Il
Rione fu decretato dal Comune nel 1871 con un Progetto affidato alla
Società del Credito Immobiliare che trasformò i Castra Praetoria cioè le
caserme dei pretoriani della guardia imperiale in abitazioni civili;
sparirono costruzioni e vigne dell’antico Castrum attraversato dalla via
Castrica di cui si vedono ancora i ruderi.
Nella suddivisione augustea era inclusa nella VI regione ed era
rappresentata dalla Caserma più antica e importante, costruita nel 23
d.C. per volontà di Tiberio con l‘intento di riunire i suoi pretoriani
che fin’allora erano dispersi in vari quartieri non avendo una sede
specifica.
La caserma non ebbe soltanto una vocazione militare e, oltre
l’organizzazione di imprese belliche, vi si allestivano anche regolari
spettacoli gladiatorii nonché assemblee politiche ; da ricordare
l’episodio in cui vi fu messa all’asta la carica imperiale fra
Sulpiciano genero di Pertinace e Didio Giuliano che decretò la vittoria
di quest’ultimo.
La Caserma, ripristinata dopo il 1970, e da pochi anni ridotta,
lasciando la maggior parte dello spazio alla Biblioteca Nazionale fin
dall’inizio si è andata modificando secondo gli avvenimenti contingenti.
Nel
medioevo, il taglio degli acquedotti da parte degli invasori gotici,
costrinse gli abitanti ad abbandonare la zona e sparuti gruppi rimasero
attorno alle chiese di S. Maria Maggiore e SS.Pudenziana e Prassede e
cominciarono a fiorire le costruzioni di ricche ville ; nel seicento,
dai Gesuiti reduci dalle Missioni asiatiche che vi s’insediarono,
scaturì il nome Macao conferito tanto al Castro che alla zona militare.
Nel 1921 il vastissimo territorio fu assestato in quattro Rioni : Monti,
Esquilino, Celio e Castro Pretorio e, a quest’ultimo, sarebbe stato più
consono attribuire a simbolo le Terme Diocleziane che ne caratterizzano
buona parte degli oltre cento ettari.
Difatti il mastodontico complesso troneggia ancora maestoso a ricordare
quanto fossero tenuti in considerazione i locali delle Terme dagli
antichi romani che non erano soltanto luoghi di bagni, ma veri e propri
luoghi di relax fisico e psichico dotati com’erano di viali alberati,
sculture, palestre e biblioteche.
Il Trepidarium delle Terme di Diocleziano fu trasformato da Michelangelo
Buonarroti nella fastosa chiesa di Santa Maria degli Angeli con grande
maestria perché seppe adattare le possenti strutture monumentali
romaniche al culto più contenuto del cattolicesimo armonizzando passato
e presente.
Nel
1870 a piazza dell’Esedra, oggi Della Repubblica, Pio IX inaugurò la
Fontana/Mostra della nuova acqua Pia che da lui aveva preso il nome e
dopo quindici anni di alterne vicende si pensò di sostituirla con una
più moderna affidandone il progetto allo scultore palermitano Mario
Rutelli. Ne sorsero aspre critiche perché La Fontana della Naiadi
scandalizzò non poco l’opinione pubblica per la nudità delle statue
femminili distese in posa languida attorno al virile dio marino che
stringeva un delfino.
Il 5 aprile 1911, cessata la diatriba, durata oltre dieci anni, la
fontana venne liberata dal recinto e resa visibile e nella sua Guida di
Roma Guido Acciaresi la descrisse così:” Mostra dell’Acqua Pia antica
Marcia, con sculture in bronzo, parte sconciamente veriste e parte
enigmatiche”.
Altre discussioni, ci sono sempre state fin dalla prima costruzione e,
continuate, nei successivi rifacimenti, della Stazione ferroviaria
Termini che occupa un grande spazio di piazza Dei Cinquecento, così
chiamata per ricordare i Caduti di Dogali , che, più esattamente, furono
548.
Per costruire la Stazione vi furono grandi espropri e lo sbancamento del
Monte di Giustizia che era un’altura amena formatasi nel corso dei
secoli con l’ammasso di detriti che vi si erano scaricati mentre si
costruivano le Terme, ma che era stato abbellito da un muro di sostegno
decorato, alberi ad alto fusto e una scalinata sulla cui sommità si
ergeva una grande statua della dea Roma e una grande fontana , la stessa
che adesso orna la base del Gianicolo.
Si racconta della predilezione che Sisto V avesse per questo luogo da
dove si dominava tutta la città e dov e era solito trascorrere molte ore
in meditazione e all’uopo vi era un sedile marmoreo a lui dedicato.
Accanto alla Stazione vi sono ancora i resti della Porta Viminale così
detta perché prossima ad un bosco di vimini dov’era consacrata un’ara
dedicata al dio Giove Vimino.
Nel corso dei lavori venne in luce una strada romana che collegava
Viminale e Quirinale e, un cippo nei pressi attestava che quello era
stato il territorio degli Horti Lolliani della Gens Lollia che furono al
centro di oscure lotte di potere al tempo di Agrippina che esiliò la
rivale Lollia e ne usurpò la proprietà.
Non è solo la stazione Termini ad accogliere i viaggiatori in arrivo a
Roma , ma adesso vi è anche l’Air Terminal situato in via Giolitti ex
via Principessa Margherita.
