Il Rione Colonna,
prima del XII secolo, ha assunto a simbolo la Columna Antonini
eretta nel 193 d.C. per onorare il grande imperatore Marco Aurelio
considerato un Divo.
Si trovava, in origine, sulla Flaminia dinanzi al tempio a lui dedicato
dal figlio Commodo, il quale nominò il procuratore Adrasto, guardia del
prezioso monumento, aderendo perfino al desiderio di questi di avere una
casa nei pressi per meglio sorvegliarlo.
Le immagini scolpite che avvolgono come un nastro l’intera colonna,
evidenziano in modo quasi fotografico, le vittorie riportate da Marco
Aurelio contro i Sarmati e i Marcomanni e, come una documentazione,delle
costruzioni, delle armature e dei vestimenti del tempo.
Nel X secolo, era inclusa con altri monumenti nella proprietà del
Monastero di San Silvestro in Capite, ora si erge maestosa al centro di
piazza Colonna contornata di edifici di famiglie principesche.
Il
territorio del Rione è pianeggiante eccetto la modesta altura di (Monte
Citorio) attraversato dall’importante via del Corso che, nel
medioevo, era impreziosita da archi e colonne colorate ed era molto
transitato perché conduceva al Collis Hortulorum ( Pincio) dove
era situato l’acquedotto in travertino che portava l’acqua Vergine.
Percorrendo l’altro lato del Corso si raggiungeva la Valle
Sallustiana (Tritone) da dove scendeva l’ acqua
Sallustiana.
LE STATUE PARLANTI
Cò Lucrezzia e cò
Pasquino
raggionava er popolino
le domanne che faceva
sopra er marmo l'appenneva.
Le risposte che
trovava
tutte in giro le passava
era un modo scanzonato
de parla' senza gran fiato
sempre pronto a
tempo e loco.
Più de tutto era 'no sfogo!
Quanno a Roma succedeva
tanta gente ce rideva.
Ma s'è pèrza
quest'usanza
che sfotteva la creanza
mò la gente pé parla'
cià li mezzi a volontà.
Pé risponne e
interloquì
stanno tutti pronti lì
cor microfeno davanti
de la radio e artoparlanti.
La domanna è più
inzidiosa
e la voce misteriosa.
Accusì er contradditorio
pija tutto
l'uditorio
e diventa a 'sta magnera
la risposta più sincera.
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I romani hanno sempre avuto un buon rapporto con l’acqua come
testimoniano le rovine delle monumentali Terme e apprezzavano il getto
di acqua fresca delle fontanelle di ghisa che nel 900 abbondavano in
città, ma non si schernirono dal soprannominarle Nasone per la
forma del becco da cui usciva l’acqua che aveva la forma di un grosso
naso.
Motivi di slargamenti dovuti alla circolazione che si è andata
modernizzando hanno causata la cancellazione di vie, vicoli e fontanelle
alimentate dall’Acqua Paola e dall’Acqua Marcia il cui palazzo
amministrativo si trova in piazza Sant’Ignazio dove vi è pure la Posta
centrale.
Anche le chiese hanno sempre abbondato in tutta Roma ed è lungo e
complicato passarle in rassegna, basterà citarne alcune antichissime,
volute dai prelati o dalla devozione di gente di alto lignaggio; alcune
ancora esistono altre sono scomparse come Santa Maria della pietà dei
Pazzarelli che era prossima all’Ospedale degli alienati, trasferito poi
a via della Lungara.
Edicole ed opere d’arte , era un altro modo per ricordare personaggi di
spicco, uno di questi fu Camillo De Lellis che affetto da un male
incurabile a un piede, dopo molte vicissitudini e per esaudire un voto
fatto in gioventù, si associò come laico ai frati cappuccini dedicando
la sua vita agl’invalidi come infermiere nell’ospedale San Giacomo e
infine maestro di casa dello stesso ospedale di cui tenne i conti.
Nonostante la sua gamba malata viaggiò in tutta Italia aprendo altre
sedi per ospitare i malati più poveri.
Ogni costruzione ed ogni avvenimento contiene storie e aneddoti
interessanti che sono stati, puntualizzati dalle poesie del Belli o
nelle satire sbeffeggianti poste nottetempo sui ruderi di Pasquino, di
Madama Lucrezia, del Facchino di via Lata o di Marforio.
Lo stile era quel mugugno a cui non sa sottrarsi il popolo romano
abituato a criticare sempre e chiunque in specie nell’osservare
l’inefficienza delle leggi e dei pubblici servizi.
Basti pensare alle lungaggini e ai ripensamenti ogni volta che
l’urbanistica doveva mettere mano a nuovi progetti edilizi o procedere
alle modifiche di qualche zona, difetto spiacevole che, purtroppo,
ancora sussiste.
A mo’ di esempio: l’antica piazza di Pietra così chiamata fin dal XV
secolo, presentava un aspetto armonioso prima di divenire un mercato.
