La
sua origine sono gli Horti Sallustiani di antica memoria anzi i ruderi di questi che
gli hanno dato il nome, mentre lo sviluppo edilizio è avvenuto solo dal
1870, dopo la Breccia di Porta Pia partendo dall’importanza di alcuni
edifici rionali già presenti articolandosi poi a Nord del Colle
Quirinale la cui altezza massima è la via di Quattro Fontane dove
raggiunge i 57 metri di altezza. E’ questo anche l’asse viario più
importante che s’interseca con la via del Quirinale e che ricalca l’Alta
Semita, naturale proseguimento del Vicus Portae Collinae che conduceva
alla omonima Porta delle Mura Serviane.
Dalle tombe ivi ritrovate si è appurato che il luogo era stato abitato
dai Sabini di Tito Tazio, fin dall’età del ferro.
Una profonda valle distaccava questo colle da quello del Viminale, che
oggi riempita e livellata corrisponde alla via Sallustiana.
Il nome del Colle sembra derivare dalla città sabina Cures, ma appare
più verosimile la derivazione da Quirites o Quirinus. Mentre il rione
prende il nome dalla maestosa Villa Sallustio che si ergeva in questa
zona, ricca di Santuari e Templi votivi, molto venerato quello costruito
in età imperiale dalla Gens Flavia che nelle feste di Vinalia faceva
cospargere i tempio di vino in onore di Giove e di Venere.
Secondo Sant’Agostino
le Veneri sono due: una onesta e l’altra disonesta e il vino, ritenuto
un viatico d’amore veniva sparso sulla prima dalle donne oneste alle
calende di aprile e sulla seconda che aveva l’altare fuori la cinta
muraria, dalle meretrici dopo il 25 aprile. In questa zona i sabini e i
romani veneravano pure il tempio di Flora nella festa di Floralia in cui
rappresentavano Acca Laurentia.
PIAZZA QUATTRO
FUNTANE
Er quadrivio più
prezioso
sta piazzato
proprio a Roma
‘sto simbolico
scenario
è davero favoloso.
Li zampilli che
so’ quattro
e nun sò proprio
funtane
danno un tono
artisonante
alle statue
collocate.
Da 'sto punto indò
se guarda
c'è 'na muta
ammirazzione
e 'sto fascino se
sente
quanno dà la
suggestione.
Arno Tevere
Giunone
so' imponenti a 'gni
cantone
mentre senteno che
dice
la dea Diana
cacciatrice.
Si potessero
spostasse
Dalla fredda
posizzione
annerebbero a
informasse
pé le
strade d'urrione
(che nun so’
quelle der tempo
senza luce e assai
sguarnite)
mentre adesso
luccicanti
co' vetrine e
cartelloni
danno esatta
l'impressione
dé la quarta
dimenzione.
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Altri giochi licenziosi con la presenza di cortigiane si svolgevano
presso il Circo Massimo. In queste circostanze era necessario che il
Censore Catone fosse allontanato ed egli di buon grado assecondava
questo desiderio per non intralciare lo svolgimento dei programmi
lussuriosi.
Negli Horti Sallustiani Aureliano si era fatto costruire un grande
Ippodromo le cui tracce sono state rinvenute nel primo tratto della via
XX Settembre. Altre vestigia antiche di cisterne, gallerie,
pavimentazioni di edifici e di un criptoportico con pitture sono stati
ritrovati nelle vie Boncompagni, Quintino Sella, piazza Sallustio, Via
Lucullo, via Belisario e via Piave.
Quest’ultima strada ricalca il percorso della via Salaria Nova che
usciva dalla Porta Salaria verso piazza Fiume; la via Salaria Vetus
invece affiancava il corso del fiume Aniene e i cippi funerari che vi
sono stati ritrovati recano i nomi della famosa famiglia romana dei
Calpurni.
Presso la Porta Salaria vi è ancora il monumento funebre del Bambino
poeta Q. Sulpicio Massimo morto a soli undici anni che i genitori gli
vollero dedicare.
La limitazione del territorio è Porta Pia, via Venti Settembre, via
delle Quattro Fontane, via Agostino Depretis, piazza e via
dell’Esquilino, via Gioberti, viale Giovanni Giolitti, piazza del
Cinquecento, via Marsala, di Porta San Lorenzo, viale Pretoriano, viale
Castro Pretorio, viale del Policlinico.
APPROFONDIMENTI
Gli Horti erano i Giardini Imperiali e avevano
funzioni di Terme, percorsi interamente dall'Acqua Sallustiana, che
alimentava numerose fontane, piscine e ninfei e si snodavano lungo la
profonda valle che divideva il colle Pincio dal colle Quirinale che
corrisponde alla odierna Via Sallustiana.
Uno
dei nuclei centrali delle numerose costruzioni , giungeva fino alla
Piazza Sallustio di oggi, dove a 14 metri sotto il livello stradale è
possibile vederne ancora i resti.
I bolli laterizi mostrano che tutto il complesso appartiene all’ultimo
decennio del regno di Adriano, dopo il 126 d.C. e la distribuzione degli
ambienti fanno pensare che questo padiglione aveva la funzione di una
grande Cenatio estiva.
Moltissime pregevoli sculture sono state ritrovate in questo sottosuolo
ricco di storia , fra cui un bellissimo sarcofago, ad ornamento del
Tempio di Venere Erycina che riproduce un combattimento tra Romani e
barbari ed evidenzia la supremazia dei Romani vincitori unita alla
clemenza di questi verso i popoli vinti.
Questo sarcofago costruito in un solo blocco di marmo , fa parte della
Collezione Del Drago, proveniente da una raccolta che il cardinale
Francesco Massimo riunì nel palazzo Albani Del Drago in via Quattro
Fontane comprendente sculture, mosaici, tarsie marmoree, bronzetti,
gemme incise e monete, ora trasferita a Palazzo Altemps.
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