<<<

Rione Sallustiano - XVII


La sua origine sono gli Horti Sallustiani di antica memoria anzi i ruderi di questi che gli hanno dato il nome, mentre lo sviluppo edilizio è avvenuto solo dal 1870, dopo la Breccia di Porta Pia partendo dall’importanza di alcuni edifici rionali già presenti articolandosi poi a Nord del Colle Quirinale la cui altezza massima è la via di Quattro Fontane dove raggiunge i 57 metri di altezza. E’ questo anche l’asse viario più importante che s’interseca con la via del Quirinale e che ricalca l’Alta Semita, naturale proseguimento del Vicus Portae Collinae che conduceva alla omonima Porta delle Mura Serviane. Dalle tombe ivi ritrovate si è appurato che il luogo era stato abitato dai Sabini di Tito Tazio, fin dall’età del ferro. Una profonda valle distaccava questo colle da quello del Viminale, che oggi riempita e livellata corrisponde alla via Sallustiana.
Il nome del Colle sembra derivare dalla città sabina Cures, ma appare più verosimile la derivazione da Quirites o Quirinus. Mentre il rione prende il nome dalla maestosa Villa Sallustio che si ergeva in questa zona, ricca di Santuari e Templi votivi, molto venerato quello costruito in età imperiale dalla Gens Flavia che nelle feste di Vinalia faceva cospargere i tempio di vino in onore di Giove e di Venere. Secondo Sant’Agostino le Veneri sono due: una onesta e l’altra disonesta e il vino, ritenuto un viatico d’amore veniva sparso sulla prima dalle donne oneste alle calende di aprile e sulla seconda che aveva l’altare fuori la cinta muraria, dalle meretrici dopo il 25 aprile. In questa zona i sabini e i romani veneravano pure il tempio di Flora nella festa di Floralia in cui rappresentavano Acca Laurentia.

PIAZZA QUATTRO FUNTANE

 

Er quadrivio più prezioso

sta piazzato proprio a Roma           

‘sto simbolico scenario

è davero favoloso.

 

Li zampilli che so’ quattro

e nun sò proprio funtane

danno un tono artisonante

alle statue collocate.

 

Da 'sto punto indò se guarda

c'è 'na muta ammirazzione

e 'sto fascino se sente     

quanno dà la suggestione.

 

Arno Tevere Giunone

so' imponenti a 'gni cantone

mentre senteno che dice

la dea Diana cacciatrice.

 

Si potessero spostasse

Dalla fredda posizzione

annerebbero a informasse

pé le strade d'urrione

 

(che nun so’ quelle der tempo

senza luce e assai sguarnite)

mentre adesso luccicanti

 

co' vetrine e cartelloni

danno esatta l'impressione

dé la quarta dimenzione.

 

Altri giochi licenziosi con la presenza di cortigiane si svolgevano presso il Circo Massimo. In queste circostanze era necessario che il Censore Catone fosse allontanato ed egli di buon grado assecondava questo desiderio per non intralciare lo svolgimento dei programmi lussuriosi. Negli Horti Sallustiani Aureliano si era fatto costruire un grande Ippodromo le cui tracce sono state rinvenute nel primo tratto della via XX Settembre. Altre vestigia antiche di cisterne, gallerie, pavimentazioni di edifici e di un criptoportico con pitture sono stati ritrovati nelle vie Boncompagni, Quintino Sella, piazza Sallustio, Via Lucullo, via Belisario e via Piave. Quest’ultima strada ricalca il percorso della via Salaria Nova che usciva dalla Porta Salaria verso piazza Fiume; la via Salaria Vetus invece affiancava il corso del fiume Aniene e i cippi funerari che vi sono stati ritrovati recano i nomi della famosa famiglia romana dei Calpurni. Presso la Porta Salaria vi è ancora il monumento funebre del Bambino poeta Q. Sulpicio Massimo morto a soli undici anni che i genitori gli vollero dedicare. La limitazione del territorio è Porta Pia, via Venti Settembre, via delle Quattro Fontane, via Agostino Depretis, piazza e via dell’Esquilino, via Gioberti, viale Giovanni Giolitti, piazza del Cinquecento, via Marsala, di Porta San Lorenzo, viale Pretoriano, viale Castro Pretorio, viale del Policlinico.

APPROFONDIMENTI

Gli Horti erano i Giardini Imperiali e avevano funzioni di Terme, percorsi interamente dall'Acqua Sallustiana, che alimentava numerose fontane, piscine e ninfei e si snodavano lungo la profonda valle che divideva il colle Pincio dal colle Quirinale che corrisponde alla odierna Via Sallustiana.
Uno dei nuclei centrali delle numerose costruzioni , giungeva fino alla Piazza Sallustio di oggi, dove a 14 metri sotto il livello stradale è possibile vederne ancora i resti.
I bolli laterizi mostrano che tutto il complesso appartiene all’ultimo decennio del regno di Adriano, dopo il 126 d.C. e la distribuzione degli ambienti fanno pensare che questo padiglione aveva la funzione di una grande Cenatio estiva.
Moltissime pregevoli sculture sono state ritrovate in questo sottosuolo ricco di storia , fra cui un bellissimo sarcofago, ad ornamento del Tempio di Venere Erycina che riproduce un combattimento tra Romani e barbari ed evidenzia la supremazia dei Romani vincitori unita alla clemenza di questi verso i popoli vinti.
Questo sarcofago costruito in un solo blocco di marmo , fa parte della Collezione Del Drago, proveniente da una raccolta che il cardinale Francesco Massimo riunì nel palazzo Albani Del Drago in via Quattro Fontane comprendente sculture, mosaici, tarsie marmoree, bronzetti, gemme incise e monete, ora trasferita a Palazzo Altemps.