Approfondimenti
La
Piazza
di Pietra
prese il nome dai resti marmorei del grande Tempio
dedicato all’Imperatore Adriano che sorse nel 145 d C
contornato da 15 colonne, ora ridotte a , 11 con
solamente i segni delle originarie rivestiture in
travertino giacché le restanti rovine e le cornici, nel
1879 furono utilizzate per rifinire il Palazzo della
Borsa e la Camera di commercio.
Il
Museo di Via del Corso
contiene stupende collezioni permanenti e temporanee e
si può visitare tutti i giorni dalle 10 alle 12 tranne
il lunedì.
Questa è la locandina di presentazione: “
Percorso appassionante,dal
1999 ad oggi, dove
scoprirete i capolavori dei Macchiaoli, dei Pittori
Spagnoli del 900, della Campagna Romana da Hackert a
Balla, Erté, Fabergé, gli Impressionisti francesi e
tanti altri compresi i Capolavori della Città proibita
“.
La Fontana
che si trova a poca distanza dalla Colonna fu
progettata da Giacomo della Porta su incarico di
Gregorio XIII è alimentata dall'acquedotto dell'Acqua
Vergine ed è costituita da una grande vasca in marmo di
Chio decorata esternamente da sedici fasce verticali in
marmo di Carrara; dall'acqua affiorano due gruppi di
delfini e un piccolo catino al centro: questi elementi,
scolpiti da Achille Stocchi, furono aggiunti alla
fontana nella prima
metà dell'800, in seguito di lavori di restauro.
A Piazza Colonna
si trova l'entrata di Palazzo Chigi già sede
dell'ambasciata dell'Impero Austro-Ungarico, ora sede
del Consiglio dei Ministri..
Alla sinistra di questo si trova Palazzo Wedekind che
presenta un porticato formato da colonne ioniche
originarie dell'antica Veio e che è stata la storica
sede del quotidiano romano IL
TEMPO. |
Difatti, le
bancarelle di pesce, maiale, prodotti ortofrutticoli e pane, sfrattate
dalla Rotonda qui vennero trasferite nella seconda metà del 600
trasformandone l’aspetto fino a giungere alla sparizione dell’imponente
palazzo Piombino abbattuto dal Comune con un seguito di innumerevoli
polemiche perché lo sterrato della demolizione restò a lungo a rendere
disagiata la piazza prima che vi sorgesse, per le feste di carnevale
1891, il “Salone dell’allegria”il gioioso “caffè”
rimpiazzato anch’esso, da un Padiglione per la Mostra Internazionale nel
1911.
Solo nel 1915 vi si costruì la Galleria Colonna che di recente è stata
intitolata a Alberto Sordi.
Il Carnevale era il periodo più elettrizzante di Roma e nasceva dai
pagani riti Saturnali che in vari modi hanno continuato a sussistere,
diventando addobbi, divertimenti e gare a cui prendeva parte tutto il
popolo.
La più
popolare e sfrenata gara era la Corsa dei Berberi ( cavalli arabi
) che chiudeva gli otto giorni carnevaleschi.
I puro sangue addobbati sfarzosamente e condotti dai barbareschi
partivano da piazza del Popolo correndo all’impazzata lungo il Corso,
fino a raggiungere piazza Venezia, non spaziosa come la si vede ora
cosicché ai curiosi non restava lo spazio necessario per salvarsi dalle
bestie lanciate al galoppo.
Per dare la possibilità di assistervi senza pericolo ai Signori di alto
lignaggio, venivano affittati con lunghe prenotazioni, balconi e
finestre delle case lungo il percorso.
Nel 1666 persino la regina di Svezia si fece ospitare dal principe
Camillo Pamphili
nel palco del suo palazzo del Corso.
Sul
percorso ricoperto di sabbia e terra, i cavalli appartenenti a casate
illustri, si sfrenavano e i barbareschi non riuscivano a tenerli
a freno fra schiamazzi, scommesse e motti salaci, mentre la gente
mascherata e avvinazzata affollava tutte le strade adiacenti rimanendo,
assai spesso, ferita o addirittura uccisa dagli zoccoli dei cavalli o
dalla ressa infernale, senza, però, desistere dal parteciparvi.
Nei palazzi dei dintorni vi sono istallate redazioni giornalistiche
alternate ad Atelier di moda e negozi di vari generi ed ogni slargo ha
una sua propria fisionomia per la presenza del Parlamento, di Banche e
di uffici commerciali.
Degno di nota il grande complesso del Magazzino Bocconi che D’Annunzio
ribattezzò: La Rinascente e che è stato il primo ad avere al suo
interno la scala mobile per salire ai piani superiori.
La delimitazione di Colonna : piazza Barberini, Via V.Veneto, via
S.Isidoro, via degli Artisti, via , via F. Crispi, via Capo le Case, via
Due Macelli, piazza di Spagna, via Fratina, piazza S. Lorenzo in Lucina,
via C. Marzio, via del Pantheon, piazza della Rotonda, via del
Seminario, piazza S. Ignazio, via del Carovita, via S. Maria in Via,
piazza S.Claudio, via del Pozzetto, via del Bufalo, via del Nazareno,
via del Tritone.
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