Il Campo Marzio, dedicato a Marte dio della guerra, in età pagana era
una vastissima zona che aveva per confini le alture del Campidoglio e
del Quirinale fino ai Monti Parioli e come limite estremo il Tevere, a
occidente e a settentrione.
Oggi, per Campo Marzio, s’intende solo la parte settentrionale.
All’origine il territorio sembrò il più adatto alle frequenti manovre
militari che richiedevano addestramenti frequenti di eserciti, parate
militari, evoluzioni e gare e a questo fu destinato.
Vi si svolgevano, però, anche altre attività alle quali poteva accedere
il popolo che era libero di usare le attrezzature fisse per allenamenti
sportivi individuali.
Persino un vasto ippodromo permetteva gare di carri a tre cavalli detti
trigarium, nonché altre esibizioni di atleti.
Erano permesse pure le riunioni politiche in uno spazio apposito
recintato e diviso in sezioni – Saepta- dove tribù e centurie tenevano i
loro comizi e davano i loro voti.
Nell’avvicendarsi del tempo, la proprietà demaniale del luogo, favorì lo
sviluppo di una edilizia pubblica monumentale che ne evidenzia ancora la
possanza perché alcune opere giunte fino a noi, sono semplicemente
grandiose e proprio in questo Rione si offrono all’ammirazione di tutti:
Le Chiese di San Carlo al Corso e di Piazza del Popolo, Piazza di Spagna
con la sua Barcaccia, l’Augusteo, il Monumento alla Pace, quella
chiacchierata Ara Pacis di cui gli svariati progetti di ristrutturazioni
ed eventuali spostamenti, accendono discussioni di architetti fra
biasimi e consensi e, ancora, il ponte di Ripetta, col suo Porto che
molti vorrebbero ripristinare insieme al basamento di Marte che pare sia
sepolto sotto via del Plebiscito.
L’ARA PACISE COR MAUSOLEO
Nun è ‘na cosa
nòva er Memoriale
Perché perfino all’epoca imperiale
Se lassavano l’impronte perzonali
Scorpite su obbelischi o nei cortili.
Agusto l’ha
lassate all’Ara pacise.
Perché sur bronzo er su’ cammino ha inciso
E su quele gesta mai nissuno ha riso.
Quello ch’è certo nun ha addoprato l’apise
Sur basamento
dell’enorme teca
Ce se po’ lègge come in bibbrioteca
E ner Mausoleo ce so’ le spoje
De arti personaggi e de su’ moje.
Sull’Ara Agusto ce
stabilì la Pace
Doppo conquiste su nemiche tere
E a li romani ‘sta parola piace
Seppure ar monno ce so’ sempre guere.
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La Porta del Popolo del Bernini è uno degl’ingressi a Roma e chi vi
s’inoltra si trova di colpo alle pendici del Pincio, la passeggiata per
eccellenza che l’Esedra sembra abbracciare come benvenuto a coloro che
vi giungono dal nord attraverso la via Flaminia con a lato la chiesa di
Santa Maria del Popolo detta degli Artisti.
Salendo poi, sulla terrazza del Pincio si godrà uno dei panorami più
belli poiché la piazza del Popolo si mostrerà in tutto il suo splendore
con lo sfondo del “Tridente” e le due Chiese del XVI secolo, quasi
gemelle, del Bernini e dedicate, rispettivamente, a Santa Maria in
Montesanto e a Santa Maria dei Miracoli e con al centro l’obelisco
Egizio del 1200 a.C. dedicato al dio Sole.
Dopo il divieto alla circolazione delle automobili nel centro storico,
la piazza mostra finalmente a piena vista sia l’Esedra che la fontana
del Nettuno ambedue opere del Valadier.
Coi piani Regolatori degli anni trenta, molte delle strade di questo
Rione sono state spazzate via col dispiacere e il rimpianto di molti
cittadini.
Dall’ottocento e fino ai giorni nostri Campo Marzio ospita anche i
luoghi deputati alla eleganza; ne fanno fede via Condotti, via Frattina,
via Capo le Case, via Gregoriana, via del Corso, Largo Goldoni e altre
adiacenti come via del Babuino che dopo aver cambiato più volte il nome,
divenne sempre più un’arteria importante e vi si trasferirono
ambasciate, residenze lussuose e alberghi; quello di Russia vantò il
primo impianto elettrico totale, ma tutti erano sempre affollati di
clienti internazionali.
Questa via, soprattutto è il regno degli antiquari mentre via Margutta è
ancora il riferimento della cultura europea.
Come non citare la Scalinata di Trinità dei Monti dove ogni anno si
tiene la Mostra della moda con La notte delle stelle? E le chiese? Il
primato dell’antichità, spetta a S. Atanasio dei Greci dove si officia
col rito ortodosso mentre Santa Maria Porta Paradisi a via Ripetta è
rimasta effigiata in un quadro di Roma sparita di Achille Pinelli.
Approfondimenti
Il
mausoleo che il primo Imperatore di Roma fece
costruire come ultima dimora per sé e per i suoi
successori, fu una costruzione imponente per l’epoca
perché misurava 89 metri di diametro e 44 di altezza,
sormontato da una statua bronzea rappresentante lo
stesso Augusto. La statua fu, poi, fusa nel medioevo per
ricavarne moneta.
Il Valadier realizzò la Piazza del Popolo secondo
i voleri del Papa Pio VII° utilizzando la mano d’opera
gratuita degli ergastolani.
Un tempo l’estrazioni del lotto venivano gridate
da un funzionario delle Finanze affacciato alla loggia
centrale dell’ Istituto delle Belle Arti.
La magnifica scalinata cesellata del Palazzo Ruspoli
fu costruita da Martino Longhi il Giovane.
Informiamo che per l’ Epifania a piazza Navona vi
saranno giostre e teatranti vari per spettacoli
organizzati dal Comune di Roma.
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Doveroso ricordare anche che questo Rione annovera i Caffè, famosi
proprio per gli artisti frequentatori, divenuti poi importanti: Aragno,
Rosati e Faraglia al Corso dove, fra gli altri, era abitudinario
Trilussa.
Inoltre Teatri, Librerie, Hotels più riguardosi e raffinati vi hanno
sempre trovato spazio e continuano a tramandare il gusto della ricerca
antica in questa parte della città rendendo inammissibile che Roma
rimanga statica nella immobilità del passato.
Nell’adeguarsi alla modernità, però, sarà suo dovere conservare e non
stravolgere tante sue rare bellezze che sono una calamita per tutti i
viaggiatori del mondo.
La delimitazione di Campo Marzio: Mura urbane a sinistra di Porta del
Popolo, riva sinistra del Tevere fino a via del Cancello, via dei
Portoghesi, via della Stelletta, piazza Campo Marzio, via degli Uffici
del Vicario, via Campo Marzio, piazza San Lorenzo in Lucina, via Fratina,
piazza di Spagna, via Due Macelli, via Capo le Case, via Francesco Crispi, via Porta Pinciana, mura urbane fino a porta del Popolo. |