Il
Celio si è formato nel 1921 da una suddivisione di Campitelli e come l’
Esquilino si stende e sulla stessa dorsale quando, dopo Porta Maggiore,
prosegue per circa due Km fino a Porta Capena.
Il cosiddetto Monte d’Oro o il Celiolo, la collinetta che si eleva fra
San Sisto e le mura, pure se amministrativamente fa parte del Celio, si
collega all’Aventino.
Questo territorio ha subito nel tempo sostanziali cambiamenti giacché le
molte valli che conteneva sono state riempite e livellate determinando
l’innalzamento della Villa Celimontana ex Mattei , del Laterano fino
alla Ferratella dove oggi si trova il moderno edificio del Turismo e
dello Spettacolo.
Nelle valli del Celio sgorgavano l’antica fonte delle Camene ( Egeria)
citata da Giovenale nei suoi “Fasti”e quella conosciuta come Mercurio.
Si da per certo che su questo colle si unirono in un unico ceppo latini
e sabini e che a darle il nome fu Caele Cibenna capitano degli etruschi
che, dopo aver conquistato il Colle fu fatto prigioniero da Cneo
Tarquinio, ucciso a sua volta da Mastarna che, dopo aver liberato il
prigioniero etrusco , governò Roma col nome di Servio Tullio.
La Caelimontana, la Tuscolana e l’Appia che attraversavano il Celio sono
fra le più antiche strade romane.
La Celimontana, seguiva il percorso dell’attuale via Santo Stefano
Rotondo dando origine al: Clivius Scauri, al Clivius Capitis Africane e
al Vicus Camoenarum.
La Tuscolana , corrisponde all’odierna via dei SS Quattro.
L’Appia ( regina Viarum ) fu prescelta dalle famiglie illustri per le
loro sepolture.
Durante il periodo repubblicano nella zona non vi furono edifici
pubblici, ma solo qualche Tempio: quello dedicato alla dea Carnia, caro
a Giunio Bruto, un altro per la dea Minerva Capta vi sorse nel 241 a.C.
e una lapide ricorda che nel 145 a. C. dopo le vittorie di Lucio Mummio
in Acaia e Corinto ne venne eretto uno a Ercole Vincitore.
Nel 312 a.C. il Colle venne attraversato dall’acquedotto dell’Aqua Appia
e un secolo più tardi dal sotterraneo Rivus Herculanes dell’Acqua
Marcia.
In alcuni scavi dello scorso secolo, presso S. Maria in Domnica, sono
venuti in luce resti dello Statio dei Legionari della quinta Coorte, ma
delle ville dei senatori e dei nobili che vi si erano instaurate nulla è
rimasto a causa di terribili incendi compreso quello neroniano
d’infausta memoria.
ER CULISEO
Anfiteatro Flavio fu chiamato
'sto circo equestre tanto rinomato
e quelle scalinate screpolate
ce videro le giostre più sfrenate.
E puro lotte sadiche e violente
che disputate fra leoni e Santi
aizzaveno li peggio sentimenti
de'spettatori sguajati e miscredenti
De secoli n'ha visti passà tanti
cò le strutture via via pericolanti
finché ricementato e rinforzato
er Culiseo da tutti è visitato
e come un tempo sa riscòte ancora
l'ammirazzione de chi Roma onora
e oggi senza tante ambiguità
vorebbe ridaje la vitalità.
Invece c'è 'na cosa ch'addolora
chi se trova a passacce a 'na cert'ora
vedenno che anniscosti fra li buci
ce stanno artri a fasse certi "buchi".
L'aria de morte dei tempi de splennore
ce se rinnova …ma senza valore
giacché chi allora lottava cò 'na fiera
addimostrava coraggio e forza vera
mentre che adesso invece è debolezza
che a tanti jé fa fa'…quela sciocchezza.
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I Flavi, venuti dopo Nerone, facendo prosciugare il lago preesistente,
iniziarono la costruzione dell’Anfiteatro detto poi Colosseo a causa
della grande statua di Cesare che venne posta all’ingresso.
Tutto il territorio all’intorno divenne ambito dai potenti che
costruendovi le loro abitazioni abbellite da mosaici, sculture e pitture
ne fecero contenitori di vere opere d’arte.
All’affermarsi del Cristianesimo si ebbe l’aggregazione di un clero
sempre più vasto e articolato che diede il via a un sistema di
costruzione basato sulla edificazione di chiese e conventi, avvalendosi
di fabbricati già esistenti e sfruttando le vestigia pagane e quasi
tutti i Rioni del centro storico hanno luoghi sacri dedicati agli
Apostoli, ma i Santi Giovanni e Paolo ai quali è dedicata la chiesa
presso villa Celimontana, non erano gli apostoli, ma due notabili
dell’Impero che, nascostamente convertiti al cristianesimo furono
scoperti e martirizzati dall’imperatore Terenziano nel 361 d.C.
La chiesa fa parte della zona archeologica del rione che fra monumenti e
storici e ruderi ha conservato molti spazi verdi che per la città invasa
dallo smog sono un polmone di ossigeno al pari della Passeggiata
Archeologica.
Questa la delimitazione del Celio : via di San Giovanni in Laterano,
piazza del Colosseo, via di San Gregorio, piazza del Circo Massimo, via
di Valle delle Camene, via di Porta San Sebastiano, viale delle Mura
latine, viale Metronio, Via della Navicella, via di Santo Stefano
Rotondo.
APPROFONDIMENTI
Gli approfondimentì su questo Rione dovrebbero
riguardare tutto il suo territorio ed ogni singolo monumento perché, con
i Rioni adiacenti, ha un susseguirsi di ricorsi storici antichi che
dall’inizio ad oggi è come un trattato di storia romana perché
iniziamente era una immensa vallata attorniata dai Colli centrali:
Velio, Palatino,Oppio, Fagutale e, ovviamente Celio con un corso d'acqua
che scorrendo in direzione del Tevere, l’attraversava con un percorso
simile all'attuale via di San Gregorio.
L’aspetto di tutta la valle venne modificato prima da Nerone con la
fantasiosa e lussuosa Domus Aurea e poi dai Flavi con il massiccio
Anfiteatro che ancora regge i secoli .
Molti sono i resti tornati alla luce che testimoniano l’ efficienza dei
primi costruttori romani che specialmente negli acquedotti si rivelarono
perfetti ingegneri come testimoniano i reperti che gli scavi riportano
alla luce.
A proposito della stupefacente Domus vi sono testimonianze
indiscutibili: la monumentale fontana “Meta Sudans“ voluta da Nerone,
come quelli delle terrazze e dei portici che attorniavano il suo
laghetto artificiale detto appunto Stagno di Nerone e i primi esempi
d’impianti stradali entro quella ricchissima residenza, datata alla fine
del VI secolo a. C.
Sarebbe doveroso soffermarsi anche sul Colle Oppio poco distante dal
Colosseo e raccontare la storia di chiese, ville e palazzi di cui è
circondato ma questo spazio non basterebbe, vuole essere solo un invito
a visitare di persona Roma, città prodigiosa e unica.
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