sicilia
dove esisteva il Tempio di Venere Erycina, che, nella notte del 23
aprile diventava luogo dei festeggiamenti per la ricorrenza della (
Veneralia) in onore della dea Venere e, il simulacro della dea,
veniva ornato dalle meretrici da serti di mirto, di menta e di rose
per invocare una ulteriore bellezza fisica che avrebbe attirati gli
uomini, lo stesso motivo che oggi fa ricorrere alla chirurgia
plastica.
VIA VENETO
Via Veneto è’na strada affascinante
che de sorprese ce n’ha date tante
ce visse la Reggina Margherita
che ce ospitò sordati in fin de vita
adesso quer Palazzo è un’Ambasciata
che dall’americani è frequentata
e puro l’aria adesso è più moderna
che nun è quella de la Roma Eterna.
Forze è pé corpa de quest’aria nòva
che tanto arrivismo spesso ce se trova
perché da ché Fellini l’ha lanciata
è diventata assai spregiudicata
e tanta gente che in arto vò arivà
pé forza quei Caffè ha da frequentà
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Le
colonne e i capitelli del tempio di Venere vennero usati nella
costruzione di una Cappella di San Pietro in Montorio e nella
zona del Vecchio Tempio, nel 1904 sorse il Liceo Ginnasio
Torquato Tasso su Progetto di Mario Moretti. Di fronte al Tasso
vi è la bellissima Chiesa del Redentore che insieme alle altre
Cappelle, Chiese, Alberghi e Palazzi delle vie adiacenti
formano, con l’alternanza degli stili, l’attrattiva del Rione. Fino al 1948, vi era anche una palazzina decorata
con fiori e figure umane (Albergo Jaccarino) dove, durante
l’occupazione tedesca, venivano imprigionati e seviziati i
partigiani le cui grida di’ aiuto giungevano fin nelle
abitazioni limitrofe. L’albergo, dopo quel tragico periodo, divenne una
Casa di piacere. Risalendo da piazza Barberini a sinistra in via
Liguria (ex Tinello della Villa Ludovisi ) si vedono resti di un
muro di quel tempo in opus latericium con vari reperti
archeologici. La delimitazione del Rione comprende la Porta
Pinciana, via di Porta Pinciana, via Francesco Crispi, via degli
Artisti, via di S. Isidoro, via Vittorio Veneto, via di S.
Basilio, via Lucullo, via Boncompagni, via Calabria, piazza
Fiume, Corso d’Italia.
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