SANTA PUDENZIANA
E SANTA PRASSEDE
L'antica chiesa che sta sulla via Urbana
diede ospitalità a gente cristiana
quann’era l’abitazione de Pudente
ospitò Pietro in modo assai decente.
Fu trasformata poi in casa termale
indove l'iggiène sconfiggeva er male
e doppo un par de secoli d'allora
diventò 'chiesa pé pregacce 'gni ora.
Fu dedicata a du' sorelle sante
Pudenziana e Prassede che ar presente
stanno effiggiate proprio sull' avello
dipinte a medajoni co' l'agnello.
Li fedeli l'ammireno beati
assieme a li mosaichi preggiati
che fanno vede er Redentore in trono
cor libbro der destino aperto in mano
e l'Apostoli co' loro sguardo strano
guardeno quelle Sante
che j'offreno er Corano.
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Nello slargo della via Viminale sorse il teatro Costanzi poi Teatro
Reale e infine Teatro dell’Opera e fu l’albergatore Domenico Costanzi
che ebbe la geniale intuizione di costruirlo proprio in questo punto
della città.
Fu inaugurato il 27 novembre 1880 con l’opera Semiramide alla presenza
del re Umberto I e della regina Margherita; alla fine dello spettacolo,
per dimostrare la sua soddisfazione, sua Maestà nominò il Costanzi
Cavaliere della Corona d’Italia.
Quasi addossata alle Terme vi è la Società Mutuo Soccorso dei
Garibaldini che non ha più ragion d’essere in quanto tale se non come
ricordo dell’impresa dei Mille come attesta una lapide ivi affissa nel
1929 dai repubblicani dedicata al patriota Guglielmo Oberdan; poco
discosto vi è il Museo delle Cere.
Il Grand Hotel disegnato dall’architetto romano Arturo Podesti e
organizzato dal mago europeo degli alberghi dell’epoca Cesare Ritz donò
al Rione un ambiente ricco e raffinato con una cucina francese diversa
da quella romana, adottata fino ad allora, che attirava il bel mondo e i
turisti in cerca di novità e di ambienti costosi.
Il costo giornaliero di tre milioni e mezzo di quel tempo, quasi uguale
alla cifra stanziata per la campagna di Etiopia e sempre aggiornata non
ha impedito all’Albergo di fare sempre il pieno di clienti illustri dal
tempo della Belle Epoque ad oggi.
Per contrasto vi era anche una presenza massiccia di religiosi che
alloggiavano nei vari monasteri e pure Don Bosco dimorò dagli anni 1881
al 1884 nel complesso Salesiano del Sacro Cuore. Ogni strada ed ogni
palazzo di questo Rione ha una storia da raccontare e al presente , vede
anche un afflusso di emigranti asiatici che l’hanno scelta per viverci e
per istaurarvi commerci redditizi, probabilmente proprio per la presenza
della Stazione.
La delimitazione di Castro Pretorio s’interseca con quella
dell’Esquilino e alcuni percorsi si dividono fra i due rioni : Porta
Pia, via XX Settembre, via delle Quattro Fontane, via Agostino Depretis,
via Urbana, piazza e via dell’Esquilino, via Gioberti, viale Giovanni
Giolitti, piazza dei Cinquecento, via Marsala, via di Porta San Lorenzo,
viale Pretoriano, viale Castro Pretorio, via del Policlinico.
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APPROFONDIMENTI
Il
Rione Castro Pretorio è uno di quelli estrapolati dal vastissimo
territorio di Monti e come si è detto ha preso il nome dalla omonima
Caserma voluta da Tiberio nel 23 d.C. per alloggiarvi il corpo speciale
dei pretoriani ..
Il Progresso ha distrutto e trasformato , rinnovando i concetti di
edilizia , ma i monumenti romani per la solidità e per la vastità degli
ambienti sanno ancora mostrare la loro efficienza, tal quali le
mastodontiche Terme Diocleziane.
La imponente costruzione che si erge di fronte alla Stazione Termini ,
ospita il Museo Storico Romano che offre ai visitatori sculture bronzee,
lignee e affreschi riportati da Ville imperiali c on un settore
particolare contenente oltre 10.000 reperti epigrafici come sarcofagi ,
mosaici, c cippi e monumenti funerari che sono manufatti d’importanza
mondiale.
Altrettante opere artistiche si trovano nella Basilica e nelle chiese
citate già nell’articolo su questo Rione e fra, leggende e verità ,
molta Storia romana vi si è costruita e consumata lasciando strasci chi
indelebili. Specialmente i Rioni del centro storico sono talmente
ravvicinati fra loro che solo passeggiando par d’essere in una parata
stupenda sia nei Palazzi che nelle fontane o nelle piazzette che
d’improvviso appaiono dietro un arco o nell’alto di una scalinata.
La Città Eterna che spesso è snobbata dai residenti amanti
dell’esterofilia , è invece, anelata dai turisti che si sentono
privilegiati se nella loro vita, almeno per una volta hanno la fortuna
di poterla visitare e ne ammirano la vastità e la profusione di opere
d’arte e , attratti da tutto , finiscono per vedere e scoprire cose
belle sia nel territorio che nelle creazioni d’insigni artisti che i
romani neppure conoscono.
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